Berger: «E ora il mondiale»

Bergen «E orci il mondiale» L'esaltante finale di stagione alimenta i sogni dell'austriaco in F. 1 Bergen «E orci il mondiale» «Maranello e io abbiamo lo stesso obiettivo» - «Le nostre vetture rimarranno al vertice» -, «In gara posso migliorare» questo proprio in un momento di crisi di Michele Albereto. Le pole posltion, i due successi (e l'affermazione solo sfiorata in Portogallo) portano la firma del pilota austriaca Ha fatto lui la differenza che ha permesso di uscire dal tunnel, sopperendo a quelle carenze che la vettura poteva ancora avere. Dice Berger: «Non so se si poteva fare di più. Abbiamo lavorato molto, ma l frutti sono arrivati soltanto alla fine. E' stata una stagione particolarmente dura, ma io sono abbastanza soddisfatto. E soprattutto sono contento di essere alla Ferrari: Continua l'austriaco: «Mi sono chiesto più volte se non avessi commesso un errore: potevo restare alla Benetton, avevo ricevuto offerte dalla Williams e dalla McLaren. Forse se fossi andato in una di queste due scuderie i risultati sarebbero stati più immediati. Ma qui, con Maranello, ho maturato un'esperienza inimitabile. L'ambiente è difficile ma reattivo, stimolante. Ci sono state tante pressioni. Però siamo riusciti a trovare una soluzione per ogni problema: L'allontanamento di Bar¬ nard dalle piste, 1 rapporti con Alboreto, con la squadra. Cosa ha Influito negativamente? -Nulla. Io stimo molto John, ho fiducia nelle sue capacità tecniche. Ma non ho disagi con gli altri All'inizio il team era un po' freddo nel miei confronti. Adesso le cose sono cambiate; credo che mi vogliano bene. Con Michele ci sono stati degli attriti, forse delle incomprensioni. E' naturale in uno sport individualistico come questo. Ma non abbiamo mai litigato. Ed ora i rapporti, da qualche settimana, sono ottimi: I momenti più difficili? •Durante le corse di SUverstone ed Hockenheim. Avevo del dubbi, ero un po' demoralizzato. Poi la situazione si è raddrizzata. Anche-quando ho commesso l'errore che forse mi ha fatto perdere la corsa in Portogallo, non mi sono sentito colpevole. Lo avevo fatto convinto di agire nel modo migliore, per vincere*, Cosa pensa Berger di Enzo Ferrari? «Purtroppo non parlo ancora bene l'italiano. Non ho avuto modo di conoscerlo a fondo. Mi ha colpito, tuttavia, una sua capacità straordinaria, soprattutto se si considera che è un uomo di quasi novantanni. E' la prontezza della mente. E poi la determinazione, la voglia di stare al vertice. In questo mi identifico con l'Ingegnere: Adesso vi aspetta un invernò impegnativo, con tante prove e decisioni non facili «Questo non mi spaventa: Da casa mia, in Austria, posso arrivare a Mannello in un amen: mezz'ora per andare all'aeroporto, 35 minuti di volo per Bologna e altrettanti per Fiorano. L'importante è preparare bene la prossima stagione. Credo di avere raggiunto sinora il mio limite solo nelle qualificazioni. In gara posso ancora migliorare. Ragion per cui sono pronto a lavorare: •La Ferrari — ha concluso Berger — deve lottare per il mondiale. Ed io itolo stesso obiettivo. Ci vogliono delle motivazioni per andare forte. E' un discorso vecchio: sei veloce se hai la spinta psicologica giusta. E se c'è la carica puoi migliorare ulteriormente. Se le nostre vetture saranno all'altezza, e ne sono convinto, l'anno prossimo suoneremo un'altra musica, non solo pili qualche brano esaltante come in Giappone ed Australia, ma un'intera sinfonia: Cristiano Chlavegato DAL NOSTRO INVIATO ADELAIDE — E campionato 1087 di Formula 1 ha chiuso 11 suo lungo cammino. Otto mesi di gare, di tensioni, di episodi da ricordare e da dimenticare. In bilancio u dominio della Williams, 11 primo mondiale vinto dal motori Honda, il terzo titolo di Nelson Piquét. Peccato che sia mancata la sfida finale tra il brasiliano e Nlgel" Mansell, rimasto infortunato nelle prove del Gran Premio del Giappone. L'inglese è stato comunque 11 miglior pilota della stagione con sei successi all'attivo. E' stata una stagione difficile, di transizione, con 1 propulsori turbo ancora protagonisti e quelli aspirati non ancora competitivi. Questo fatto tecnico ha spezzato le corse: da urla parte i grandi team, dall'altra le piccole squadre Impegnate per i trofei Chapman e Clark (vinti, come è noto, dalla Tyrrell e da Jonathan Palmer). Sul plano tecnico-agonlstl co non ci sono state grandi novità: la Williams era favorita ed ha confermato i pronostici. La Lotus è stata una meteora come nel recente passato, la McLaren è calata leggermente, la Benetton non ha saputo fare quel salto di qualità che poteva essere alla sua portata. In fondo, anche se attesa, la nota positiva è arrivata dalla Fer rari che ha chiuso il campionato in un crescendo entu siasmante, culminato con la doppietta di domenica, con Berger ed Albereto davanti a tutti. La scuderia di Maranello ha saputo, poco alla volta e non senza difficoltà, ritrova' re spirito e risultati. Due successi costituiscono un bl lancio positivo, se si considera che tutto era nuovo, quasi, nella, squadra: l'inserimento di Berger, quello assai più difficile di Barnard, il ritorno In pista di Postlethwaite. il motore rldlsegnato, telalo ed aerodinamica delle vetture completamente rifatti, l'adozione di una elettronica sofisticata, l'uso della telemetria anche in corsa per ricavare i dati necessari a controllare attimo per attimo la «salute» delle macchine. Nel ritorno Ferrari al vertice spicca anche un elemento umano. Maranello sembra avere trovato un trascinatore in Gerhard Berger, e