Scandalo al St- Vincent Andrione si costituisce di Piero Cerati
Scandalo al Si' Vincent Andrione si costituisce L'uomo politico torna oggi dalla Francia Scandalo al Si' Vincent Andrione si costituisce L'ex presidente della Valle d'Aosta imputato nell'inchiesta casinò Piero Cerati AOSTA — Finirà oggi a mezzogiorno la latitanza, cominciata il 20 dicembre 1983, dell'ex presidente della giunta regionale della Valle d'Aosta. Mario Andrione, 55 anni, proveniente da Annecy (Savoia), si presenterà in auto alla frontiera di Ectrèves (Courmayeur). Ad attenderlo vi saranno alcuni ufficiali della Guardia di finanza di Torino e il comandante del Gruppo di Aosta, che lo porteranno In caserma nel capoluogo piemontese. Da qui, dopo una sosta presumibile di qualche giorno, verrà inviato nel carcere di Asti o Pinerolo (sono state escluse le «Nuove»). L'ex presidente della giunta deve rispondere delle accuse di concussione e peculato, per le quali è stato rinviato a giudizio con altri uomini politici valdostani il 25 maggio scorso. Il processo dovrebbe svolgersi, secondo indiscrezioni, a febbraio. L'accusa a Andrione prende le mosse dal blitz della Guardia di finanza compiuto ni novembre 1983 nel casinò di SaintVincent. A seguito dell'inchiesta svolta dai magistrati torinesi Laudi, Tamponi e Sandrelli una raffica di arresti coinvolse politici, controllori della casa da gioco e croupiers. Il mandato di cattura contro l'ex presidente della giunta venne spiccato 11 20 dicembre, ma il 19 sera Andrione aveva già raggiunto in treno Nizza, dove prese alloggio alla periferia e dove è vissuto sino a pochi giorni fa, quando decise di «avvicinarsi» alla frontiera, prendendo dimora ad Annecy, per consegnarsi alle autorità. 8i è parlato di trattative intercorse, tramite gli avvocati, tra il latitante e i magistrati torinesi: Andrione avrebbe chiesto alcune garanzie. In realtà tutti smentiscono: l'ex presidente — sostiene il suo legale Giovanni Lageard — si costituisce e basta. I motivi della decisione andrebbero ricercati nell'approssimarsi del processo e nel desiderio di rivedere 1 propri familiari, soprattutto la madre anziana, che abita ad Aosta. Si chiude quindi una seconda parentesi (la prima fu il rinvio a giudizio dopo quasi quattro anni di inchiesta) dell'.affaire casinò» dopo la ridda di voci che negli ultimi mesi continuava a dare per prossimo il ritorno di Andrione. Dei personaggi imputati per la vicenda resta ancora nell'ombra Paolo Giovanninl, direttore generale della casa da gioco, che però dovrebbe giungere a Torino a giorni (Franco | Chamonal, amministrato¬ re delegato, e Bruno Masi, general manager, sono in libertà provvisoria). Le accuse a Mario Andrione riguardano due episodi. Secondo i magistrati che l'hanno rinviato a giudizio, l'ex presidente della giunta avrebbe tentato di favorire la «scalata, al casinò di un gruppo finanziario (con Masi, Chamonal e Giovannino ai danni degli azionisti, minacciandoli di non rinnovare loro la gestione del tavoli verdi. Altro fatto: Andrione — sempre secondo l'atto di accusa — sarebbe responsabile di aver lasciato alla Sitav (società che gestisce il casinò) nove miliardi sulle entrate della casa da gioco spettanti alla Regione, di aver concesso lavori extra al casinò con relativa spesa senza il consenso del Consiglio regionale, di aver avallato la concessione di «fuori busta» ai controllori regionali delle sale da gioco (accusati di malversazione). Di qui le accuse di concussione e peculato. Mario Andrione. del movimento autonomista union valdòtaine, si era dimesso dalla carica di presidente, ma non dal Consiglio regionale. Ora è quasi certo che si rìpresenterà alle elezioni di giugno per il rinnovo delle cariche in Valle d'Aosta.
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