La scienza in cerca di un'etica
La scienza in cerca di un'etica DIBATTITI: LA RICERCA BIOLOGICA AL DI LA' DEL BENE E DEL MALE? La scienza in cerca di un'etica Bambini senza cervello fatti nascere solo per donare gli organi, tessuti fetali venduti all'Ingrosso ai laboratori di ricerca, veri o presunti uomini-scimmia, malati lasciati come zombie a soffrire un'agonia senza speranza: nemmeno la seconda splendida edizione del vocabolario Devoto-Oli registra il termine «bloetica» eppure tutti ne parliamo. Quel che appassiona insieme il cardinale Ratzinger e le femministe, i Verdi e gli scrittori apocalittici, turban- do sdeiiziaU e gènte comune è la combinazione di mo- 8truoalta e ^ ^^a^ ^ nuoye ^rche biologiche. Aborto e parto, malattla, agonia e. morte, crescita e vita sono esperienze di tutte le famiglie e anche chi non ha la più vaga idea di che cosa sia l'addo desossiribonucleico è dunque perfettamente legittimato ad avere forti opinioni, prò o contro l'ingegneria genetica. In modo curioso sono stati finora Chiesa Cattolica e movimenti verdi e femministi a incalzare il dibattito e cosi, forse per sopperire ad una imbarazzante lacuna, la Biblioteca della liberta, rivista trimestrale del Centro •Luigi Einaudi», raccoglie nel suo ultimo fascicolo un dibattito laico sulla bloetica. n saggio centrale, di Uberto Scarpelli, discute le difficolta che la cultura laico-ra¬ zionalista ha nell'affrontare 1 temi incerti, oscuri ed emozionali posti dalla bloetica. Ricominciando da zero Scarpelli propone un ritorno al «principio di tolleranza; senza il quale trova pressoché impossibile stabilire un fondamento etico, per esempio, all'eutanasia, cui è favorevole. Viene fuori 11 suggerimento di un'etica sospesa, senza tavole delle leggi, sperimentale, moderna. E' Silvana Castlgnone a proporre, Integrando il percorso di Scarpelli, un «Welfare genetico': se fino ad adesso la bioetica ha coinvolto 11 corpo dell'uomo e della donna e discusso della liceità o meno di intervenire su di esso, è giunto invece 11 tempo di includere nelle nostre preoccupazioni 11 tema del bene e del male in riferimento all'intera biosfera, vale a dire gli esseri viventi non umani e l'ambiente. La rivista è chiusa da un inquietante intervento del teologo Sergio Quinzio che rlaggloma nel confronti di Scarpelli la critica che Max Horkheimer fece già all'illuminismo. Quinzio si chiede se «specialmente dopo l'Aids, non sia proprio la tolleranza a generare oggi, nelle nostre società, nuovi disastri: se per esempio non siano causa di danni e di orrori potenzialmente addirittura più distruttivi della società la precoce autonomia dei figli nei confronti dei genitori dai quali pure continuano economicamente a dipendere, o l'omosessualità e la promiscuità sessuale vantate come libertà, o l'estendersi dell'uso della droga o l'eccesso produttivistico e consumistico'. Il tema del dissenso è la «norma», deve essercene una o no? Sono tutte ugualmente tollerabili o c'è un bene e un male? Ha ragione il premio Nobel Rita Levi Montalcinl quando ammonisce gli scienziati «non tutto ciò che si può fare, si deve fare*? Contemporaneamente alla 'Biblioteca della libertà' esce dagli Editori Riuniti una nuova rivista. Beri, che raccoglie il dibattito di un gruppo di donne, Intellettuali di sinistra. Il primo numero dialoga sugli stessi temi della «Biblioteca» con vari saggi, tra cui un magistrale intervento della scienziata Elena Gagliasso, su un terreno che tiene contemporaneamente presenti. cercando di superarle, le preoccupazioni di Scarpelli e l tormenti di Quinzio. Per la Gagliasso è tempo di affermazioni decise: 'Nella sperimentazione scientifica "bene" è ogni intervento che comporta un rallentar mento del degrado complessivo della biomassa sul pianeta, contrastando cosi la crescita dell'entropia: "male' è il contrario'. I primi passi della bloetica vanno guidati •dall'antico sentimento di responsabilità che costituisce da sempre il patrimonio d'esperienza di chi si prende cura di un altro»: se, alla sua nascita, la scienza influenzava il sistema economico-politico, oggi finisce invece con l'esserne diretta < dunque la 'Costruzione di un'etica delie responsabilità politiche e dei soggetti è certo più difficile di un'etica di valori assoluti, ma sul tempo lungo è dotata di più forza, rispetto all'etica del diritti ed è peraltro utile nell'immediato». Da queste letture, dal faticosi sforzi verso una bioetica non «fondamentalista», un abbozzo di alternativa tra le tesi di chi, come l'americano Rifkln, vuol fermare tutta la ricerca e quelle di chi non vede nessun pericolo: né limiti formali alla scienza né suo valore taumaturgico, ma una scienza responsabile, matura come una nuova saggezza. Gianni Biotta
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