La camorra uccide per l'acqua

La camorra uccide per l'acquei A Napoli è esplosa ima nuova guerra per sfruttare la carenza idrica La camorra uccide per l'acquei Un «guappo» di Melilo eliminato a colpi di lupara - Il sospetto: una truffa colossale sui rifornimenti garantiti al piccolo Comune - Le fatture delle consegne trovate nell'abitazione del camorrista assassinato r Inchiesta su una cooperativa che distribuisce l'acqua per conto dell'ente locale NAPOLI — Un omicidio, uno dei tanti In una provincia colpita dalla violenza camorrista. Ma le due scariche di lupara che ieri mattina hanno squarciato il petto di Paolo Mietilo, 41 anni, guappo molto noto a Melito, un Comune a Nord di Napoli, segnano con ogni probabilità l'inizio di una nuova guerra scatenata dalla «malanapoll» per il controllo di un nuovo, colossale affare: 11 racket dell'acqua, merce rara e preziosissima a causa del gravissimo deficit idrico che da oltre cinque mesi affligge la Campania. La camorra, in poche parole, specula sulla grande sete inserendosi negli appalti che molti Comuni della provincia affidano alle ditte private per la erogazione dell'acqua con le autobotti. E a Melito, come nella vicina Giugliano, gli autocarri che arrancano per le strade distribuendo tanlche colme del prezioso liquido sono ormai da tempo scene di vita quotidiana. Ma il via-vai delle autobotti che attraversano 11 corso principale di Melito non ha convinto i carabinieri che appena quattro giorni fa, cioè quarantotto ore prima dell'omicidio di Paolo Mietilo, hanno invaso in forze l'ufficio acquedotto del municipio, sequestrando documenti sulle gare d'appalto e libri contabili. n sospetto — rafforzato dopo la morte di Paolo Mietilo — è che solo una minima parte dell'acqua pagata sia stata effettivamente distribuita alla cittadinanza: una truffa colossale, che secondo gli inquirenti non riguarda solo Melito, ma molti altri Comuni del Oiuglianese, una vasta zona a Nord di Napoli. L'inchiesta sul racket dell'acqua parti proprio da Paolo Mietilo, camorrista di provata fede, con un passato di trafficante di droga e di organizzatore del gioco del lot¬ to clandestino. La notte di giovedì scorso i carabinieri si recarono nella sua villa alla periferia del- paese per perquisirla: una piccola reggia, valutata un miliardo, con tanto di porte blindate e di impianto televisivo a circuito chiuso. L'ispezione diede 1 suoi frutti: in un cassetto furono trovate numerose fatture intestate ad una cooperativa che distribuisce acqua per conto del Comune, la «Citta pulita melitese». La cooperativa lavora dal primo ottobre in regime di monopollo. avendo 11 Comune disdetto le convenzioni con altre due ditte specializzate. A dar retta alle cifre scritte su quei documenti, Melito avrebbe dovuto essere sommersa dall'acqua. E poi, come mal le ricevute erano in casa di un camorrista? Indagando sulla cooperativa, si è scoperto che uno del soci, un giovane di 19 anni che svolge mansioni di conducente di autobotti, è nipote di Paolo Mlcillo. Convinti di aver imbroccato la pista giusta, i carabinieri decisero l'improvvisa perquisizione nel municipio, in via Signore 111. I documenti sequestrati sono ora al sicuro in una caserma, in attesa di essere esaminati. •Solo dopo un'attenta lettura di quelle carte sarà possibile accertare eventuali irregolarità da parte dell'amministrazione., dicono gli inquirenti. Dopo la perquisizione, Paolo Mietilo fu lasciato libero: possedere un pacco di fatture, fino a prova contraria, non è considerato reato. Ma ora, a Mento, c'è chi dice che 11 temutissimo guappo era visibilmente preoccupato. Meditava addirittura di tirar fuori dall'armadio un giubbotto antiproiettili, lo stesso che indossava un anno fa, quando fu fermato ad un posto di blocco. «La prudenza non è mai troppa: si giustifico allora con 11 poliziotto che chiedeva spiegazioni. Anche ora Paolo Mietilo aveva paure. Per quale motivo? Forse temeva che la perquisizione nel municipio pc'.esse essere interpretata dai suoi pericolosi amici come una conseguenza di una sua presunta collaborazione con 1 carabinieri. Forse, la sua morte era già stata decisa da una banda rivale decisa a mettere le mani su un affare d'oro. «Se lo sapessimo — commenta gelido un investigatore — avremmo i nomi degli assassini: Un fatto è certo: Paolo Mietilo aveva solidi motivi per temere un'aggressione. Ieri mattina, poco dopo mezzogiorno, si apprestava a scendere dalla sua auto, In via Madonne delle Grazie, nel centro di Maddaloni, quando si è visto circondato da tre uomini armati di pistole e fucili a canne mozze. Ha avuto appena 11 tempo di spalancare la portiera, nel tentativo disperato di fuggire. E' stato inutile: due scariche di lupara lo hanno centrato In pieno petto, uccidendolo all'Istante. Dopo aver compiuto la loro missione di morte, i sicari si sono allontanati In auto. Tutto è avvento in pieno giorno, in una strada a quell'ora molto frequentata. Ma di testimoni dell'omicidio, i carabinieri ne hanno trovati pochissimi: la maggioranza non ha visto, né sentito nulla. Come 1 clienti che affollavano un bar a pochi metri dal luogo dell'agguato. Non hanno fiatato neanche, davanti alla minac' Oaòiu'aiiesto. .11 .0; ... FulvioMilqne

Luoghi citati: Campania, Maddaloni, Napoli