Protestano i forestali calabresi « Non siamo rami da tagliare » di Enzo Laganà

Protestane i forestali calabresi « Non siamo rami da tagliare » Protestane i forestali calabresi « Non siamo rami da tagliare » Sono 24.500 • Ieri hanno bloccato la stazione di Lamezia - Nell'ultimo biennio spesi 690 miliardi CATANZARO — «Vuoi vedere che la crisi governa* ■ va è tutta colpa degli sprechi per i forestali calabresi?hanno commentato abbastanza ironicamente ieri mattina gli assessori regionali prima di sedersi per una lunghissima seduta di lavoro sfogliando la consueta rassegna stampa In cui erano riportati molti pareri sui tagli da effettuare alla nuova finanziaria. A v>ochi chilometri di distanza dal capoluogo Intanto, nella stazione di Lamezia Terme, alcune centinaia di forestali iniziavano un lungo sit-in bloccando il transito dei convogli proprio per richiamare l'attenzione del governo centrale sui loro problemi occupazionali. Chi sono, quanti sono e quanto costano questi braccianti che operano nel settore della forestazione e che ormai impropriamente tutti chiamano forestali? «Sono circa 24.500. Negli ultimi anni con un blocco ferreo nelle assunzioni il numero è sceso di ben 5 mila addetti nonostante la gran fame di lavoro in una regione con 135 mila disoccupati come la Calabria-, puntualizza Giovanni Palamara, assessore socialista al settore. Palamara proprio lo scorso anno denunciò molte distorsioni che si erano avute nel passato e che avevano fatto lievitare 11 numero dei forestali ùn po' per la spinta del sindacati, un po' per vicende politico-clientelari ma anche per una diversa utilizzazione rispetto agli scopi per cui erano stati chiamati più di trent'anni addietro quando, dopo le alluvioni del 19S3, venne varata la famosa addizionale «Pro Calabria». Per frenare il dissesto idrogeologico che aveva causato la Cassa del Mezzogiorno fu incaricata di provvedere al rimboschimento di molte zone montane dove subito dopo la seconda guerra mondiale erano stati abbattuti milioni di alberi. Il numero preciso degli addetti In quegli anni non si conosce; di certo si sa che nel 1974 quando, esauritasi la legge Pro Calabria, 11 settore venne trasferito dallo Stato alle Regioni, i forestali erano 16 mila. Negli anni successivi vi è stato quasi un raddoppio, fino a quando da Roma non s'Impose un alt drastico pena il blocco dei finanziamenti, anche se nel frattempo l'esercito del forestali era lievitato in tutt'ltalia passando da 66 a 200 mila e In alcune regioni — come la Sicilia — gli addetti del settore erano divenuti ancor più numerosi ed In Basilicata, in proporzione, c'erano ormai quattro volte più forestali rispetto a quelli calabresi. Il costo alla comunità nazionale di questo esercito è stabilito ogni anno a Roma. Nell'ultimo biennio, in totale, è stato di 690 miliardi comprensivi delle somme per le opere, per le paghe degli operai e per gli oneri riflessi. Ma ormai sembra si sia deciso di andare verso una disciplina organica della materia con il varo di una legge che prevede interventi nel settore idraulico forestale con una spesa complessiva di 3900 miliardi nei prossimi nove anni. «Solo che sano passati già due anni — ricordano alla Regione — e si va avanti di rinvio in rinvio-. Anche venerdì scorso, nella seduta che si è conclusa con te dimissioni rìel governo Ooria si sarebbe dovuto approvare il testo del disegno di legge. Cosi il problema In generale rischia di trascinarsi ancora a lungo mentre una riduzione del numero degli addetti appare assai difficile anche perché si tratta di una grossa valvola di sfogo nelle zone più povere della Calabria Il monte giornate lavorative per il 1987 era stato fissato in 4 milioni. Una certa parte di questo totale non è stata ancora effettuata e da qui la richiesta dei 15 mila a tempo indeterminato di riapertura dei cantieri con il loro riavvìo al lavoro. La giunta regionale si era detto d'accordo, ma gli uffici periferici del ministero del Lavoro hanno negato 1 dovuti nullaosta. Cosi ieri c'è stata la protesta a Lamezia Terme. Poco dopo le 20 gli operai hanno abbandonato i binari della ferrovia. Il traffico ferroviario da e per la Sicilia riprenderà però solo dopo le verifiche che saranno compiute dai tecnici delle Ferrovie dello Stato sui binari. Enzo Laganà

Persone citate: Giovanni Palamara, Palamara