In «Cosa» al museo della Vespa di Gian Paolo Ormezzano

Va in pensione a metà novembre il più popolare scooter italiano Va in pensione a metà novembre il più popolare scooter italiano In «Cosa» al museo della Vespa Dieci milioni di esemplari costruiti dal 1946 ad oggi: è davvero tempo, e se ne rendono conto anche coloro che l'hanno usata per decenni, che la vecchia, simpatica moto ceda il passo ad un mezzo più nuovo, appunto la «Cosa» - Intanto nasce 0 «partito» dei nostalgici Per il dizionario Palazzi «cosa» è il «nome generico di tutto ciò che esiste, sta nel concreto che nell'immaginario». Anche Dio. E adesso anche la nuora Vespa che non si chiama più Vespa, n 21 novembre 11 Salone del Ciclo e Motociclo, a Milano, presenterà uno scooter della Piaggio chiamato Cosa. La vecchia Vespa esisterà ancora, nella versione 50 ce, più ciclomotore che scooter. La Cosa avrà tre versioni: 125,150 e 200. Non un pezzo sarà eguale a uno della Vespa, di cui la Cosa dovrebbe essere (e sarà, lo garantiamo) la sorella moderna, figlia della stessa madre, la motorizzazione, e figlia di un altro tempo, il nostra Sarà dura per un attimo e sarà bello per tanto tempo usare la Cosa: è un augurio-pronostico allo scooter, ma soprattutto a elli lo guiderà: che sia felice come tanti, almeno trenta milioni di bipedi, trasportatori e trasportati, per gli oltre dieci milioni di veicoli prodotti dal 29 marzo 1946, lo sono stati grazie alla Vespa. La Piaggio ha esperienza grande, il nuovo modello è studiatissimo Cè anche nel suo corpo il posto per 11 casco, celato quando è tempo di parcheggio. Chi scrive queste righe è vespista praticante dal 1953. La Vespa gli è L'allarme sul servita per 1 grandi viaggi del giovani, anche sino in Svezia, quando l'autostop era ancora una pericolosissima mania americana, e poi per l'Amazzonia del traffico, venuto il tempo del lavoro. In questi giorni, noi vespisti siamo chiamati a entrare tristi e/o rabbiosi nel partito della nostalgia. ET seduzione facile, direi quasi grossolana. Chi usa la Vespa, adesso, tutti i giorni, sa che ci vuole una nuova cosa: e spera che sia la Cosa. Il partito del nostalgici furiosi comprenderà, credo, chi In Vespa è andato una volta (nel senso di un tempo o di una volta sola), e da decenni non ci va più. n traffico, specie cittadino, è cambiatissimo, si è imbastardita La vecchia Vespa è ormai, In questo traffico, mezza supellettile, mezza bestiolina pericolosa. Fa parte del panorama, gli automobilisti la guardano sempre molto, ma non la vedono più troppo. La trattano come una cosa (si) permanente, immanente e intanto fastidiosa. Proprio come una vespa, di quelle che quando ti ronzano intomo uno ti dice: «fai finta di nulla: La odiano, davvero, se proprio la devono considerare. Hanno la Vespa nella retina, non la assumono attivamente nel campo visivo che cambia. Tante volte la Ve¬ gono imbalsamati i suol oggetti, perché si conservino. Ma per andare al museo della Vespa ci vuole la Cosa: nell'Amazzonla del traffico urbano, meglio un veicolo nuovo, che gli automobilisti dovranno notare, e che in loro genererà attenzione e rispetto. Slamo in guerra, e la Vespa era 11 moschetto '91. Ricordo, mi ricordo quando raggiungevo, affiancavo, staccavo le auto degli Anni Cinquanta, Sessanta. Brano le bighe di Ben Hur. Adesso sono le vetture di James Bond. Con la Vespa, non ce la faccio quasi più. Ne ho una sontuosa, mi dice anche con scrittura elettronica quanti giri fa il motore, ma è sempre una Vespa, di quelle che gli automobilisti guardano, senza vederla più. La Cosa frena sulle due ruote con un'azione sola. La Cosa è di vivi colori che mutano, al sole o all'ombra, i nemici dovranno vederla. Agire con queste novità sulla Vespa non sarebbe stata la stessa cosa. Ci voleva un'altra cosa, la Cosa. Pian plano, la Vespa ronzerà soltanto nella memoria: per vivere e sopravvivere nel traffico è necessario e dunque è anche giusto armarsi di qualcosa di nuova spa li ha punti, ora non le lasciano più spazio. Me ne accorgo quando passo fra le auto ferme: controllano, i padroni, se con le estremità del manubrio tocco la carrozzeria. Una volta fui inseguito e raggiunto da uno che, furioso, voleva farmi sapere soltanto che lo avevo toccato. «Mi ha toccato», diceva infatti, per dire che avevo toccato la sua auto. CI vuole una cosa nuova, la Cosa. Sparisce un nome storico? Per fortuna: quando nacque la Vespa, nascevano 1 padri del giovani che adesso salgono sulla Cosa. Fra poco la Vespa sarebbe diventata lo scooter del nonni. Noi vecchi vespisti abbiamo 11 diritto ed anche 11 dovere di commuoverci: ma ormai esiste anche un antiquariato del nomi, e la Vespa va nei Campi Elisi del buon ricordo. Il mondo è dei giovani per 1 quali il Grande Tessitore non è Cavour, casomai è Benetton. Ha avuto persino, la Vespa, la mia Vespa, una seconda giovinezza, il lifting, al tempo del •chi vespa mangia le mele». Fossero riservati tanti riguardi, dal progresso che si fa carne nel nostri figli, a quell'antiquariato che stiamo diventando noi, vespisti già nei primi Anni 50. Doverosissima, dolcissima, anche bellissima è la nostalgia: infatti ven¬ futuro della vitivinicoltura alle As Gian Paolo Ormezzano sise interna

Persone citate: Ben Hur, Cavour, James Bond, Vespa

Luoghi citati: Milano, Svezia