Parisot i vortici dell'Informale

Parisot. i vortici dell'Informale TORINO: MOSTRA ANTOLOGICA DI DIPINTI E DOCUMENTI Parisot. i vortici dell'Informale TORINO — La formula è banale e proverbiale, ma sacrosanta, e giustamente è stata proposta da Albino Galvani nel corso di una tavola rotonda per la mostra antologica di dipinti e documenti di Adriano Parisot organizzata da Mirella Bandirli per la Regione Piemonte al Circolo degli Artisti (fino al 13 dicembre): meglio tardi che mai. Parisot, classe 1912, ma entrato a pieno tempo nella pratica pittorica solo sui trent'anni, è tra quegli artisti e animatori di cultura, come Galvano, come Scroppo, nemici del clangore, ma pieni di entusiasmo, che hanno Iniziato e sorretto a Torino, negli ultimi quarant'anni, l'apertura verso le grandi esperienze internazionali, sulla strada già indicata, in solitudine, da Spazzapan. A parte un paio di esempi, densi di pittoricismo, di Nature morte fra guerra e dopoguerra, 11 nucleo della seconda sala è costituito dalle robuste strutture cromatiche, dalle semplificazioni plastiche della fase «concretista» 1948-1953. L'accento personale, rispetto ai compagni di strada, locali e milanesi, e la visualizzazione di fermenti paralleli alle astrazioni neocubisie del giovane rivoluzionario More ni e di una sorta di germinale memoria storica, ma in termini attualissimi, di quella-cui tura, del secondo futurismo, che aveva avuto a Torino fra le due guerre una vivace presenza. Questa memoria emerge dal dinamismo espressionistico della prima opera idi svolta», precoce. Zona celeste del 1947. e si precisa negli anni successivi nel Piloti e in Rifornimento sottomarini del 1951. D'altronde uno del primi (e in seguito ricchissimi) sodalizi di cultura e di idee con vecchie e giovani personalità dell'avanguardia è quello con Prampolini, vero gran maestro europeo del secondo futurismo. Vi è dunque, nel Parisot concretista, un'inquietudine, una vibrazione emozionale, un sentirsi e un voler essere ben dentro in un tempo di grandi sommovimenti, vissuti alternativamente nei due osservatori di Torino e di Parigi Non vi è volontarismo né velleitarismo, ma spontanea, naturale pulsione, fra soggettività e consonanza con 1 tempi della sperimentazione non figurativa, nell'esplosione •informale» fra 1953 e 1954. Il salone del Circolo degli Artisti è riservato al vasti documenti, ai vortici e alle apparizioni bruno-rossastre di questa esplosione, fra 1954 e 1961 (le serie di Stratificazioni, che costituiscono lo snodo fra le due stagioni, di Possibilità della materia, di e i l i i a , o t , , e i i e a i i e e 4 o di di Esistenza H), esposti in apposite ingabbiature lignee, in realtà alquanto discutibili, dall'allestitore architetto Colombo. Questa fervida stagione creativa fa di Parisot una figura di spicco dell'Informale non solo italiano, secondo quella particolare accezione con venature surrealiste (penso soprattutto a Bryen) e primi riflessi della «pittura d'azione» statunitense, per cui Tapié conterà la felice definizione di «Art Autre». E qui cade, in parallelo con il nuovo slancio di Parisot pittore, il suo livello finalmente riconosciuto di diffusore di avanzata cultura, non solo figurativa (le presenze di Fenoglio, del troppo dimenticato filosofo Pietro Chiodi), attraverso la rivista / 4 Soli. Fondata nel 1954, vissuta sia pure con interruzioni fino al 1969, / 4 Soli è giustamente indicata già nel 1957 tra le maggiori riviste d'arte dell'avanguardia europea, assieme a Numero, XX Siècle, Cimaise. Phases. L'Oeil, Quadrum. La redazione veneziana è tenuta da Vedova, quella romana da Prampolini negli ultimi anni di vita; collaborano Beverini, Anceschi, Dorfles; vi esordisce la giovane critica francese con Restany, che introduce 1 concetti delì'esthétique autre molto prima dell'approdo di Tapié a Torino alla fine degli Anni 50, e italiana: Crispolti, che precocemente illustra Pollock, Tobey, Kline (riproduzioni di De Kooning compaiono già nel primo anno, 1954), Trini Lea Vergine. E nel 1959 compare un saggio sul neodadaista-pop Jasper Johns. / 4 Soli, nata in ambito «concretista» e prestissimo proiettata in direzione dell'arte di materia, segno, gesto (memorabile l'inserto del 1955, voluto da Parisot e Vedova, su un Wols ancora pressoché ignorato), si estende dunque, con estrema aderenza ai tempi ma con altrettanto Impegno di approfondimento critico, fino alla pop art e all'astrazione minimalista di Nolane! e Stella. Nel primi Anni 60, giunge al maggior grado una singolare osmosi fra l'azione culturale della rivista e l'evoluzione linguistica di Parisot pittore. Sulle ricche stesure informali della tela compaiono presenze oggettuali, guanti impronte, forse anche per uno scambio di forme e di Idee con la compagna di sperimentazione da un decennio, Carol Rama. E la strada di questo protagonista senza clangori di mente e di mano perennemente giovani continua fino a oggi nel rorido panorama dell'astrazione cromatica. Marco Rosei Adriano Parisot: «Pilori e guerriero» (1951, olio su tela)

Luoghi citati: Bryen, Parigi, Piemonte, Torino