Craxi blocca il rimpasto di Marcello Sorgi

Craxi blocca il rimpasto I retroscena dell'intesa che apre la strada alla soluzione della crisi Craxi blocca il rimpasto Goda puntava a sostituire alcuni ministri per rafforzare il proprio governo - Ma il leader socialista ha preferito non toccare nulla - Il segretario psi ha comunicato la sua scelta a De Mita con una telefonata ROMA—Il plano era nato nella notte, al solito ritrovo di sempre della pattuglia ■gonacea. del presidente del Consiglio. Venerdì sera da «Settimio», una trattoria specializzata in cacciagione alle spalle del Pantheon, Ooria era entrato scoraggiato, al termine di una giornata in cui la crisi era scomparsa e riemersa dopo 11 vertice per la testarda decisione dei liberali. Vedendolo, un gruppo di ragazzi si era avvicinato, per proporgli un brindisi. -Alla salute — aveva risposto Ooria, levando un calice di spumante italiano —. Beviamo e speriamo che sia d'augurio, perché questa potrebbe essere la mia ultima serata da presidente-. Ma lunedi sera, dopo il primo giro di consultazioni, l'aria a tavola era un'altra. Ooria, sapendo che nessuno degli alleati aveva posto problemi sul suo nome, pensava già a come pilotare il salvataggio del suo governo. «Si tratta di accompagnare con ■ cautela la ricomposizione — diceva ai suoi collaboratori — questa ipotesi ormai si fa strada anche fra i liberali. I socialisti sembra non faccia¬ no problemi. E, quanto ai nostri, le aspirazioni ci sono sempre, l'importante è che la de abbia fatto solo il mio nome*. Cosi, a poco a poco, 11 progetto cominciava a venir fuori. Patrizio Sguazzi, 11 capo della segreteria di Goda, aveva snocciolato il resoconto del suoi sondaggi con 1 liberali. L'impressione, spiegava, è che Altissimo non voglia decidere da solo, che il partito debba venire tutto insieme nella determinazione di rientrare nel governo: quando li vedremo, converrà Invitare una delegazione il più larga possibile. Ooria stesso annunciava di aver avuto da Amato l'impegno a riesaminare la Finanziaria studiando l'eventualità di provvedimenti aggiuntivi utili ad accontentare le richieste del pli. Tiziano Garbo, l'amico-portavoce del presidente del Consiglio, era a caccia di slogan per caratterizzare la nuova fase. «Punire i superbi, sostenere i deboli, unire i divaricanti: be' — sorrideva, sotto gli occhi stupiti degli altri commensali — e se la chiamassimo "operazione reggiseno"?: Battute a parte, il vero obiettivo sommerso del plano era questo: Ooria, convinto di una probabile soluzione rapida della crisi aperta dopò soli cento giorni di lavoro, voleva provare ad uscirne con un rafforzamento del governo. Di qui l'ipotesi, ventilata, non solo di un Impegno sui tagli di spesa nei confronti dei Uberai!, ma di un loro coinvolgimento diretto nella politica economica con l'affidamento di un ministero finanziario. Di qui la previsione, che pareva scontata, di una sostituzione del socialdemocratico De Rose ai Lavori pubblici. Con un piccolo rimpasto, complici le stanchezze e le aspirazioni di sempre degli alleati (Zanone lascerebbe volentie¬ ri la Difesa, Oava è stufo delle Finanze, Tognoll caniblerebbe l'inesistente ministero per le Aree metropolitane con quello dei Lavori pubblici), 11 presidente del Consiglio puntava a disinnescare nuovi ostacoli pronti a sorgere sulla sua strada. Invece 11 rimpasto è tramontato, non ci sarà. Prima ancora che Ooria lo proponesse ufficialmente, Craxi lo aveva tolto dal campo. Ieri •mattina tutto s'è svolto nel silenzio, secondo la nuova tattica inaugurata nella crisi dal segretario del psi. Ma Ooria lo ha capito lo stesso, quando al ritorno dal Quirinale ha sentito circolare lo slogan del tam-tam socialista •Sigonella-bis*: era il se gnale che la crisi, come al tempi dell'Achille Lauro e dell'uscita a sorpresa dei repubblicani, doveva chiudersi con un rinvio alle Camere e con un governo-fotocopia. E la conferma, poche ore dopo, il presidente del Consiglio la aveva dal suo partito. Craxi lo aveva detto a Fori ani, poi confermato a De Mita, in una telefonata accolta con sorpresa ma gradita a Piazza del Gesù: se 1 liberali rientravano, se c'era l'Impegno a trovare una soluzione per le questioni referendarie, 11 psi non poneva altri problemi. Cosi la crisi è rientrata, il ping-pong carico di sospetti incrociati fra de e psi s'è risolto nell'ennesimo armistizio Craxi-De Mita. Ooria ha dovuto accontentarsi, e a chi gli chiedeva se.era pessimista o ottimista all'uscita da Piazza del Oesù ha risposto semplicemente: «Sono realista». Poi, come spesso accade nell'altalena di nubi e schiarite sul pentapartito, la soluzione finale è passata sulla testa di tutti. I più increduli erano i radicali, che avevano un appuntamento con il vertice del psi per il pomeriggio. Si aspettavano una contromossa, erano andati a chiedere a Craxi di farsi avanti e spingere in campo Andreotti: ma a via del Corso hanno fatto anticamera, Craxi li ha ricevuti solo dopo una delegazione di pensionati Anche 1 deputati socialisti sono rimasti sorpresi. Riuniti in assemblea e in attesa di un Intervento 'forte- di Craxi, molti dicevano che 1 giochi erano ancora da fare. •Andiamoci piano a dire che è tutto chiuso-, avvertiva Lagorio. E Tognoll: «£' una trattativa difficile, articolata, non vedo sbocchi ultrarapidi». E Piro: 'Andate a vedere cosaste succedendo nella de». Solo Dell'Unto, arrivato in ritardo, ha capito subito il senso dell'annuncio di crisi risolta che De Michells stava per fare: «Questo governo era debole prima e ora, se possibile, lo è ancora di più. Wall Street lo ha messo in una congiuntura economica difficile da controllare, i referendum gli hanno dato il colpo di grazia. Io vorrei solo sapere se per farlo saltare, e fare un governo vero e forte, dobbiamo a tutti i costi aspettare il congresso della de». Marcello Sorgi

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