Scandalo lungo a Roma

Scandalo lungo a Roma Evangelisti punta d'un iceberg grande e inevitabile Scandalo lungo a Roma Storia infinita di errori e inganni (in Italia e all'estero) utili anche per far vincere Olimpiadi a personaggi famosi - Se si vuole c'è la ribellione dell'uomo al computer La vicenda di Giovanni Evangelisti, saltatore In lungo accreditato al recenti Mondiali di Roma, dunque già, In piena era tecnologica, di un 8,38 — misura da medaglia di bronzo — che era Invece un 7,80 (e 68 centimetri sono un bel po', si diverta ognuno a rapportarli con qualcosa di suo, o di famigliare), può Indignare ehi è predisposto a ciò, o che deve esserlo per ragioni sue, contingenti (Nebiolo presidente della federatletlca italiana e mondiale ha tanti nemici da tanti anni, prescindendo anche dalle prossime elezioni al Coni, cioè dal referendum sportivo di cui pochi parlano, quasi fosse un referendum politico), può far sorridere, deve far meditare. Perché, ad esempio, invece che di sconfitta dello strumento, non si parla di rivincita dell'uomo? In buona o in cattiva fede un giudice è riuscito a burlare macchine complicatissime, a inguaiare computer attentissimi, e a provocare, in Evangelisti già rassegnato (c'è al proposito una foto eloquente) perché conscio del suo Insuccesso, un repente balzo di gioia, per elementare Inevitabile chimica dei sentimenti. Non si sapra mal bene se l'errore è stato voluto, anche se ci pare che per favorire l'italiano In Italia c'erano, nella stessa gara, occasioni assai migliori. Però si sa già adesso che gli strumenti non sono onnipotenti. L'Italia consegna al resto del mondo dello sport non solo l'idea di una possibile truffa ma anche quella di una accessibile ribellione. Parliamoci chiaro: la truffa nello sport esiste sempre e da sempre, e 11 doping ancora uno del mezzi di truffa più onesti, perché almeno è pericoloso per chi lo ospita in sé. n fattore-campo non è altro che l'istituzionalizzazione della truffa, qùantojaneno del.coi' namento. Parliamoci chiaro: si crede davvero che un professionista, un automa di certi gesti, renda di più perché la folla amica lo incoraggia? Il discorso vale per tutti gli sport, sia chiaro, e specialmente per il calcio, con la pressione del pubblico sull'arbitro. Ogni nazione ha la sua antologia segreta e il suo dossier pubblico. Per restare all'atletica, in Italia si parla Roma-Mondiali, un documento: dopo il salto incriminato Evangelisti sembra deluso, ma un giudice lo invita a guardare il tabellone che gli fa il regalo della medaglia di bronzo del primato italiano dei 400 stabilito da Ottollna a Sassari correndo per 394 metri, grazie ad una corsia volutamente errata; del martello sparito di Taddla dopo un primato nazionale; persino di un incavo spedale nel disco del grande Consollnl (niente dolo, solo errore nel record italiano femminile del lungo, con un metro regalato, a Mosca, alla Capriotti). Ma si parla anche di Wolfermann tedesco occidentale portato a vincere 11 giavellotto olimpico, nella sua Monaco 1972, da una misurazione fasulla che gli regalò quei 2-centiimetri-2 dell'oro all'ultimo lancio. E la grande Rosendhal sarebbe stata, nella stessa Olimpiade, assai «evangellsUzzata» nel lungo. E nell'alto, sempre a Monaco, 1 giudici dell'alto avrebbero favorito la «locale» Meyfarth bloccando l'asticella tremolante. Poi a Mosca 1980 ci fu la storia del grande portone succhiarlavellotti, succhladischi, sue chiamarteli! aperto a fondo stadio quando lanciavano i sovietici. Non ci scandalizziamo, anche se c'è scandalo. Slamo lietissimi che l'af(are-Evangelisti sia venuto alla luce. L'altra sera, con il fiore dell'atletica italiana (Panetta, Pavoni, Demadonna «chesiscrivetuttoattoccato », Masullo) si parlava della cosa con serenità, decidendo che Evangelisti vale assai come campione e come uomo, e che prenderà comunque, presto, una medaglia giusta. E amen. Pretendere che un mondo affollato di interessi enormi e di ogni genere, da quello economico a quello politico, riesca a esentarsi dall'errore e anche dal dolo è secondo noi persino ipocrita Adoriamo lo sport show-business, guai se non ce lo danno, poi vogliamo che lo stadio sia la grotta di Betlemme. 81 dice che lo sport è vita e allora non può non essere anche, ogni tanto, porca vita Importante è che si facciano le pulizie, che lo sbaglio non sia regola che il dolo non sia abitudine, o peggio ancora vizio. E che se un uomo, Incapace o distratto o comandato, batte 11 computer, si riesca almeno a sorridere. Gian Paolo Dimezzano