Arriva il mais ecologico

Arriva il mais ecologico Un progetto realizzato dalTEnichem in un centro statunitense Arriva il mais ecologico A parità dì rese, lo si potrà coltivare usando meno antiparassitari - Ricerche anche su altre colture per ottenere piante più resistenti a insetti, virus, funghi e batteri NEW YORK — Sta nascendo una rivoluzionaria varietà di mais, ad «alta assimilazione di azoto*. Le nuove piante, all'apparenza slmili alle attuali (forse più verdi e rigogliose), permetteranno, a parità di resa, di ridurre l'uso di fertilizzanti chimici con notevoli vantaggi sui costi e sull'ambiente. Al progetto (uno dei più avanzati oggi al mondo) sta lavorando un'azienda italiana, l'Enlchem. Se tutto filerà liscio, la nuova varietà sarà sperimentata In Italia nel 1988 e la produzione potrà cominciare nel 1992. Ce lo conferma 11 presidente deìl'Enlchem America, la società del Gruppo Eni che da alcuni anni ha avviato un'intensa attività di ricerca negli Stati Uniti per conto della consorella italiana Enichem Agricoltura «Abbiamo cominciato con il mais e i risultati sono incoraggianti — dice Alfredo de Marzio —. Ora stiamo pensando anche ad altri tipi di colture per ottenere piante più resistenti agli stress, insetti, virus, funghi e batteri: Aggiunge: .L'America é un punto di riferimento, un osservatorio privilegiato nel campo della ricerca agrobiotecnologica. Poter lavorare qui, per la nostra agricoltura e in stretto contatto con i ricercatori e coltivatori italiani, è determinante per conse¬ guire buoni risultati: Per raggiungere questi obiettivi, l'Enlchem ha realizzato un centro Motecnologlco a Princeton, nel New Jersey; 27 fra tecnici e scienziati (a fine anno saranno 50), laboratori di ricerca e serre sperimentali, un centinaio di computer disseminati ovunque e connessi in rete ad un grande elaboratore centrale, strumentazione scientifica d'avanguardia. Ha avviato col¬ laborazioni con enti privati ed Università, ala nel campo della ricerca che nella formazione. Quattro giovani ricercatori Italiani (presto saranno in dieci) lavorano già da alcuni mesi presso la Iowa State University. In uno di questi centri sperimentali, a Waterloo, nel cuore verde dell'America, abbiamo potuto assistere alla raccolta delle prime spighe del mais del Duemila •Siamo ancora in fase spe¬ rimentale — dice Anne McClung, genetista — ma contiamo di avere presto un Ibrido capace di dare la stessa produzione con il 20-30 per cento in meno di azoto*. I ricercatori deìl'Enlchem sono sicuri di aver imboccato la strada giusta: -Molti agronumi sono ancora convinti che le capacità di assimilare del fertilizzane da parte della pianta diventano minime dopo la fioritura. Non è così, ne abbiamo le prove. Lavorando su questo aspetto, da sempre trascurato, selezionando linee ad alta resa e con grande apparato fogliare, potremo ottenere ibridi ad alta efficienza di atoto». Nessun ricorso alle biotecnologie, dunque, ma solo tecniche tradizionali: incroci e selezioni Su questo punto gli scienziati sembrano d'accordo: •L'ingegneria genetica, soprattutto per il mais, non è ancora matura — conferma McClung — se ne parlerà nel Duemila: Taglio del costi, aumento della produttività e miglioramento qualitativo, maggiore attenzione all'ambiente: la corsa verso il supermais continua ovunque negli Stati Uniti, n granoturco non teme la concorrenza di altri cereali (come la sola), non sembra aver paura delle eccedenze. L'Usda (United States Department of Agricolture) ha avviato da tempo un programma di ricerca su come utilizzare i surplus di produzione e 1 risultati sono sorprendenti. L'amido di mais è già usato per produrre pesticidi e film biodegradabili per l'agricoltura, come stabilizzatore contro le erosioni dei terreni, per proteggere le sementi e persino nella carta igienica e nei pannolini. Tito Gaudio

Persone citate: Alfredo De Marzio, Anne Mcclung, Tito Gaudio

Luoghi citati: America, Iowa, Italia, New Jersey, New York, Stati Uniti