Statuto, un corto circuito all'origine delle fiamme

Statuto, un torto eitxuito all'origino delle fiamme Parlano i periti al processo per i 64 morti Statuto, un torto eitxuito all'origino delle fiamme Respinta dal tribunale la richiesta di fare una nuova perizia Riprende il processo per i 64 morti dello Statuto ed i giudici della 5' sezione del tribunale penale cercano risposte alla domanda: •Perché è bruciato il cinema?». Sono interrogati i periti che, cinque mesi dopo la sciagura, fecero divampare di nuovo l'incendio nella sala di via Cibrario, per individuare le cause vere del rogo. L'esperimento, mai compiuto prima in Europa diede questo responso: •Quel maledetto pomeriggio della domenica 13 febbraio '83, le fiamme furono innescate da un corto circuito dell'impianto elettrico, vecchio ed in condizioni pietose». Secondo gli esperti, il corto circuito avvenne In una scatola di derivazione sistemata nella parte del corridoio che fiancheggia la platea, proprio sopra al tendaggi di una porta, n fuoco si propagò dalla scatola ai rivestimenti della parete: di qui, si trasmise alla mantovana della tenda. Adesso, al presidente del tribunale, Pettenati, e ai giudici a latere Gianfrotta e Ferrante, i periti ribadiscono: ^Quello fu l'inizio del disastro. Il corto circuito è la causa più certa del rogo». Per quasi cinque ore i tecnici Cesare Sangiorgi, Vito Carresela, Aldo Grasso, Rufino Guiducci e Aurelio Ghio argomentano sulla «colpevolezza» della scatola di derivazione: •Dentro c'erano carta e trucioli: materiali che favorirono la combustione. Inoltre, non abbiamo trovato il coperchio della scatola. Se ci fosse stato, avrebbe impedito l'uscita delle fiamme». Di contrario avviso Anastasio Ricci, il tappezziere imputato (lo assistono gli aw. Gian aria e Piacentino) perché nel 1980 partecipò ai lavori di ristrutturazione del cinema: «/Z coperchio c'era eccome, lo applicai io durante le opere di ristrutturazione. Questo significa che la tragedia non s'è sviluppata come dite voi». Lunghe discussioni: alla fine, il prof. Lo zzi e l'aw. Morra, patroni di Nello Palandri, accusato perché rappresentava i vigili del fuoco nella commissione provinciale di vigilanza che consenti allo Statuto di continuare a funzionare, affermano: 'L'eccezionale esperimento giudiziario compiuto allo Statuto è servito per dimostrare la tossicità mortale del fumi causati dall'incendio. Ma non ha provato che la genesi della sciagura sia nel corto circuito: tante vero che il rogo "simulato" fu appiccato con benzina. Bisogna rifare l'esperimento partendo proprio dalla scatola di derivazione, provocandovi un corto circuito». I difensori si associano. Il tribunale, dopo tre ore di camera di consiglio, respinge la richie sta: -Non è necessaria una nuova perizia». Il processo riprende lunedi. c. giac.

Persone citate: Aldo Grasso, Anastasio Ricci, Aurelio Ghio, Cesare Sangiorgi, Gianfrotta, Morra, Nello Palandri, Pettenati, Piacentino, Rufino Guiducci

Luoghi citati: Europa, Vito Carresela