Bombardata centrale atomica iraniana

Bombardata centrale atomica iraniana Dieci morti: non è in funzione, ma Teheran sostiene di avervi trasferito materiale fissile Bombardata centrale atomica iraniana NOSTRO SERVIZIO Con un bombardamento a tappeto, i jet iracheni hanno attaccato ieri mattina la centrale atomica iraniana di Busher. Le vittime — secondo quanto ammesso da Teheran — sono almeno dieci, numerosi i feriti, tra cui un tecnico della Repubblica federale tedesca. Ma preoccupa, soprattutto, la possibilità che il materiale fissile racchiuso nell'impianto possa liberarsi e contaminare la regione, un'area costiera fittamente popolata. AH'Aiea di Vienna, l'agenzia internazionale per l'energia atomica, il portavoce Hans Meyer spiega di non aver ancora nessun elemen¬ to ufficiale sull'attacco. «Ma gli iraniani ci hanno appena telefonato denunciando l'aggressione, attendo la protesta e un rapporto ufficiale». Fu proprio Teheran, dopo un altro bombardamento, nel maggio '86, a far sapere che nella centrale (tuttora in costruzione) avrebbe stoccato materiale fissile. Perché? «Solo loro possono rispondere. Come Atea dobbiamo però testimoniare che lo stabilimento di Busher ha finalità esclusivamente civili. L'Iran, del resto, ha sottoscritto il trattato per la non proliferazione nucleare». Meyer sottolinea che, nelle ultime ispezioni, l'impianto non risultava ancora funzionante. «Periodicamente effettuiamo controlli: le caratteristiche della struttura non sono, ovviamente, divulgatili, ma credo fosse tutto in regola». Fughe radioattive? Una possibile Cernobil del Golfo? Il funzionario non si pronuncia: «Se nella costruzione era conservato davvero materiale fissile, le.bombe .potrebbero averlo "liberato". Un reattore esploso, tuttavia, rappresenta un pericolo ben piùgrave». L'impianto di Busher ha una storia tormentata. Lo commissionò l'allora scià Reza Pahlevi all'impresa tedesca «Kraftwerk Union Ag« (Sit-Siemens) per ospitare due reattori da 1190 me¬ gawatt complessivi. Quando giunse la rivoluzione khomeinista le strutture murarie erano ultimate all'80 per cento nel blocco numero uno, mentre l'altro richiedeva ancora lunghi lavori. Il nuovo regime non abbandonò il progetto. I continui raid iracheni, tuttavia, hanno progressivamente allontanato il giorno x (Baghdad si era peraltro già vista radere al suolo una centrale dai jet israeliani). Nel 1985 le bombe — e un Exocet — colpirono due volte la struttura, causando feriti nonché veementi proteste all'Aiea. Dopo l'ultimo attacco, nel maggio scorso, Teheran co¬ municò: «Anche se l'impianto resta da terminare vi abbiamo egualmente trasferito materiale fissile». Più difficile individuare le motivazioni. Anzitutto, l'aspetto deterrente: tutto il mondo avrebbe deprecato i bombardamenti contro un impianto civile addossando agli aggressori'.ogni responsabilità per fughe radioattive. In secondo luogo, il gioco dei venti avrebbe potuto portare la nube oltre la non lontana frontiera con l'Iraq. Ieri il leader iracheno Saddam Hussein ha giustificato il bombardamento spiegando che la centrale «rappresentava una minaccia per' l'intera nazione araba».

Persone citate: Hans Meyer, Meyer, Reza Pahlevi, Saddam Hussein

Luoghi citati: Baghdad, Iran, Iraq, Teheran, Vienna