I Dodici ripartono da due di Barbara Spinelli

I Dodici ripartono da due I Dodici ripartono da due Anche se la storia spesso lo ha smentito, forse questa volta Jean Monnet ha ragione: non il sottomesso vivacchiare bensì il succedersi di scosse secernerà un'Europa occidentale più reattiva, fiera di se stessa. Non la divisione tra chi ha ragioni di temere e chi non le ha, bensì una paura che trasgredisce le frontiere, e tende ad assomigliarsi più del prevedibile. Esattamente questo sta avvenendo nei rapporti tra Francia e Germania Questo spiega la fretta quasi ansiosa di creare istituzioni bilaterali in campi inesplorati: nell'ottobre scorso Parigi e Bonn hanno deciso di dar vita a un Consiglio comune di sicurezza, primo nucleo di una difesa integrata europea che diminuisca il tradizionale isolamento francese. Poi son passate all'economia, e adesso vogliono anche creare un Comitato congiunto che coordinerà le due strategie finanziarie e monetarie. Il coordinamento non è semplicemente intereuropeo: l'obiettivo è di fronteggiare assieme la sfida di un'America più fragile, non più del tutto egemonica e non più del tutto tutrice. Gli europei finora hanno risposto con muti stupori alla nuova introversione statunitense: a quella affiorata dopo gli accordi missilistici con l'Urss, e a quella emersa in concomitanza con il tracollo delle Borse, e del dollaro. In un'Europa divenuta più vulnerabile, i francesi si sono scoperti parzialmente nudi con la propria atomica nazionale, e i tedeschi hanno cominciato a intuire i limiti di un negoziato diretto — mai veramente europeizzato — fra il solidissimo marco e il volubilissimo dollaro. Sia Francia che Germania, quindi, hanno sentito che da sole non ce la facevano, che una parte della loro sicumera svaniva. Che urgeva reagire, lanciare segnali simbolici. Ma reagire immediatamente, senza aspettare la bradipica concordanza fra tutti i governi Cee. La Comunità seguirà, se vorrà: in tal modo hanno ragionato, durante l'incontro di Karlsruhe, Kohl, Mitterrand e il premier Chirac. L'Europa seguirà ma prima dovrà apprendere, per l'appunto, che magari l'unione fa la forza, ma che all'origine dell'unione come della forza deve innanzitutto esserci il timore — condiviso — di soccombere a un pericolo, e Barbara Spinelli (Continua a pagina 2 in prima colonna) Rapiti in Etiopia due tecnici italiani ROMA — Due tecnici italiani sono stati con ogni probabilità sequestrati ieri mentre percorrevano in auto, con alcuni etiopici la strada per Bahar dar-Kunzua, nella regione del Coggiam. Lo ha reso noto ieri sera la Farnesina I due sequestrati. Salvatore Barone, di 27 anni, e Paolo Bellini di 36 anni, sono dipendenti della So.Ri.Ge., società di Treversetolo, nel pressi di Parma che sta eseguendo prospezioni geologiche. L'ambasciatore italiano si è recato nella zona del presunto sequestro, che finora non è stato rivendicato. II primo del tre mezzi è riuscito a passare al posto di blocco, operato da presunti guerriglieri, che hanno poi sparato ' alle gomme della seconda camionetta costretta a fermarsi II terzo fuoristrada in coda è riuscito a fermarsi e a ritornare verso Bahar Dar. (Amai I

Persone citate: Chirac, Jean Monnet, Kohl, Mitterrand, Paolo Bellini, Salvatore Barone