Una scia di sangue lunga sedici anni

llim sciti di ssampsie Bsaiaggfi sedici gitili Dal '71, 11 esecuzioni firmate dai killer della malavita in bar e ristoranti llim sciti di ssampsie Bsaiaggfi sedici gitili S'inizia con la strage legata al «racket delle braccia» in piazza Vittorio (4 uccisi) - Poi, dal '74 all'84 la guerra tra clan rivali per il controllo della prostituzione e del mercato della droga - Quest'anno otto omicidi ancora insoluti Tre persone ammazzate in un circolo. E la memoria torna a quel 1* maggio 1971, piazza Vittorio Veneto imbandierata per la Festa del Lavoro. Quel giorno, poco dopo le 9, il cottimista Carmelo Manti, originario di Condof uri (Reggio Calabria), uccise a colpi di pistola quattro esponenti del «racket delle braccia». Teatro della strage fu il bar «Mazza», gremito di gente. L'assassino dichiarò, subito dopo l'arresto: 'Non potevo pagare la tangente, mi avrebbero ucciso-. Quattro morti: è il triste primato in vent'anni di cronaca nera a Torino. Da quel giorno, e per molti anni, la catena di delitti maturati nel mondo della malavita s'è allungata a dismisura. E molte esecuzioni hanno caratteristiche analoghe a quella di Chivasso. 22-23 maggio 1976 — E' uno dei giorni più neri vissuti dalla città: in 24 ore tre persone sono uccise in luoghi diversi. Tra queste l'al¬ gerino Aissa Bouhuerraoua, 34 anni, noto come «Mustafà»: muore alle 19,45, nel bar di via Principe Tommaso 14. L'assassino entra dall'ingresso principale, insegue la vittima che cerca rifugio nel retro e la fulmina con un colpo alla tempia. La sera dopo tocca a Franco Imperia, 31 anni, di Foggia, precedenti per sfruttamento della prostituzione. Un giovane mascherato entra nella pizzeria «Baffone» di via Germanasca, si avvicina al tavolo dove la vittima sta mangiando: spara cinque volte, sempre a segno. 29 gennaio 1977 — Nevica fitto su Torino. Vitale Arlotta, 38 anni, entra nel bar «Maxim» di via Alliotta. Dentro, otto pèrsone: il barista, la moglie, sei avventori che giocano a carte nel retro. Nessuno vede i killer: sparano almeno dieci colpi, quasi tutti a segno. Arietta si era recato al caffè per un «incontro di pace». Scrive il cronista: -Un'esecuzione che -llllirillM II llllllltll II Hill MI II MI l>. I II 111 II II ricorda analoghi delitti avvenuti negli ultimi mesi-. E' il perìodo «caldo» nella guerra tra 1 grandi clan della mala: bilancio, oltre 60 omicidi. 11 giugno 1978 — Ore 17,10, bar «Tavola fredda» di corso Regina Margherita. Vincenzo Moncada, 39 anni, pregiudicato e, forse, legato al clan dei foggiani, ha appena iniziato una telefonata. B killer scende da una «127», si cala il cappuccio sul volto: entra, due passi e comincia a sparare. Sette colpi, e altri sfiorano due bambine. Moncada riesce a fuggire, ma morirà pochi minuti dopo. L'assassino se ne va Indisturbato. 28 gennaio 1981 — Cinquanta clienti del bar «Accademia» di largo Montebello assistono, impotenti, alla fredda esecuzione di Riccardo Rosalia, 27 anni, secondo la polizia «pedina del traffico della droga-. Entrano in due, uno tiene a bada gli avventori, l'altro spara due volte a Rosalia, poi lo finisce. Poche settimane prima, davanti a un bar di via Filadelfia, era morto Marino Provvisionato, 33 anni, assassinato davanti a decine di persone. 25 settembre 1981 — Tre colpi alla schiena, due alla testa: cosi muore Franco Calcagno, 36 anni, in libertà vigilata per sfruttamento della prostituzione. I due killer, il volto coperto dal passamontagna, lo sorprendono al bar «Perù» di strada San Mauro. Calcagno tenta la fuga dal retro, non gU lasciano scampo. 7 luglio 1982 — La lotta tra trafficanti di droga fa un'al- . ì 11 111111 .1 11 i 11 11 ■ 111111111M111M11111 ■ MI ■ 1111111111111tra vittima. E' Angelo Martino, 34 anni. I killer lo raggiungono nel bar-pizzerìa di via Prìncipe Tommaso e gli svuotano un caricatore in pieno petto. E' da poco passata la mezzanotte, venti clienti assistono all'esecuzione. 6 settembre 1983 — Delitto in trattoria, in frazione Pasta di Rlvalta. Muore Carlo Sanna, 34 anni, calabrese, già sospettato di omicidio, suoi assassini usano un fucile a panettoni e ' feriscono alle gambe e alla schiena un avventore. 20 maggio 1987 — Alle 22,30, Roberto Rizzi, 28 anni, albergatore, sta chiacchierando con alcuni amici, voi ge le spalle all'Ingresso del bar «Tre moschettieri» di via Pollenzo. Non vede il giovane che da mezzo metro gli spara due colpi alla nuca. Inutili, per ora, le indagini. Quest'anno 1 killer hanno già colpito sei volte e sono tornati Indisturbati nell'ombra. Bilancio: otto morti.

Luoghi citati: Chivasso, Perù, Reggio Calabria, Torino