Pretore indaga sui capelli tinti

Pretore indaga sui capelli tìnti In due anni ricoverate cento persone, allarme a Torino Pretore indaga sui capelli tìnti Il prodotto che fìssa il colore sui capelli contiene una sostanza tossica, la parafenilendiammina, ammessa dalla legge • Condannati due parrucchieri per i danni subiti dai lavoranti TORINO — Negli ultimi due anni almeno un centinaio di persone sono dovute ricorrere alle cure dei medici per i guai (eczemi e asma allergica) provocati loro dalle tinture per i capelli. Più della metà sono dipendenti di negozi di parrucchiere; gli altri sono clienti. Il preoccupante dato riguarda solo Torino ed è emerso da un'inchiesta che U"pT%lóre~"Raff aele Ouariniello ha compiuto in tre grandi ospedali cittadini: Mauriziano, Cto, e Dermatologico. E gli italiani, in maggioranza donne, che si tingono i capelli sarebbero oltre 4 milioni per un giro d'affari che all'inizio degli Anni 80 s'aggirava già intorno ai 2.500 miliardi all'anno. Le Indagini del pretore torinese presero l'avvio nel febbraio scorso, quando il Dispensario d'igiene sociale segnalò alla magistratura il caso di Susanna P., 19 anni: • la giovane, lavorante in un negozio di acconciature femminili, s'è ammalata d'asma allergica proprio a causa del prolungato contatto con i prodotti cosmetici utilizzati per tingere i capelli. L'asma potrebbe configurarsi come una malattia professionale* n pretore Inviava subito comunicazione giudiziaria alla titolare, Francesca Zaffarono, ipotizzando il reato di lesioni colpose nei confronti di Susanna P. e ordinava una perizia medica sulla giovane. I medici hanno stabilito che responsabile dell'allergia è la parafenilendiamina, una sostanza che, essendo indispensabile per fissare la tintura ai capelli, è presente praticamente in tutti i prodotti in commercio. La pericolosità della parafenilendiamina è conosciuta e, infatti, questo preparato compare fra le sostanze tossiche. Nonostante ciò, la recente legge sui cosmetici entrata In vigore nell'ottobre dello scorso anno consente ai produttori di tinture di capelli di utilizzarla: «Mai, però, in quantità superiore al sei per cento. Inoltre, sull'etichetta dei flaconi, dev'esserne specificata la presenza con l'avvertimento dei pericoli ai quali si va incontro*. Tutte disposizioni che le case produttrici, peraltro, rispettano alla lettera. Insomma, una situazione completamente diversa dal 1975 quando, per la prima volta, un ricercatore califor¬ niano lanciò l'allarme sulla pericolosità delle tinture dei capelli. Lo scienziato dimostrò che un tipo di tinture, largamente adoperate negli Stati Uniti, conteneva sostanze capaci di mutazioni (ossia malattie genetiche) e anche tumori se 'Somministrate per tutta la vita ad animali». Quei risultati, confermati quasi contemporaneamente IH Giappone, destarono non poca preoccupazione perchè le tinture erano e sono usate dal 40-50 per cento delle donne di tutto il mondo. Da allora, per rendere sicure le tinture, di strada ne è stata fatta parecchia e già nel '76, il ministero della Sanità proibì l'uso delle sostanze risultate mutagene nella ricerca americana. Resta 11 problema della parafenilendiamina che però, sia pur In percentuale bassissima, è ammessa dalla legge. Ciò significa che la giustizia non può fare altro che colpire i datori di lavoro Come? Innanzitutto, sottoponendo 1 propri collaboratori a visite periodiche per individuare, il più presto possibile, chi tra loro è allergico alla parafenilendiaml na. Il lavorante che presenti i sintomi dell'allergia, deve subito smettere di toccare i preparati per le tinture. Anche l'uso dei guanti pare sia una misura insufficiente. Nel caso di Susanna P., tutto ciò non è avvenuto e, secondo la perizia medica, la ragazza ha riportato un 'indebolimento permamente dell'organo respiratorio*. La datrice di lavoro è già stata processata con l'accusa di lesioni personali colpose: 11 pretore Quarinlello l'ha condannata a due mesi. Il caso di Susanna P. non rimarrà isolato perchè il pretore Ouariniello ha iniziato un procedimento giudiziario per ognuno dei circa 60 casi scoperti negli ospedali torinesi. E, quasi contemporaneamente al processo contro la datrice di lavoro della ragazza, si è celebrato quello contro un altro professionista, Gaetano Baccaro, riconosciuto colpevole di lesioni colpose aggravate nei confronti della dipendente Nadia B„ 20 anni. Baccaro è stato condannato a pagare una multa di 600.000 lire. L'eczema spuntato sulle mani della ragazza, secondo la perizia medica, molto probabilmente non guarirà mai. Beppe Minella

Persone citate: Baccaro, Beppe Minella, Francesca Zaffarono, Gaetano Baccaro

Luoghi citati: Giappone, Stati Uniti, Torino