Interno fiammingo

Interno fiammingo ANTIQUARIATO DI FINE ANNO A TORINO Interno fiammingo TORINO — La maggiore delle Gallerie Careno presenta fino al 6 dicembre, con tre accurati cataloghi a cura di Luigi e Patrizia Caretto e di Marco Voena, la tradizionale mostra di fine anno con maestri del XVI e xvil secolo, prevalentemente transalpini, mentre nella galleria mincre sono esposti piccoli maestri del XVm e XIX, fra cui deliziosi francesi come Colson e Lepide, nell'ambito di Greuze e Chardin! Sempre più si rinnova la sensazione, spaesante quanto affascinante, di lasciare la quotidianità dell'oggi per trovarsi a tre dimensioni dentro uno di quei tipici dipinti fiamminghi del '600 che rappresentano con affollata minuzia grandi quadrerie di principi, prelati, mercanti. Un Ritratto del Tlntoretto di sottile qualità è appoggiato a terra per lasciare spazio sulle pareti sovrastanti a due piccole tavole e a una teletta del tardo manierista Jacopo Ligozzi, attivo per i Medici, con Memento Mori in forma di teste tagliate, atroci e preziosissime, in disfacimento e rose dai vermi. Lucide, astratte Nature Morte arcaiche, come quella squisita di Jacob van Es, o arcaizzanti, come una generazione dopo quella di Jan van Kessel, si abbinano all'opulenza barocca dei due Vasi di fiori di Jan van Huysum, nell'800 in una collezione principesca di Pietroburgo; e di fronte esplode nella grande dimensione la vitalità selvaggia dei Cani, volpi e gatti selvatici del 1653 del grande animalista Jan Fyt, discendente da Rubens attraverso Snyders, nell'800 in collezioni svedesi. Queste avventurose storie di percorsi (e oggi di approdi, quasi a rivalsa delle tante fughe del patrimonio italiano) rinnovano l'impressione di essere nel tempo e fuori del tempo: uno dei capolavo- ri in mostra, la Madonna col Bambino di Jan Gossaert detto Mabuse, eletto incontro fra Rinascimento Italiano e primo '500 fiammingo, era depositato fino al 1966 al Museo di Dresda; lo sviluppo del discorso, due generazioni dopo, è dato dalla preziosa Annunciazione di Marten de Vos, databile intorno al 1570. Quattro decenni dopo, all'inclrca, l'olandese di Utrecht Hendrick Terbrugghen, fino al 1614 a Roma dove con personalissime forme filtrava in lucidità, nordica la verità caravaggesca, dipinse la straordinaria versione della Crocifissione, con Maria e Giovarmi a tre quarti di figura, che avrebbe replicato probabilmente più tardi con figure intere nel quadro oggi al Metropolitan Museum di New York. E' indubbiamente il vertice della mostra, anche se, in affine contesto culturale, appare assai interessante — pur con un sospetto di rigidezza accademica nell'evidenza naturalistica — la caravaggesca Flagellazione, per la quale a mostra già aperta è stato proposto il nome di un altro transalpino, il Finson. Arricchisce la canonica presenza di piccoli maestri del paesaggio e del genere, sempre di notevole qualità (i van Goyen, Hobbema. van Ostade, Teniers, Dujardln) l'alternativa del più raro versante dei grandi quadri su terni biblici e allegorici, in cui si alternano e si incrociano gli echi di Rubens e di Rembrandt: il rarissimo van Adelo, Jan de Bray, Lucas Frauchois 11 Giovane, assieme all'Intimistica, «borghese» Madonna e Bambino di Gerrlt Horst Marco Rosei Nicolas Bernard Lepide. «Fanciulla dormiente» (particolare)

Luoghi citati: Dresda, New York, Pietroburgo, Roma, Torino, Utrecht