«Il mio Schnitzler è un visionario»

€<U mia Scfmlfefer è un visionario» €<U mia Scfmlfefer è un visionario» Thierry Salmon e «La signorina Ose» a Modena MODENA — Può uno spettacolo teatrale divenire l'immagine vivente di un racconto letterario? Non una trasposizione o riduzione drammatica ma l'Inseguimento di un'utopia la trasformazione della pagina scritta In un corpo scenico rispettoso di ritmi interni, di durata interiore e di tutti quegli stilemi che sono prerogativa del lavoro letterario. E' quanto ha cercato di fare Thierry Salmon mettendo In scena per l'Ater, al teatro Stordii di Modena, La signorina Else, racconto di Schnitzler a metà strada tra l'analisi freudiana e 11 monologo interiore di Joyce, scritto nel 1924 e nel "29 divenuto film muto a Berlino, nella riduzione dello stesso Schnitzler e del regista Paul Cztaner. Quel film, interpretato da Elisabeth Bergner, la più grande attrice del tempo, potrebbe avere ispirato La voix humaine di Cocteau, presentata come atto unico nel 1930. Ora Else è interpretata da Angela Melfitano, che Thierry Salmon pone in scena (insieme con tutti gli altri) al di qua di un muro. Nelle intenzioni del regista quello sbarramento rappresenta 11 claustrale cervello della donna e la sua impossibilità di raggiungere una completa libertà. Infatti Else è soprattutto una vittima di se atessa e del proprio sentire. E' giovane, bella cortegglatissima, ma si toglie la vita per salvare la famiglia dal disonore di un dissesto finanziario. Antonio Baldini, in una nota Introduttiva al racconto, l'ha definito la storia del martirio e della dannazione di una ragazza moderna - Ma non è questa tragedia che Thierry ha voluto rappresentare. Piuttosto, i disagi della coscienza e. soprattutto, «il racconto, la filigrana del racconto, non la storia. Ho lavorato sul suono, ho fatto leva sull'immaginario, ho provocato il distacco tra il personaggio e il testo. I personaggi non recitano, sono reali, vivono un'altra storia e, poco per volta, entrano nella Signorina Else e inducono lo spettatore a capire che la realtà si avvicina alla finzione». La signorina Else è il secondo spettacolo Italiano di Thierry. Questo belga trentenne, diplomato al Conservatorio musicale di Bruxelles e a 22 anni già regista di classici («/n Belgio non si possono che rappresentare i clastici, il teatro di ricerca non esiste»), ha allestito l'anno scorso per 11 festival di Pontederà Agatha della Duras e prepara per l'anno prossimo Le troiane In un'edizione multinazionale (con attrici tedesche, francesi, belghe e italiane) che in estate saranno assemblate in un unico spettacolo a Glbelilna Sembra quasi che abbia cercato e ottenuto una seconda cittadinanza artistica Lui non conferma e non nega Dice che tornerà a lavorare In Belgio, ma l'Italia è un'altra cosa c'é più libertà e gli attori sono impareggiabili. Spiega: «In Belgio sono più freddi. Oli italiani hanno persino un diverto modo di muoversi, e poi hanno una grande disponibilità, vogliono andare avanti». Osvaldo Guen-ieri

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