Cattivi Pensieri di Luigi Firpo

Lo stupro torna di moda Cattivi Pensieri di Luigi Firpo Lo stupro torna di moda Stampa, televisione, tribunali e Parlamento risuonano di un dibattito sempre più fitto intorno alla violenza che si esercita sulla donna Uscite dalla stretta segregazione domestica, dal confinamento in lavori subalterni che i doveri della maternità rendevano anche più gravosi, dalle sequele quasi ininterrotte di gravidanze, le donne si trovano oggi ad affrontare una brutalità maschile che sembra nascondere istinti vendicativi e quasi una volontà di rappresaglia. Parificato in linea di diritto alla donna, l'uomo sembra voler riaffermare la sua tramontata supremazia, avvalendosi dell'unico vantaggio che forse gli è rimasto: quello di una certa preponderanza muscolare. Si tratta di una superiorità non esaltante, formatasi nei millenni attraverso la divisione dei compili sociali fra il maschio, dinamico cacciatore, raccoglitore e agricoltore, e la femmina sedentaria per le necessità della gestazione, dell'allattamento e della custodia della prole. Per evitare di trame vanto, e soprattutto di abusarne, basterebbe che l'uomo riflettesse sulla preponderante funzione biologica della sua compagna e si rendesse conto che la natura l'ha giustamente dotata di difese organiche più efficienti, tali da assicurarle mediamente qualcosa come sette anni di vita in più. Nella violenza sulla donna non viene tuttavia esercitata una rivalsa contro la maggiore longevità, ma una pura e semplice sopraffazione, un gesto di brutalità trionfante. Lasciamo da parte gli psicopatici, i maniaci del sesso, e fermiamo per un momento l'attenzione sulle persone apparentemente normali, sui figli di mamma che — scoperti e arrestati — piagnucolano, mettono di mezzo genitori comprensivi verso il povero cocco, avvocati dalla parola facile come la coscienza, giudici ancora succubi dei vecchi pregiudizi. Le pene irrisorie inflitte agli stupratori sono l'esatto riscontro di quelle che si continua a riserbare al delitto d'onore. L'intera sfera della sessualità, secondo un modo di sentire antiquato e scandalosamente maschilista, è governata da regole molto diverse a seconda che l'offeso o il provocato sia uomo o donna. Sul marito incombe ancora in molte parti d'Italia il dovere di lavare il suo onore, naturalmente col sangue; sulla moglie, ove sia anche solo sospettata di infedeltà, pesano l'ostracismo sociale e il disonore. Al marito ogni trasgressione dev'essere perdonata, perché per natura «l'uomo è cacciatore» e si sa che le femmine lascive mettono in atto tutte le forme più insinuanti di tentazione per indurre al peccato. Se poi non è legato da vincoli coniugali, diventa non solo lecito, ma doveroso per l'uomo tentare ogni avventura, anche la più facile e squallida, perché «ogni lasciata è persa», e in fondo la donna altro non attende che un cenno per abbandonarsi alla sua natura vogliosa e promiscua Questo era il nostro vecchio mondo e siamo ben lontani, dall'averlo superato. I casi di stupro sono tra noi in aumento preoccupante: ben 1150 ne sono stati registrati lo scorso anno. Se si tien conto del fatto che paura, vergogna minacce e ricatti sicuramente ricoprono col silenzio molte di tali violenze, c'è motivo di serio allarme. E giustamente si invoca maggior severità nei giudici, nessuna remora nelle denunce, aumento dei minimi di pena, dure aggra¬ vanti per i delitti collettivi: tutti deterrenti a posteriori, quando ormai le vittime lacere, contuse, sanguinanti, debbono subire l'ultima umiliazione della confessione pubblica dello scempio subito, o distese sul gelido marmo dell'obitorio gridano vendetta per la loro inerme giovinezza stroncata Per prevenire questo indegno abuso due ordini di ragionamenti possono esercitare una qualche efficacia II primo va rivolto alle ragazze ed è una raccomandazione di prudenza Non si tratta di venir meno a certe consuetudini odierne, di vestirsi da beghine o di rifiutare la compagnia dei coetanei; ma occorre ricordare che il violento può essere in agguato dovunque e che per scatenarlo basta un contegno un po' troppo provocante o un'occasione un po' troppo facile. L'autodisponibile può condurre in luoghi appartati e solitari anche chi non è consenziente; droghe e barbiturici possono spegnere ogni resistenza; un comportamento cameratesco e disinibito può essere scambiato per consenziente o provocatorio. Il secondo ragionamento riguarda invece i maschi. Quello che vorrei fosse inculcato nella dura cervice dei violenti è che la «cosa» che essi usurpano, di cui nel loro intimo distorto menano vanto e che li riempie di un senso di trionfo idiota, in realtà è un nulla e ancor meno di nulla La sessualità in tutte le sue forme, dalle più semplici e ovvie fino a quelle più complicate, ricercate e sottili, è un fatto squisitamente mentale, cui i fattori erogeni esterni (visivi, tattili, nervosi ecc.) forniscono solo pretesto e materia, senza poter mai surrogare quella che è l'essenza di un rapporto fra due coscienze che si cercano, si integrano e si fondono in un atto essenziale di amore. Neppure il rapporto mercenario, che mi è sempre parso improponibile, si sottrae . a questo momentaneo consenso. Sostituire la reciproca offerta con una sopraffazione unilaterale è dunque non solo una violenza bruta ma un surrogato fittizio e un ge sto di totale stupidita.

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