Chris Rea concerto di Halloween di Alberto Gedda

Diecimila persone lo hanno festeggiato alla Wembley Arena di Londra Diecimila persone lo hanno festeggiato alla Wembley Arena di Londra Chris Rea, concerto di Halloween NOSTRO SERVÌZIO follato sabato sera il palazzetto di Wembley In un crescendo di entusiasmo e partecipazione. Puntuale, alle 20,30, Chris Rea ha iniziato a suonare con la sua band (che ha ancora qualche problema d'amalgama): Kevin Leach, Dave Kemp, Eogham O'Neill, Jerry Donahue, Martin Dltcham, Max Middle ton e Robert Ahwall. Per aprire, tre canzoni del passato, fra cui «By the Bea», nelle quali Rea ha subito dato la sua dimensione di ottimo chitarrista: due •Fenden», una rossa e l'altra celeste, sono gli strumenti per virtuosismi e svisate forse datate ma che restituiscono umori di sudore e soul mai sostituito dall'effimero del punk, dark, tecno-pop... Massiccio, biondo, d'età non dichiarata (a scelta: dai 40 al 43 anni), Chris Rea propone il suo repertorio in un crescendo di consensi LONDRA — Nella notte di Halloween, con PiccadiUy Clrcus trasformata in un grande happening mascherato, Chris Rea ha tenuto nella «Wembley Arena» il suo concerto londinese della lunga tournée mondiale che, Iniziata a fine settembre In Australia, si concluderà il 7 dicembre a Dublino, in Irlanda. Certo, non c'è nessun rapporto fra le maschere e le stranezze di Halloween e le canzoni di Christopher Anton Rea, cantautore melodico dalla vena rock, ma la coincidenza è stata sottolineata dalla partecipazione del pubblico decisamente variegato: dai giovanissimi che hanno scoperto Rea attraverso l'ultimo Lp «Dancing With Strangers» ai quarantenni che lo seguono da quando fondò 11 suo primo-gruppo, •Magdalene», nel 1975. Cosi circa diecimila' persone hanno ordinatamente af¬ del concerto. Dopo «Midnlght Blue» arriva «Josephine», canzone scritta per la figlia che passa dal romantico al jezzato In una jam session con la band e il pubblico. Con «Pool it You Think it's Over»-iniziano le danze delle più giovani sotto il palco che proseguono con «On the Beach», «Stalnby Otri» per arrivare alla recitata «Joys of Christmas» nella quale Rea imbocca la via del gospel. Antidivo per vocazione e scelta. Rea ricorda nel tratti un indiano Navajo, un Tiger Jack della canzone d'autore inglese (che, certamente, non conta oggi, molti cantautori «impegnati») con codino biondo. Figlio di un.italiano (il papa emigrò da Arplno, provincia di Prosinone) e di una irlandese. Rea ha vissuto un'infanzia non facile nel Middlesbourgh: «Minoranza due volte», ha aiutato i genitori nella conduzione del caffè di famiglia con gli altri sette fratelli fino all'incontro con la chitarra che ha seguito l'esperienza di pugile dilettante. Inizia cosi la sua avventura che si incrocia con Brace Springsteen, Elvis Costello, Eric Clapton fino ad imporlo come personaggio-protagonista. Un personaggio estremamente schivo che, festeggiato dopo il concerto in un esclusivo club di Pali Mail Street, preferisce starsene in un salottlno con poca gente rammaricandosi per 11 suono non ottimo del palco. Tra la folla, attento, c'era l'impresario David Zard (Spandau Ballet, David Bowie, Madonna tanto per citare gli ultimi tour da lui organizzati nel nostro Paese) che si guardava attorno soddisfatto. «L'anno prossimo porterò Chris Rea in Italia — ci ha detto — dopo il Festival di Sanremo». fra sapori rock, blues, rumba, salsa, fuslon al cui centro rimagono le sue «Fenden» che aprono e chiudono, come siparietti, 1 brani Alberto Gedda

Luoghi citati: Australia, Dublino, Irlanda, Italia, Londra, Sanremo