«Finiti i fondi delle Usl si pagano le medicine» di Bruno Ghibaudi
«Finiti Sfondi delle Usi si pagano le medicine» I farmacisti di nove regioni minacciano «Finiti Sfondi delle Usi si pagano le medicine» Se non arrivano i rimborsi presto si passerà all'assistenza indiretta ' ROMA — Entro pochi giorni gli abitanti di mezza Italia saranno costretti a pagare le medicine e attendere 11 rimborso delle Usi. La protesta del farmacisti toccherà nove regioni: Liguria, Marche, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Calabria e Sardegna. In altre regioni il passaggio dall'assistenza farmaceutica diretta a quella indiretta è già avvenuto: in Puglia dal 19 ottobre e in Campania dal 28 ottobre. Gli italiani dovranno cosi fare ancora una volta 1 conti con un sistema sanitario sempre piti inadeguato a fornire un'assistenza farmaceutica compatibile con un Paese moderno. Nel dare la notizia di questa grave decisione, Bruno Ambreck, presidente della Federi arma (rappresenta le 15 mila farmacie italiane), ha spiegato Ieri a Roma che la protesta nasce dall'esaurimento anticipato, ma non imprevisto, dei fondi regionali destinati alla spesa farmaceutica. Un evento che del resto si ripete ogni anno. Nei mesi scorsi la Federfarma aveva presentato un «libro bianco»: vi si sosteneva che la cifra stanziata per i farmaci dalla Finanziaria di quest'anno è insufficiente, con l'annuncio che, se 11 I governo non avesse provve¬ duto ad integrare il Fondo sanitario con 1 1200 miliardi mancanti, 1 farmacisti sarebbero dovuti ricorrere all'assistenza Indiretta Ecco i conti: nei primi nove mesi di quest'anno sono già stati consumati farmaci per 131 mila lire pro-capite, 10.600 delle quali a carico del cittadino e 120.800 a carico dello Stato. Nel trimestre finale si prevedeva che la spesa statale sarebbe perciò salita a circa 9250 miliardi, a fronte di un finanziamento che ne prevedeva soltanto 8050. Dinanzi a questa previsione, il governo è però rimasto inattivo- Si potrà evitare, almeno quest'anno, una manovra che creerà disagi non indifferenti a molti cittadini all'inizio dell'inverno, quando c'è un incremento nel consumo delle medicine? I farmacisti chiedono che il governo, oltre ad approvare con urgenza un decreto per il ripiano dei debiti delle Usi, dia immediate disposizioni per garantire la continuità di cassa delle Usi. 'Solo dinanzi a queste iniziative — ha aggiunto Ambre ck — la Federfarma potrà impegnarsi a non sospendere l'assistenza e a fornire i farmaci con le solite modalità: .Aaesso spetta allo Stato adottare misure urgenti per adeguare il finanziamento e garantire l'assistenza farmaceutica — ha detto Ambreck —. Se lo Stato non intende finanziare per intero un'assistenza farmaceutica al livello dei Paesi socialmente avanzati, deve dire con chiarezza che l'unica via percorribile è l'aumento dei ticket, per accrescere la quota di partecipazione del cittadino alla spesa. Ma un aumento del ticket può essere accolto solo se correlato ad un sistema di esenzioni per patologie sociali e ad un sistema di controllo delle esenzioni per reddito*. il calcolo che potrebbe suggerire il ripristino e l'aumento dei ticket non è difficile. Nel 1986, in soli nove mesi il ticket aveva fatto entrare nelle casse delle Usi più di mille miliardi. Ed è questa la cifra alla quale si è dovuto rinunciare in seguito all'abolizione del ticket iniziata dal primo gennaio di quest'anno. Poiché ogni anno i medici prescrivono 500 milioni di ricette (il 40% esente da ticket) e le farmacie italiane vendono circa 600 milioni di confezioni, basterebbe un ticket di 3 mila lire sulle ricette oppure di 2 mila lire sulle confezioni per riversare nelle casse dello Stato circa 1200 miliardi. Bruno Ghibaudi
Persone citate: Ambreck, Bruno Ambreck
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