Rinascono i consigii di fabbrica

Rinascono i consigii di fabbrica Più democrazia tra i metalmeccanici per bloccare Peffetto-Cobas Rinascono i consigii di fabbrica La maggior parte non era rinnovata da 8 anni - Una bozza d'accordo per garantire anche le minoranze - Domani l'intesa all'esame della Fiom-Cgil - Saranno eletti trentamila delegati in rappresentanza di un milione e mezzo di lavoratori ROMA — Finalmente 1 consigli di fabbrica del metalmeccanici, che in parecchi casi non vengono rieletti da sette-otto anni, saranno rinnovati. I tre sindacati sperano che questo 'bagno di democrazia» negli stabilimenti sia una 'buona medicina» anche per contrastare il fenomeno dei Cobas. Un milione e mezzo di metalmeccanici saranno chiamati ad eleggere oltre 30 mila membri del consigli di fabbrica. Il passaggio obbligato per avviare questo rinnovamento delle strutture di base è l'accordo fra le tre federazioni di categoria: Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm. In questo momento, dopo parecchie riunioni avvenute nelle settimane scorse, c'è una bozza che alcuni (Uilm e Firn) definiscono un accordo politico, mentre la Fiom precisa che «non si può ancora parlare di bozza». La Fiom ha convocato per domani l'esecutivo nazionale «per definire — ci ha dichiarato il segretario organizzativo Luigi Mazzone — la posizione dell'organizzazione sui diversi punti». A giudizio di Mazzone «non si può ancora affermare che si è alla vigilia dell'accordo». Uilm e Firn Invece esprimono ottimismo. Il leader della Uilm, Lotito, ci ha dichiarato: 'In questi mesi si è lavorato intensamente al progetto dei consigli di fabbrica. E' stato espresso un grande sforzo unitario. Tutti adesso debbono dire la parola finale nel più breve tempo possibile. I nuovi consigli di fabbrica dovranno perseguire almeno due obiettivi immediati: rinsaldare ed estendere il rapporto con tutti i lavoratori; gestire la contrattazione aziendale che partirà nella prossima primavera». Per la Uilm ha partecipato al negoziato con Fiom e Firn il segretario nazionale Regazzi, il quale ci ha detto: 'Il documento politico che abbiamo redatto dovrà essere ora trasformato in un vero e proprio testo di accordo. Quando si comincia a scrivere possono sorgere inciampi anche sulle virgole, però credo che non si possa perdere altro tempo». Impressione prevalente è che la Fiom (o una parte di questa organizzazione) intenda ottenere modifiche dell'intesa che viene giudicata troppo garantista a favore, della Uilm ed anche della Firn. Morese, il leader della Firn, non desidera intervenire sul tema dei consigli di fabbrica »prima che la Fiom si sia pronunciata». In base agli orientamenti che si stanno delineando i consigli saranno profondamente trasformati rispetto a quelli esistenti che risalgono all'accordo del 1971 messo in crisi dalla rottura della Federazione unitaria del metalmeccanici avvenuta nel 1984 sulla vertenza della scala mobile (referendum). Sarà superato il sistema della scheda bianca; verrà adottato un sistema doppio di elezione in modo da garantire le minoranze; la titolarità all'interno della fabbrica sarà riconosciuta alle organizzazioni sindacali; 11 monte ore (cioè i milioni di ore lavorative che le aziende devono mettere a disposizione, in base ai contratti e allo statuto dei lavoratori, per l'attività sindacale) non sarà più di proprietà dei delegati ma diventerà di competenza delle organizzazioni sindacali; i consigli non potranno più •legiferare» su tutto, ma avranno la rappresentanza contrattuale dei tre sindacati. Chiariamo con degli esempi alcuni dei punti. Delegati grandi e medie aziende — Non ci sono grossi problemi. Se, per ipotesi, i delegati da eleggere sono 100, il 35 per cento, in questo caso 36, vengono eletti direttamente dalle tre organizzazioni in parti eguali (12 per la Fiom, altrettanti per la Firn e la Uilm). Gli altri 64 vengono eletti da tutti i lavoratori su una lista comune formata da candidati delle tre organizzazioni (ogni candidato ha a fianco la sigla del sindacato di appartenenza). Il lavoratore può votare un solo nome. In questo modo si tutelano le minoranze. Nella scheda c'è anche un rigo bianco per votare, eventualmente, un nome non designato dal sindacato. Questo lavoratore, se eletto, dovrà però dire successivamente con che organizzazione intende stare. Delegati piccole aziende — La questione è più complessa ed è su questa parte dell'.intesa politica» che parecchi della Fiom 'puntano i piedi», specialmente per le piccolissime aziende. Ecco due esempi: se i delegati da eleggere sono 6, tre vengono assegnati ai tre sindacati (uno per ognuno) e gli altri tre vengono eletti da tutti ì lavoratori con il sistema descritto sopra. Se i delegati da nominare sono tre (è questo il punto più caldo) la lista elettorale è di nove candidati (tre per organizzazione) ma l'organizzazione più debole (in molti casi si tratta della Uilm) per avere un delegato deve ottenere almeno l'8 per cento dei voti validi. L'intesa dovrebbe avere due anni di sperimentazione. Sergio Devecchi

Persone citate: Lotito, Luigi Mazzone, Mazzone, Morese, Regazzi, Sergio Devecchi

Luoghi citati: Roma