Ferrari bella di notte di Gianni Romeo

Ferrari bella di notte Ferrari bella di notte Tivù e sport di Gianni Romeo Ferrari bella solo di notte. Si potrebbe sintetizzare così il 1987 dei bolidi rossi di Maranello dopo i successi in Giappone e in Australia, quando nel nostro Paese si dormiva della grossa. E così, mentre l'orario europeo» avrebbe propiziato una sbronza collettiva da successo, meno di un milione di persone ha forse sussurrato un evviva sonnolento, facendo attenzione a non disturbare il riposo dei familiari. Si è conclusa cosi in modo esaltante e anonimo la stagione dell'automobilismo, uno dei cavalli di battaglia sui quali la tivù di Stato si mantiene in sella per conquistare pubblico soprattutto giovane dall'assalto dei network. Se non vorrà sciupare questa opportunità, la tivù dovrà rimboccarsi le maniche. Dovrà per intanto, e questo non è un problema esclusivo di via Teulada, garantire sempre riprese di un certo livello, anziché dondolarsi fra alti e bassi che sconcertano. Se è vero che quello dei bolidi è un circo, se è vero che la tivù è la grande mamma di questo circo perché fa da cassa di risonanza e garantisce sponsor, chi comanda il circo dovrebbe creare uno staff di registi sempre all'altezza della situazione, importi alle tivù nazionali, far piazzare le telecamere nei punti giusti. In Italia ad esempio andiamo bene. Andremmo meglio se si riducesse quella gran voglia di inquadrare cartelloni pubblicitari, ma la carne è debole, si sa. L'oscar delle riprese va assegnato proprio alla gara di chiusura, all'Australia. Le immagini sono state stupende sempre, e soprattutto tempestive. Perché se è essenziale inquadrare bene la corsa, è più importante avere la prontezza e la sensibilità per cogliere i momenti-chiave, ignorando magari chi sta in testa per seguire un duello alle sue spalle. Un altro problema riguarda le segnalazioni del computer, utilizzate con il contagocce. E con l cambi di gomme, classifiche spesso rivoluzionate, una tempestiva segnalazione delle posizioni diventa essenziale. C'è Poltronieri, per fortuna, che dà una grossa mano; e di lui èi si può fidare, anche perché le sue segnalazioni arrivano regolarmente in ritardo, quando già il telespettatore ha potuto constatare. Ad Adelaide però l'allievo ha superato il maestro (e non è facile, di solito). Zermiani a un paio di girl dalla fine ha chiesto affannato la linea dai box, poi ha gridato al microfono con il tono di chi ha una ghiotta novità che alla Ferrari avevano segnalato ad Alboreto di non forzare più, di accontentarsi della terza posizione. Essendo staccato in quel momento di una quarantina di secondi da Senna, nemmeno con il jet Albereto avrebbe potuto rimontare... Dallo studio, qualche ora prima della gara, Regazzoni aveva superato allievo e maestro, chiamando Stefano Mantova il giovane pilota Stefano Modena. Forse Regazzoni conosce la geografia, ma dovrebbe aggiornarsi sull'automobilismo. Chiudiamo con l'immagine dei tifosi italo-australiani intervistati dopo la corsa di Adelaide. Uno spaccato commovente di gente che pronunciava 'Alboretti» anziché Albereto, ma che in quel momento si sentiva felice, si sentiva in Italia. Quei cinque minuti finali, più ancora della Ferrari vittoriosa, non ci hanno fatto rimpiangere la levataccia alle quattro del mattino.

Persone citate: Alboreto, Poltronieri, Regazzoni, Senna, Stefano Mantova, Stefano Modena, Zermiani

Luoghi citati: Australia, Giappone, Italia, Maranello