Adescare non sarà più reato di Liliana Madeo

Adescare non sarà più reato __ — / 1*6; ' In Parlamento sei proposte per modificare le nonne sulla prostituzione Adescare non sarà più reato __ — / 1*6; ' ; ; ; : / .;:6: La legge Merlin sarà cambiata, ma nessuno vuole il ritorno alle case chiuse - Fra i punti della riforma vi è anche l'eliminazione del reato di favoreggiamento: permette troppa discrezionalità - Pene più severe per lo sfruttamento dei minori ROMA — Sono diventate sei le proposte di legge per modificare le norme sulla prostituzione. Nella passata legislatura si erano fatti avanti pel, psi, dp. Adesso si sono mobilitati anche msl e pli, per iniziativa — rispettivamente — degli onorevoli Carlo Tassi e Stefano De Luca. Se non ci fosse stato lo scioglimento anticipato delle Camere, forse si sarebbe potuto arrivare in tempi ragionevoli alla discussione in aula del testo unificato, che era stato studiato nella commissione Giustizia di Montecitorio. Forse la nuova legge poteva arrivare giusto a trent'anni di distanza dalla rivoluzionaria abolizione delle «case chiuse», per cui si era battuta non senza incontrare ostilità e incomprensioni la senatrice Merlin, nel '58. Si riparte daccapo, adesso. Di nuovo c'è un gran fermento intorno al problema. Sembra che non ci siano neppure grosse differenze fra i partiti che vogliono rivedere e aggiornare le norme in vigore. Ma 1 nostalgici delle «case chiuse» non hanno gettato la spugna e i loro sogni di sesso si concretizzano ora negli Eros Center, quei grandi supermercati del proibito che esistono nei Paesi del Nord e che molti si adoperano perché si aprano anche da noi. • Questa prospettiva — osserva l'on. De Luca — è in agguato: è l'altra faccia della cultura conservatrice •Queste modifiche alla legge Merlin — ricordano le donne della commissione femminile del pei—sono appena una parte del lavoro da fare, per costruire una cultura nuova della sessualità: Tutti i partiti che chiedono modifiche alla legge Merlin partono dalla considera- zione che quello fu un grosso passo avanti nella cultura e nella coscienza del Paese. Allora si affermò che la prostituzione era una attività legittima, che nessuno — e tanto meno lo Stato — poteva autorizzare e proteggere le «case di tolleranza», agevolare e sfruttare la prostituzione. Ma la legge non fu abbastanza chiara su altri punti specifici. Ad esemplo, preve¬ de la stessa pena per lo sfruttamento, la tratta internazionale delle prostitute, semplici atti di favoreggiamento, persino la tolleranza della prostituzione. Per cui è punibile chi affitta casa alla prostituta, chi l'accoglie in un locale pubblico, chi l'aiuta a raggiungere il posto di lavoro o le cura i figli, il marito che dorme con lei. La rete dei rapporti di amicizia, solidarietà, affetto, conoscenza che la prostituta può avere rischia di cadere nel sospetto del favoreggiamento. I margini di discrezionalità e intolleranza sono stati grandi, finora. «Si è finito col ribadire la catena che avvince la prostituta al mondo dello sfruttamento; dice Patrizia Amaboldi, firmataria della proposta di democrazia proletaria. Per le senatrici Marinucci e Manieri, sociali¬ ste, la criminalizzazione di chi vive e lucra sulla prostituzione ha finito per criminalizzare le prostitute stesse. La Cassazione, ad esemplo, ha stabilito che la prostituta che esercita in casa sua «é responsabile di una casa di prostituitone» e che due prostitute che vivono e lavorano nella stessa casa «gestiscono di fatto una casa di prostituzione e si sfruttano a vicenda». Q liberale De Luca, che era stato relatore del testo unificato discusso .alla commissione Giustizia della Camera, ha presentato una proposta di legge che coglie 1 punti su cui pei, dp, psi si erano trovati d'accordo. Essenziali sono: eliminazione del reato di adescamento (-questa parola non la vogliamo più sentire — dicono le donne del pei — fa parte della cultura dell'ipocrisia, fa pensare a un cliente candido che viene distratto dalle sue nobili meditazioni: la società è già tutelata dal codice penale che contempla i reati di molestia e atti contrari alla pubblica decenza»), e del favoreggiamento, che non trae utili e vantaggi nella relazione con le prostitute (per l'on. De Luca è importante - far uscire le prostitute da una sorta di clandestinità sociale che le consegna nelle mani degli sfruttatori e-delle organizzazioni criminali» e affermare la distinzione fra norma morale e norma giuridica). Su altre questioni convergono orientamenti analoghi: nessuna schedatura sanitaria, i patronati per la rieducazione e il reinserimento vanno eliminati, pene più severe per lo sfruttamento dei minori, dei tossicodipendenti, degli handicappati. L'on. De Luca dice: -Non ho trattato l'aspetto fiscale, di cui pure si era discusso, e che tutti, mi sembra, per ora non intendono affrontare. In linea astratta non sono contrario a far pagare le tasse alle prostitute. Ma, in concreto, è difficile tracciare una demarcazione fra le prostitute che lavorano per strada, e le signore che stanno a casa loro e guadagnano appartamenti, viaggi, gioielli. Si può incorrere in una grande ingiustizia fiscale». Liliana Madeo

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