Dal Trentino mele «pulite»

Dal Trentino mele «pulite» Parla il direttore dell'Associazione produttori Concopra Dal Trentino mele «pulite» I produttori usano meno fitofarmaci nella lotta ai parassiti - Risultati rassicuranti da analisi eseguite dall'Istituto S. Michele all'Adige TRENTO — Per più di trent'anni dopo la seconda guerra mondiale, l'agricoltura occidentale ha utilizzato la scienza e la tecnica per raggiungere le maggiori rese quantitative possibili In seguito, dopo aver accumulato enormi eccedenze, ha puntato all'obiettivo qualità. Negli ultimi anni anche per l'eccessiva pressione della chimica sull'ambiente e di alcuni incidenti che hanno messo in pericolo la vita del consumatori, si è diffuso 11 concetto di salubrità del prodotti agrìcoli. E' vero che, per poter offrire prodotti esteticamente perfetti a volte, il mercato ha venduto prodotti fuori legge. Ma oggi la sensibilità verso questi problemi è cambiata sia da parte dei consumatori che del produttori agrìcoli; e anche se è impensabile un abbandono immediato della chimica, si molti¬ plicano iniziative per limitarne l'uso. Consapevoli dell'importanza del problema sicurezza sono sempre più gli agricoltori e le organizzazioni che s'impegnano a vendere prodotti privi di residui chimici. Sono orgogliosi del risultati raggiunti e dispiaciuti quando vengono accomunati in generiche accuse contro coloro che ancora operano con la vecchia mentalità. Ultimamente sono state diffuse notizie e dichiarazioni che dipingono un quadro molto pessimistico sull'uso del pesticidi, facendo di «ogni erba un fascio», tanto da far passare al consumatore la voglia di mangiare frutta. Alcune valutazioni prendono lo spunto da un'indagine realizzata alcuni mesi fa dal Centro ortofrutticolo di Ferrara, i cui risultati vengono però inter¬ pretati in modo errato. Il Concopra, una associazione di produttori ortofrutticoli e uno dei maggiori produttori nazionali di mele, fa osservare che i tecnici del Centro di Ferrara che hanno svolto l'indagine hanno parlato di una percentuale di mele intorno al 3 (e non al 30) per cento con residui chimicamente superiori ai limiti di legge. Inoltre, fa osservare il direttore del Concopra Giancarlo Lunelli le mele trattate e Immerse in quattro bagni di conservanti sono, almeno nel Trentino, solo quelle a buccia rossa, che rappresentano appena il 15% della produzione totale. Nel Trentino — spiega ancora Lunelli — si è all'avanguardia con le iniziative (partite nel lontano 1962) per ridurre l'uso dei fitofarmaci nella difesa delle colture ortofrutticole. Inoltre, cinque anni fa la giunta provinciale ha approvato 11 «Progetto Agricoltura Ecologica», che vede Impegnate tutte le principali realtà economiche e tecniche dell'agricoltura della zona. Nell'ambito del progetto, il laboratorio chimico dell'Istituto San Michele all'Adige ha eseguito analisi su una campionatura rappresentativa dell'Intera produzione trentina, usando moderne e sofisticate attrezzature. I risultati sono molto soddisfacenti: 1 residui dei 18 principi attivi più impiegati nella difesa fltosanltaria dei frutteti, o non sono stati rilevati, o la loro entità è risultata molto al di sotto dei limiti tollerati dalla legge A sostegno dei buoni risultati raggiunti, i produttori trentini ricordano che ogni anno esportano treni carichi di mele in paesi, come la Germania Federale, dove la legislazione sanitaria è molto più severa don.

Persone citate: Giancarlo Lunelli, Lunelli

Luoghi citati: Ferrara, Germania Federale, Trentino