Amori e stregoni nel Barocco senese

DA UNA MOSTRA NUOVE NOTIZIE SUI GUSTI DEI SIGNORI DEL 600 DA UNA MOSTRA NUOVE NOTIZIE SUI GUSTI DEI SIGNORI DEL 600 Amone om SIENA — Carni livide e sensuali, mitologia, drammi: questo piaceva ai signori senesi del 600. Lo rivelano circa SO dipinti nel palazzo Chigi Saracini. La mostra 'Bernardino Mei e la pittura barocca a Siena' (sino al 31 dicembre) apre uno spiraglio sul Barocco senese, ancora poco noto. Le opere appartenevano alla collezione Chigi Saracini. Una grande raccolta, l'unica superstite senese, formata tra 700 e 800 dal patrizio senese Galgano Saracini, e acquistata negli Anni 60 dal Monte dei Paschi, sponsor dell'iniziativa. Con la sua sensibilità illuministica Galgano Saracini (1752 - 1824), aveva colto la continuità nella tradizione artistica di Siena, rappresentandola attraverso artisti di tutte le epoche, dal 200 al 700. Ma tra V800 e il 900 l'immagine della città medievale tende a prevalere su quella di altre epoche, sino quasi a cancellarne ti ricordo. Succede cosi che notevoli artisti del 600 come Bernardino Mei, Niccolò Torniolt, Raffaello Vanni — sottolinea Fabio Bisogni nel denso catalogo (ed. Spes, Firenze) curato con Marco Ciampolini — non siano rappresentati nella pinacoteca cittadina e che uno storico come Frtncts Haskell, in Patrons and Painters del 1963. m o Bernardino Mei: «Betsabea» (Collezione Chigi Saracini), tra le opere in mostra a Siena formati sul fatti romani, soprattutto durante il papato di Alessandro VII (il senese Fabio Chigi), che li coinvolge nelle sue imprese. Fino ai rappresentanti di un filone più brioso di fine secolo come Giuseppe Nicola Masinl. Impegnati in grandi commissioni per chiese e oratori, lavorano anche, e forse meglio, per le ricche dimore signorili. I raffinati committenti formano cospicue rac- colte di .moderni e contemporanei', oggi sperdute e smembrate, ma testimoniate dagli Inventari che si stanno riscoprendo nell'archivio della città. Grande fortuna presso i privati ha Bernardino Mei (1612-1676), pittore di recente rivalutato. Le sue opere in mostra riflettono originalità e capacità di adattarsi alle complesse composizioni suggerite dalla committenza. Educato presso Rutilio Manetti, influenzato dai conterranei come Raffaello Vanni e Niccolò Tornioli, è aggiornato sulle correnti più avanzate del Barocco romano. A metà secolo è il pittore più ricercato a Siena. Tra le grandi tele, che trattano storie ideali, mia o fatti di cronaca, colpisce ti Giudizio di Salomone, tutto giocato tra patetismo dei gesti e realismo del corpi. La Betsabea al bagno, una sensuale donna nuda, che riceve da una vecchia il bigliet tino d'un ammiratore che la guarda da un balcone: tema piccante di controriforma, reso con luci maliziose. Uno spettacoloso Ciarlatano, firmato e datato 1656: barba incolta, sguardo cinico, il gran vecchio simile a uno stregone, sta seduto su un palco nella piazza del Campo a Siena, di cui sintrawede la torre del Mangia. Sul dorso della mano tiene una boccetta del suo olio miracoloso, sotto lo sguardo di un gruppetto di curiosi Attorno, sul palco, altre boccette e un foglio con la firma dimentichi Siena e consideri Mei «pittore di second'ordine». Il 600 è invece, anche in questa città, un secolo vivace, dalla trama complessa, che studi recenti stanno mettendo in luce. A Siena, governata dal 1629 al 1667 daMattiasde' Medici, lavorano artisti di alto livello, dai tardomanieristl come Astolfo Petrazzi agli innovatori come Francesco Vanni e Bernardino Mei, in¬

Luoghi citati: Firenze, Siena