«Così Hoxha uccise Shehu»

«Così Hoxha u€€ise Shehu» Il profugo Iliy Bulica lancia nuove accuse all'ex leader albanese «Così Hoxha u€€ise Shehu» Era diventato scomodo • «La polizia circonda l'ambasciata d'Italia che ospita i fratelli Popa» NOSTRO SERVIZIO ATENE — Mehmet Shehu fu liquUi&to per iniziativa di Enver Hoxha che aveva cominciato a temerne la crescente influenza. Il dittatore albanese non amava le teste pensanti e il suo primo ministro, pur allevato alla scuola del padrone, con l'andar del tempo si era dimostrato un'intelligenza scomoda. La tesi è di niy Bulka, il trentottenne interprete del Comitato olimpico albanese il quale, poco più di un mese fa, mentre accompagnava la squadra di Scutari a un incontro del primo turno della Coppa delle Coppe a Malta, chiese asilo politico al transito da Atene. •Hoxha era infastidito dall'ascesa di Shehu* ha detto ieri, nel corso di una conferenza stampa, l'ex funzionario albanese il quale ha precisato di appartenere a una famiglia dell'establishment comuni¬ sta. Shehu veniva ormai considerato, anche in campo internazionale, il successore di Hoxha al vertice del Paese. Sull'improvvisa 'fine del primo ministro, di cui si disse nel 1982 che si fosse suicidato, non furono dati maggiori particolari, ma una storia verosimile cominciò a circolare poco dopo negli ambienti del partito di Tirana. •Quando Hoxa decise di sbarazzarsene* racconta Bulka «provvide dapprima a comprometterlo agli occhi degli altri membri del Politburo albanese, costringendo il figlio di Shehu a fidanzarsi con la figlia di un professore dell'università di Tirana, classificato come oppositore del regime. Dopo di che fu convocata una riunione plenaria del vertice del partito, nel corso della quale i fedeli di Enver Hoxha rovesciarono un diluvio di critiche sulla politica economica condotta dal governo*. Mehmet Shehu fu indotto all'autocritica^ mW'W non apparve-etrffleierrte-al-}dittatore. •Devi farne un'altra, ancora più profonda* pare egli abbia detto al primo ministro. Shehu ne fece un'altra e poi si rivolse a Hoxa, chiedendogli se ne era soddisfatto. Alla risposta negativa, Shehu avrebbe allora risposto irritato: • Va bene, vedrai che domani ne faccio una migliore*. La promessa sottintendeva una minaccia. Hoxha ne fu intimorito, conoscendo l'ascendente raggiunto dal suo interlocutore sul pubblico. «Non te la prendere compagno* gli disse allora conciliante •vieni piuttosto a prendere un caffè che ne discutiamo insieme*. Nessuno a Tirana sa cosa accadde in quella stanza, se fu Hoxha stesso o un suo sicario a sparare sul primo ministro, ma si venne a sapere che le pal¬ lottole a uccidere Shehu furono due, cosa improbabile in un suicidio v™'^ s •&'-e/ueata-i'atmosfera-di terrore mafioso che tuttora avviluppa il Paese, grazie alle fitte strutture messe in piedi da Enver Hoxha nel corso di quattro decenni di potere assoluto e sanguinario* dice il transfuga Bulka, aggiungendo che per sfuggire un tale regime i giovani albanesi affrontano anche la morte sul confine o le impossibili evasioni a nuoto nelle acque del mare Jonlo. Oppure le disperate imprese, come quella dei fratelli Popa, rifugiatisi da mesi nell'ambasciata italiana di Tirana assediata giorno e notte dalla polizia albanese. A proposito del Popa, Bulka ha detto che le autorità albanesi hanno più volte chiesto la consegna del rifugiati ma l'ambasciata italiana si è sempre rifiutata. Minas Minassian

Luoghi citati: Atene, Italia, Malta, Scutari, Tirana