Resta vuoto il posto di Husak

Resta vuoto il posto di Husak Resta vuoto il posto di Husak MOSCA — Gustav Husak non c'era. Tra 1 leader dei Paesi dell'Europa orientale, quello cecoslovacco era l'unico assente dalla Piazza Rossa, Ieri mattina. Husak aveva lasciato Mosca due giorni fa, al termine del Forum organizzato da Gorbaciov al Cremlino; ma a differenza del polacco Jaruzelski, non .è tornato per la sfilata di Ieri. Un vuoto nel palco riservato alle autorità del Paesi alleati che ha subito rilanciato le voci di un dissenso tra Praga e Mosca sugli, avvenimenti del '68. Quasi un giallo, complicato dal discorso che venerdì 11 leader cecoslovacco ha pronunciato al suo rientro da Mosca: smentendo qualsiasi contrasto con 11 Cremlino, a sorpresa ha corretto» il giudizio sulla Primavera di Praga, definendola -un'occasione per migliorare la gestione della società e dell'economia», fallita a causa della -debolezza dei dirigenti del partito e dell'azione di forze di destra». Dichiarazioni per molti aspetti clamorose, dal momento che Husak è stato il «normalizzatore» del dopo-Dubcek e soprattutto uno dei dirigenti del blocco socialista che ha mostrato maggiore diffidenza nel confronti del nuovo corso sovietico Husak, sfoggiando uno stile gorbactoviano, ha parlato di -errori e sbagli di carattere soggettivo, tendenze a precorrere gli eventi, culto della personalità e violazioni di legge che hanno portato a una crisi crescente negli Anni 60» e ha reso omaggio al -programma rivoluzionario di ristrutturazione» In corso in Urss. Semplice trasformismo, conversione forzata alla perestroika, anche al prezzo di riabilitare il pericoloso modello del '68? Un'assenza «protocollare», ma densa di significati per il rituale comunista, riapre interrogativi e perplessità. Tutto era cominciato mercoledì con un'ennesima conferenza stampa «stile glasnost» dello storico Smirnov che aveva fatto capire, abbastanza scopertamente, di augurarsi un riesame della Primavera di Praga. Altri responsabili sovietici, interrogati sull'argomento, avevano in seguito aumentato la confusione: il redattore capo di Tempi Nuovi, Ignatenko, ha smentito che volesse rivedere l'analisi degli avvenimenti cecoslovacchi; mentre Georghi Arbatov, esperto di problemi Est- Ovest, ricordava la -situazione complessa del '68 in Cecoslovacchia» e -le cose che ancora non conosciamo; Contemporaneamente 11 > numero due del dipartimento internazionale del Comitato Centrale, Vadlm Zagladin, negava che al Forum di Mosca fossero arrivati messaggi di Dubcek di congratulazioni o di venti dissidenti cecoslovacchi, come annunciato Invece a Praga e a Vienna. Un membro del Comitato Centrale, Chakhanazarov, dichiarava Invece di aver visto il messaggio di Dubcek per Gorbaciov, ma di non avere Informazioni sul messaggio del venti. Venerdì in contemporanea al discorso di Husak, la conferma da Mosca che Dubcek aveva inviato un messaggio al leader del Cremlino per felicitarsi del suo discorso per 1 70 anni della Rivoluzione in cui aveva ribadito la necessità della perestroika. Ma a Mosca è arrivato anche un secondo, imbarazzante messaggio da Praga: un appello di venti ex dirigenti del partito che furono tra 1 protagonisti della Primavera del '68 tra cui l'ex ministro degli Esteri Hajek, Slavik, Stlhan, ora animatori del dissenso, n documento è stato inviato al Forum a cui hanno partecipato esponenti anche del partiti socialisti e comunisti dell'Occidente, con Interventi spesso fortemente critici per la prima volta riportati .senza censure dalla stampa sovietica. -Visto che nel vostro incontro parlate di socialismo e democrazia — scrivono 1 firmatari del documento —, pensiamo che non possiate dimenticare la Primavera di Praga e il suo soffocamento. I problemi conseguenti continuano ad essere aperti: il documento elenca 1 caratteri dell'esperienza di Dubcek, quasi una lezione anticipata di perestroika e glasnost: «Venti anni fa nella situazione del nostro Paese, la democrazia venne considerata il solo strumento, la sola via possibile per l'esistenza del socialismo. Di qui prese le mosse un programma di riforme per tutti i campi della vita della nostra società. Esso corrispondeva a quelle che erano allora le nostre conoscenze, le nostre esperienze. Su quel programma si trovarono d'accordo le forze creative del partito e la maggioranza della nostra società, degli operai soprattutto», e. st.