L'Italia alla berlina sui giornali inglesi di Mario Ciriello

L'Italia alla berlina sai giornali inglesi Ironie per la mancata vìsita di Cossiga L'Italia alla berlina sai giornali inglesi Oggi la Regina inaugura la mostra sui vetri dell'antica Roma DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — L'Italia è tuttora alla berlina, vittima di una stampa britannica eccitata, galvanizzata dal mancato arrivo del presidente Cossiga. Picchiano duro, questi giornali, per il secondo giorno consecutivo, e non pochi italiani s'indigneranno a leggere i loro commenti. Non lo facciano, non vedano in ogni parola uno schiaffo al nostro Paese. Invettiva e beffa sono di casa qui: e tutti le accettano. Basta ascoltare gli incandescenti dibattiti parlamentari. A uno statista straniero che si lamentava di queste frecciate, il'premler Macmillan spiegò: «Dovrebbe sentire cosa dicono di me.. I fogli popolari sfoggiano quel loro pirotecnico linguaggio con cui giudicano ogni evento, ogni persona, da Lady Diana al presidente Reagan. Il Sun, ad esempio: «Gli italiani sono un popolo simpatico e geniale. Se la cavano benissimo quando non hanno nessun governo, per cui avrebbero fatto facilmente a meno per qualche giorno del presidente Cossiga. Adesso, c'è chi vuole concordare una nuova data. Si lasci perdere. Diciamo ciao a questo bambino, permanentemente'. Ciao e bambino sono in italiano. Ancor meno profondi, quelli del Daily Mail. Il suo minl-commento raffronta Cossiga a un tenore che annuncia di non poter cantare. E tutto questo perché è caduto un governo, fenomeno frequente in Italia. » Mamma mia! Tenuto conto delle crisi operistiche che affliggono spesso la politica italiana, si sarebbe pensato che Francesco Cossiga avrebbe avuto pronto un sostitutol: Anche un giornale di alta qualità come il Daily Telegraph cede alle lusinghe del sarcasmo. Peccato. E cosi avvia il suo editoriale: -L'Italia sta cercando di perdere la sua immagine tutta maccheroni e mamma, vuole farsi prendere sul serio dal mondo. Ma questo tentativo rischia ora di affondare». Più serie le valutazioni successive, che culminano però in stizzose rampogne. «E' assurdo che un partito con soltanto il 2 per cento dei voti possa abbattere un importante governo occiden.tale»; «Le visite di Stato non consistono unicamente di cerimonie e banchetti, ma offrono anche l'occasione per molti concreti accordi d'affari che, a loro volta, cementano gli affetti economici e politici fra due Paesi; e, così, i molti amici dell'Italia non, capiranno perché una piccola crisi politica l'abbia indotta a snobbare un alleato». Altre pagine traboccano di elogi, di abbracci e baci all'Italia. Sono quelle del «supplementi», scritte e stampate in anticipo, prima che l'infelicità liberale bloccasse Cossiga sul Tevere. Ricordano le lettere d'amore vergate prima della baruffa. Alcuni giornali hanno fatto in tempo a togliere l'inserto; altri, come il Times, hanno avuto successo parziale. E, cosi, ieri, migliaia di londinesi potevano esplorare il suo ricco special report intitolato «Italia, una nazione vitale, in marcia», mentre l'ambasciata d'Italia era alla disperata ricerca di quelle preziose 18 pagine, unico raggio di luce nell'improvvisa oscurità. Non è buio ovunque, però. Oggi, alle 16,30, la regina Elisabetta visiterà al British Museùm l'eccezionale mostra' «I vetri del Cesari», un avvenimento che figurava, a lettere d'oro, sul programma di Cossiga. La sovrana sarà ricevuta da Carlo De Benedetti, presidente e amministratore delegato della Oli vetti. L'azienda d'Ivrea non ha sponsorizzato l'esposizione, ha fatto di più, l'ha realizzata dall'Inizio alla fine, portando a Londra, da ogni parte del mondo, i 160 vetri, creati in 600 anni di storia romana. Mario Ciriello