Ricerca Ires per la Regione
Ricerca Ires per la Regione Ricerca Ires per la Regione Smentite le preoccupazioni degli Anni 70 Come si presenta l'industria dell'auto Italiana, ed in particolare quella piemontese (che copre più del 50 per cento della produzione totale) dopo i profondi mutamenti avvenuti in questi ultimi 15 anni? Alla domanda tenta di dare una risposta, uno studio commissionato dalla Regione Piemonte all' Ires (istituto di ricerche economico-sociali), in vista della •Terza conferenza europea sull'industria automobilistica» che si terrà, a fine novembre, ad Anversa, per inziativa del Consiglio del Comuni e delle Regioni d'Europa. Dalla ricerca emerge subito un dato importante: dal 1970 al 1984 sono raddoppiati i consumi delle famiglie italiane per riacquisto di mezzi di trasporto». Un elemento che, sommato all'entità delle entrate fiscali legate alla motorizzazione (21,8 per cento di quelle totali), dimostra il ruolo ancora fondamentale del settore auto nel panorama dell'economia italiana. •Le preoccupanti prospettive degli Anni 70 —ai legge nella ricerca delllres, presentata ieri in Regione dall'assessore all'Industria, Giuseppe Cerchio — sono state smentite: non abbiamo assistito alla fine dell'automobile, al trasferimento di produzioni verso Paesi del Tergo Mondo con un basso costo del lavoro, ad una staticità tecnologica o alla totale standardizzazione del prodotto. Il "caso Fiat", con il suo processo di "riorganizzazione produttiva", è esemplare: Sul piano occupazionale, la ricerca fa notare lo spostamento del •baricentro produttivo» dal Piemonte — che ha visto calare gli occupati del settore del 32 per cento tra il 1970 e l'84 — ad altre regioni, e cita un dato: nel decennio "71--81. alla riduzione degli addetti nelle industrie automobilistiche (oggi circa 200 mila) si è contrapposta una crescita di quelli del cosiddetto «indotto a valle» (strutture di commercializzazione, servizi di riparazione e assistenza, trasporti, strade, assicurazioni, ricerca, pubblicità) passati da 700 mila a 780 mila. Ma, se c'è stato un recupero produttivo ed economico, non per questo il futuro è senza incognite, soprattutto a livello europeo, dove la concorrenza è sempre piò aspra e c'è una sovraccapadtà produttiva annua, nella Cee, di circa 2 milioni di unità su undici e mezzo. Per il futuro dell'auto in Europa — un mercato ormai quasi saturo, che si affida piò alla «sostituzione» del prodotto che al «primo acquisto» — saranno quindi determinanti, secondo lo studio, le politiche governative in materia fiscale, antl-lnqulnamento e di viabilità nei centri urbani. Una materia che in Italia è complicata dall'intreccio di competenze fra Stato, Regioni e Comuni Nello stesso tempo le strategie delle aziende produttive dovranno spaziare su un fronte sempre più ampio e settortalizzato, dove appare determinante, ai fini dei costi del prodotto e delia sopravvivenza dell'impresa, la capacità di Immettere sul mercato modelli mirati, che facciano centro. La ricerca conclude auspicando «regole comuni» nella Cee, in vista della completa liberalizzazione degli scambi del 1992. anche sullo spinoso problema delle importazioni di auto giapponesi
Persone citate: Giuseppe Cerchio
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