Benfante viveva con la moglie di un amico

Sentante viveva con la moglie di un amico Sentante viveva con la moglie di un amico Da due anni - Si è scoperto ieri al processo contro Giuseppe liberti, condannato per minacce al suocero - La donna interrogata nella notte dai carabinieri sulle amicizie del marito e della vittima Uno dei tre uomini uccisi a Chivasso, Salvatore Benfante, 32 anni, viveva da due anni con Vincenza Lo Fermo, moglie di Giuseppe Liberti, calabrese, 34 anni, processato, ieri mattina, e condannato a un anno e mezzo di carcere, per minacce al suocero Luigi Lo Fermo, titolare del bar Ceveda, alla Falcherà, via degli Abeti 10. C'è un legame tra questi due fatti? Gli inquirenti escludono che la strage possa essere stata ordinata per punire Benfante. Una cosa è certa: Benfante era molto amico di Liberti. In una pausa del processo. Luigi Lo Fermo ha parlato dei loro rapporti: -Parlavano di comprare un camion, di mettersi nei trasporti. Giuseppe l'ha portato a casa e presentato come un amico. Sa come vanno queste cose, una visita dopo l'altra è nata la confidenza. Quando mio genero è finito in carcere, la moglie si è messa con Salvatore-. Vincenza Lo Fermo non si è presentata in aula, assente giustificata: subito dopo la strage, è stata interrogata dai carabinieri. B processo a Liberti ha un prologo sorprendente. In aula non c'è il difensore e il presidente della prima sezione Cirillo reagisce duramente nei confronti dell'imputa¬ to e di quanti prendono sottogamba la giustizia: -Non voglio tenere una conciane, non mi è permesso dal ruolo che rivesto. Ma lei ha nominato quattro avvocati. In ordine, Cavallo, Mussa, Matta e Marta, e adesso qui non c'è nessuno. Il "cittadino" imputato ha tutti i diritti e forse lei non ha alcuna colpa perché ha creduto di poter agire cosi. Ma dopo la nomina del terzo difensore doveva specificare a quale dei due precedenti legali rinunciava. Si critica tanto la lentezza della giustizia ma tutti fanno in modo di intralciarla. A cominciare da chi prende troppi avvocati (uno basta e avanza), per finire con i testimoni. D'ora in poi, applicheremo le sanzioni per l testimoni che non si presentano, fino al massimo di 400 mila lire di ammenda-. Arriva il quarto difensore, Gian Luigi Marta, e il processo può cominciare, il 17 luglio scorso, Liberti, uscito dal carcere di Susa dove ha scontato una condanna per furto e detenzione di un'arma non denunciata, piomba nel locale del suocero, minacciando di fare un macello se non gli fanno vedere 11 figlio Alessandro, 7 anni, affidato alla madre. Un'ora dopo ritorna, scende dall'auto di un amico e i presenti assistono ad una scena western: spara l'intero caricatore di un'automatica, disegnando una rosa di colpi attorno al suocero Luigi Lo Fermo. Lo sparatore fugge, ma viene catturato. In aula Liberti non ammette nuUa: «Aflo suocero è mezzo pazzo. La verità è che ha tanti nemici-. Presidente: «Afa chi sono questi nemici?-. Liberti: • Gente che fa casino al bar-. Una spiegazione che non gli evita la condanna, ma che forse può costituire una pista per gli inquirenti. La sceneggiata western con 11 suocero ha tutto il sapore di un avvertimento. Claudio Cerasuclo m m Salvatore Benfante

Luoghi citati: Chivasso, Susa