Svelati i misteri del grande Vivaldi

Svelatiimisteri del grande Vivaldi Un libro e un concerto Svelatiimisteri del grande Vivaldi Catalogate le raccolte Foà e Giordano Che un vero tesoro di musiche antiche fosse custodito negli scaffali della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino era cosa ben nota agli specialisti di tutto il mondo: i 27 tomi di opere di Vivaldi, con la più grande collezione di autografi esistente al mondo, i 10 delle opere di Alessandro Stradella, i 16 preziosissimi volumi delle intavolature tedesche per organo del Secolo XVII godono da tempo di una fama mitica presso i musicologi italiani e stranieri. Ma die cosa realmente contenessero le due Raccolte 'Mauro Foà' e 'Renzo Giordano', oltre le opere suddette, era difficile saverlo altrimenti che con la consultazione diretta dello schedario. Ora, finalmente, le intere raccolte sono state catalogate con criteri scientifici e il catalogo — un volume di 600 e più pagine — viene pubblicato dalle Edizioni Torre d'Orfeo con la sponsorizzazione dell'Associazione Piemontese Industriali Chimici: un matrimonio tra industria e cultura musicale che onora la prima ed offre alla seconda uno strumento essenziale di conoscenza e di lavoro. Sfogliare il volume che verrà presentato domanipomeriggio all'Unione Industriale significa entrare finalmente nel cuore delle due raccolte: la sfilata dei compositori rappresentati con autografi, copie manoscritte e opere a stampa è di straordinaria ricchezza e levatura: dal Cinquecento ai primi dell'Ottocento quasi tutti i grandi e una folla di autori minori sono abbondantemente rappresentati in un fiume di musica che scorre impetuoso toccando tutti l generi, dall'opera al concerto, dal madrigale alla musica sacra. Ed è da questa messe che sono stati scelti i cinque concerti di Vivaldi in programma domani sera all'Auditorium della Rai con il violinista Carmagnola e la Piccola Sinfonica di Torino diretta da Agostino Orieio. Non meno appassionante del contenuto delle due raccolte è però la loro storia. La Biblioteca Nazionale di Torino le ricevette in dono, rispettivamente, nel 1927 e nel 1930 da Roberto Foà e Filippo Giordano che vollero in tal modo onorare la memoria dei loro figli, Mauro e Renzo, morti in giovane età. Esaminando accuratamente i volumi della prima accessione, acquistati da Foà presso un collegio religioso cui erano stati lasciati in eredità dal conte Marcello Dutozzo, si scopri che rappresentavano solo la metà di una biblioteca più ampia, e che l'altra metà era in possesso del Marchese Giuseppe Maria Durazzo appartenente alla medesima famiglia genovese di antichissima e illustre nobiltà: dalla quale acquistò i libri, appunto, il Giordano. Nell'ampia introduzione al volume, Alberto Basso ricostruisce come un vero •giallo» bibliografico le vicende che portarono alla ricostituzione del fondo originario, già appartenuto a Giacomo Durazzo, ambasciatore della Repubblica di Genova a Vienna e direttore generale dei teatri viennesi sino al 1764, personaggio chiave della cultura musicale settecentesca perché promotore in prima persona di quella ri forma del melodramma che trovò la sua attuazione nelle opere di Gluck e Calzabigi. E da Durazzo, attraverso un lavoro di sagacissima investigazione bibliografica, Alberto Basso risale indietro, individuando nel bibliofilo veneziano Jacopo Soranzo (1686-1761) il possessore di molti pezzi gelosamente conservati, ora, a Torino. Sono volumi bellissimi, con rilegature antiche di gran pregio e, talvolta, con Incisioni e disegni di qualità: anche il pubblico potrà ammirarli nella mostra che verrà inaugurata martedì pomeriggio nelle sale della Biblioteca Nazionale e che rimarrà aperta sino al 26 novembre. Paolo Gallaratl

Luoghi citati: Durazzo, Genova, Torino, Vienna