Quartetto Hagen: figli d'arte giovanissimi e già «dottori »
Quartetto Hagen: figli d'arte giovanissimi e già « » Quartetto Hagen: figli d'arte giovanissimi e già « » In concerto all'Auditorium per l'Unione Musicale TORINO — Come le foglie si staccano dall'annoso ramo nò, fiochi mesi faVAm^adeusic^^^à^za^^rWvì'^errr gU, nuove gemme destinate a fugare le melanconie: come il Quartetto Hagen, composto di giovanissimi, tre fratelli salisburghesi (Veronika, Lukas, Clemens) e un amico tedesco (Ratner Schmldt), affettuosamente, teneramente festeggiati all'Auditorium dal pubblico dell'Unione Musicale. ■ Tutti figli d'arte, hanno incominciato a fare musica da camera mentre imparavano a suonare, dall'età di cinque o sei anni; e adesso che ne avranno sì e no venti sono dei maestri, dottori sottili del loro strumento e, quel che più conta, anime comunicanti, casse vicendevoli di risonanza nella torre d'avorio del linguaggio quartettistico. Con il Quartetto op. 74 n. 3 di Haydn, un miracolo dlnventiva nella carriera dell'anziano maestro, una specie di Falstaff haydniano, l nostri quattro artisti hanno immediatamente conquistato il pubblico: una messa a fuoco cosi pronta, una presa così costante nel tenere su il filo del discorso, rivelano, più ancora dell'incantevole freschezza, un patrimonio artistico giù saldamente compiuto. Dopo Haydn, il programma in verità si è un po' alleggerito: con ntalienische Serenade di Wolf, delizioso capriccio di una sola idea, e con il Quartetto op. 29 n. 1 di Schubert. ad onta dei temi bellissimi, pieno di puntelli accademici; sièrisaliti con l'andantino del Quartetto di Debussy, suonato fuori programma dopo lunghe acclamazioni, e altra prova per il Quartetto Hagen di profondità e versatilità: meravigliosa la sortita della mala sola, non turbata nemmeno da un applauso fuori tempo, nell'episodio in cui Debussy concentra in poche note l'emozione del canto gregoriano ritrovato.
Persone citate: Debussy, Haydn, Ratner Schmldt, Schubert, Serenade
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