Necrologi per un sindaco che non è morto

Necrologi per un sindaco che non è morto Lo scherzo di un anonimo che annuncia la scomparsa del primo cittadino di Lecco Necrologi per un sindaco che non è morto DAL NOSTRO INVIATO LECCO — Il sindaco Giulio Boscagli ha un certo pallore. E' magro: la mano destra gioca con un elastico giallo. E' teso: un sorriso, gli riesce tirato. Come si sente, signor sindaco de di Lecco? 'Adesso? Adesso bene...». Un sorriso che non è di sofferenza: è quasi rabbia. Lascia l'elastico, prende il «Corriere della Sera», lo apre a pagina 9, legge a voce bassa e si commemora. Ottava colonna, necrologio: «£' mancato all'affetto dei suoi cari Giulio Boscagli sindaco di Lecco Ne seguono altri sette, tutti partecipi ed affranti Lecco lo piange e commemora. Potenza di un necrologio su un grande quotidiano: di un necrologio falso e di uno scherzo pesantissimo e nero. Il sindaco Giulio Boscagli, 39 anni, moglie e quattro figli, per buona parte dei quasi 50 mila lecchesi è morto lunedi 16 novembre: «£' morto il sindaco, l'ho letto sul giorna¬ le Il cordoglio di Pierluigi Polverari, vicesindaco e deputato psi, quello del senatore de Cesare Golfari, della democrazia cristiana di Lecco, di Comunione e Liberazione, della Banca Popolare di Lecco, del settimanale cattolico «n Resegone » e di due monsignori di Curia. Non fosse de del «Movimento Popolare •, non avesse sposato la sorella di Roberto Formigoni, lecchese illustre e fondatore di «Comunione e Liberazione», non fosse un razionale professore di matematica il sindaco Boscagli, 39 anni, in Consiglio comunale dal '79. assessore alla pubblica istruzione fino al marzo '86, quand'è salito di carica avrebbe ripassato gli scongiuri: dalle corna, alle dita incrociate, al toccamento di cornlnl ed altro. 'No, proprio non mi sembra il caso — dice paziente —. Questo mi sembra soltanto, e davvero, uno scherzo di cattivo gusto». Lecco l'ha capito parecchio dopo. Subito, invece, la giunta dc-psi-pli denuncia. Anche Giuseppe Conti, il capogruppo pei, depreca: 'Atto ignobile e contrario ai metodi della dialettica politica». Lionello Colombo, di democrazia proletaria, deplora: •Non è nella logica dell'opposizione». L'ufficio stampa del sindaco comunica: «£' un gesto ben lontano dal dibattito civile che dovrebbe animare la nostra città». Ma questi sono i cittadini del palazzo, quelli che — dopo aver telefonato in municipio per sapere dei funerali — hanno poi inteso lo scherzo. Per gli altri, i quasi cinquantamila lecchesi, è stato ben diverso. Alle 7,30 il chirurgo dell'ospedale aveva appena terminato il turno. 'Dottore mi spiace per il sindaco, so che era suo amico», gli dice l'infermiera. B chirurgo non capisce: «Cosa?». Quando legge i sstte necrologi sette, ci crede pure lui. 'Alle 7,45 — racconta il sindaco — il mio amico chirurgo mi hn telefonato a casa. "Pronto?", dico io. E lui, stupito: "Sei tu, sei tu Giulio?". "Si, sono io, che c'è?". "Scusami, sai, ma mi avevano detto che sei morto...". "E chi?". "Come chi, l'ho letto sul giornale"». Un'ora dopo, accompagnati i figli a scuola, il sindaco è arrivato in Municipio: «Non avevo comprato il Corriere, tanto la mazzetta dei giornali la trovo sul mio tavolo...». Davanti al Municipio, che è accanto alla stazione, c'era una piccola folla. Vigili urbani, impiegati, lecchesi di passaggio. Tutti con l'aria mesta. «ATt sono accorto, mentre arrivavo, che tutti guardavano nella mia direzione e guardavano proprio me». •Allora è uno scherzo, il sindaco è qui!», grida per primo un vigile. La colletta per la corona funebre era già in corso. E pure per un telegramma. Che giornata piena per 11 sindaco che non è morto. 'Ho dovuto rinviare appuntamenti, ho telefonato a Como, a Milano, a Roma. Telefonate a tutti per dire che non ero morto. Telefonate per ringraziare chi ha partecipato al lutto». Roberto Formigoni, il cognato, ha chiamato tra 1 primi: 'Picchia duro», è stato il Giovanni Cerniti (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Luoghi citati: Como, Lecco, Milano, Potenza, Roma