Arrestato il socio dell'uomo bruciato vivo

Arrestato il sode delHuome linncialo vive Avrebbe pagato due tossicodipendenti (già in carcere) per assassinare l'amico - Alla radice del delitto, forse, motivi di interesse Arrestato il sode delHuome linncialo vive Le indagini sono partite 15 giorni fa da un nastro registrato che un drogato nascondeva in casa • La compagna dell'ucciso pochi giorni dopo l'omicidio aveva raccontato alla polizia: «Mi aveva detto: "Quello vuol prendermi l'azienda senza tirar fuori un soldo"» Antonio Pianezzola, titolare di due società di autotrasporti, assassinato il 16 febbraio nella sua ditta, in via Gottardo 199. sarebbe stato ucciso per motivi di interesse. Il furto, inscenato dai malviventi, doveva mascherare il vero movente. La Mobile ha fermato i colpevoli: Giancarlo Rossetto. 25 anni, tossicomane, e Francesco Quirico, 31 anni, camionista in proprio, che lavorava per l'autotrasportatore ucciso. Abitano a Trofarello, in via Trieste 4. Rossetto ha confessato, accusando il complice e ha fatto il nome del mandante: Daniele Cogliati. 45 anni, socio di Pianezzola. Anche lui è in carcere: l'ordine di cattura firmato dal sostituto procuratore dott. Russo è per 'Concorso nell'omicidio». Di quell'orrendo delitto (Pianezzola fu stordito e poi bruciato vivo) c'è la confessione, c'è persino la registrazione di un dialogo tra i due assassini, usata forse per ri¬ cattare il presunto mandante del delitto. Ci sono anche degli assegni per quasi 100 milioni (sequestrati ieri in una banca) versati da Cogliati a Francesco Quirico, due giorni dopo l'omicidio. E' ancora Rossetto ad accusare: «Brano per quanto avevamo fatto. Nelle mie tasche ne finirono solo quaranta». Dice il capo della Mobile, Sassi: 'Quindici giorni fa in casa di un tossicomane abbiamo trovato un nastro registrato. Si parlava di un omicidio avvenuto nove mesi fa. E di soldi incassati per uccidere un autotrasportatore». Indagini: una delle due voci era di Giancarlo Rossetto. Viene fermato. Balbetta scuse, poi sbotta: 'Debbo togliermi un peso. Abbiamo ucciso un uomo». Racconta d'un amico, vicino di casa: «j4 febbraio mi propose un lavoro, dovevamo spaventare una persona per conto di un suo conoscente. Siamo andati in quella ditta, Quirico è entrato negli uffici. Prima ha gridato, poi ha spinto fuori Pianezzola, l'ha colpito con un bustone e gli ha dato fuoco. Lui lo ha ucciso». Spiega come: «Li, vicino al portone, c'era una pompa di gasolio. Ha cosparso quel po¬ veretto». Il racconto trova conferme nella riscostruzione fatta in quel giorni dai periti, dott. La Sala e Coronato. Rossetto fa il nome del complice. Quirico viene fermato, dice di non sapere nulla. Ma la voce sul nastro sequestrato è la sua e anche lui parla in modo dettagliato dell'omicidio. E' un ex dipendente della ditta, da mesi è «padroncino», ha comperato un camion poche settimane dopo l'omicidio, n capo della sezione omicidi, dott. Faraoni, commenta: «Abbiamo lavorato su questi elementi, c'erano molti indizi». Rossetto viene ancora sentito prima da due sottufficiali della Mobile, Rotoli e Sterpone, poi dal magistrato. C'è anche il suo difensore, aw. D'Antino. Conferma tutto: 'Quirico mi ha detto che il mandante era Cogliati, gli ha anche dato dei soldi. Io quello manco lo conosco». Quel nome, Daniele Cogliati, era già stato al centro delle prime indagini. Neil' 85 aveva affiancato Pianezzola come socio di maggioranza e versato cambiali e assegni per circa 250 milioni, tutti con varie scadenze: le prime proprio a febbraio, Quel nome era stato an¬ che fatto agli inquirenti dalla compagna dell'autotrasportatore, Lisa Civera (costituitasi parte civile, con l'aw. Galasso): 'Era un grosso problema per Antonio il quale diceva che era inaffidabile sotto il profilo amministrativo. Negli ultimi tempi, poi, era perfino arrivato a temere che gli incendi e i piccoli furti avvenuti in ditta venissero proprio da lui, per convincerlo a cedere l'azienda. Poche ore prima di venire ucciso mi disse: "Se mi capita qualcosa racconta tutto alla polizia": li dott. Russo, il magistrato che coordina l'inchiesta, dice: 'C'è la confessione, ci sono tanti elementi. Le difese degli imputati lasciano dubbi e in alcuni casi non smentiscono l'accusa». E' il caso di Cogliati: interrogato ieri (difeso dall'aw. Matta) ha ammesso di aver dato dei soldi a Quirico, perchè «mi minacciava: Di più per ora non vuol dire. Ezio Mascarino Antonio Pianezzola, 49 anni, con la figlia in una foto delitto

Luoghi citati: Trofarello