A New York precipita a 1233

A New York precipita a 1233 A New York precipita a 1233 pa; e che il miglioramento della bilancia commerciale americana sarà perciò solo temporaneo, perché la Cee non potrà assorbire l'import dagU Stati Uniti. Intanto dall'Europa al Giappone si accresce 11 dubbio sulla capacità degli Stati Uniti di ridurre davvero il loro deficit di bilancio, causa tra le principali dell'instabilità finanziaria mondiale. Per evitare che il sistema monetarlo europeo vada in pezzi, con una mossa concordata la Germania ha dato un segnale di ribasso dei tassi di interesse mentre la Francia alzava 1 Dromi. All'inizio della convulsa giornata 11 dollaro aveva toccato il terzo minimo del dopoguerra In tre giorni sullo yen giapponese, con 135,95; a metà era a 1254,5 sulla lira e al nuovo record storico di 1,6950 sul marco tedesco a Francoforte. In serata, a New York, era sprofondato ancora più giù, fino a quotazioni di 1230 lire Italiane, 1.6680 marchi, 134,65 yen. In Italia, dove il marco è sceso dalle 739,375 lire del •fixing» a 736-737, l'intesa tra Francia e Germania è stata accolta con sollievo, perché confermava la tesi sostenuta in questi giorni dalle nostre autorità monetarie: il problema all'interno del Sistema monetario europeo è, in questa fase, soprattutto un problema bilaterale tra il franco francese e 11 marco tedesco. Ovvero: la lira non è costretta a svalutare, se oggi c'è una moneta debole è caso mai 11 franco e se c'è bisogno di un riallineamento è in primo luogo il marco che deve rivalutare. Ma il sollievo potrebbe durare poco, di fronte a un dollaro instabile. Non è ancora esclusa una convocazione del comitato monetario della Comunità europea per quésto fine settimana. Altrimenti, tutta l'attesa si sposterà sugli incontri che potranno avvenire lunedi martedì a Basilea tra 1 governatori delle banche centrali, nell'occasione offerta dalla mensile riunione della Banca per 1 regolamenti internazionali (Bri). Alla riunione partecipa il presidente della Riserva federale, Alan Greenspan. r. e. s. signora Thatcher. Nell'intervista, rilasciata al Wall Street Journal, Baker ha in pratica addossato la responsabilità della crisi alla Germania; ha inoltre affermato che l'amministrazione americana farà di tutto per mantenere l'espansione dell'economia e non alzerà, perciò i tassi d'interesse per nessun motivo; e ha concluso che non terrà una riunione del Sette fin quando non avrà stabilito una riduzione del disavanzo pubblico, n ministro del Tesoro Usa ha lasciato intendere che il nuovo deprezzamento del dollaro non sarà illimitato ma sarà tale da rendere più caro l'export europeo e da ridurre il passivo della bilancia commerciale americana. Molti economisti obiettano a tale strategia, notando che il calo dell'export causerà una recessione in Euro- ROMA — n dollaro ha vissuto Ieri un'altra giornata drammatica; la moneta americana è precipitata ai minimi del dopoguerra nei confronti del marco (1,67), dello yen (13S), e del franco svizzero (1,37), prima di risalire leggermente. E' inoltre scesa a 1233,50 lire, il livello più basso degli ultimi sei anni Lo hanno spinto nel baratro una dura intervista del ministro del Tesoro americano Baker — dura verso l'Europa—eia riduzione del prime rate, l'interesse di base delle banche, da parte delle principali banche Usa dal 9 all'8,75 per cento. Questi stessi eventi, che hanno deprezzato l'oro di 9 dollari l'oncia di fino, hanno sortito un effetto positivo su Wall Street, che ha subito ripreso a salire. Il mercato azionario li ha visti come la conferma dell'impegno di Reagan per la sua salvezza, a esclusione della salvezza del dollaro. La durezza americana ha cosi dissolto i possibili effetti positivi delle decisioni concertate tra tedeschi, francesi e svizzeri per smorzare gli effetti della crisi, una crisi che evidentemente preoccupa di più europei e giapponesi che non gli Stati Uniti, ansiosi di difendere più la Borsa che la valuta. Con la giornata di ieri, l'amministrazione Usa è uscita allo scoperto, ribadendo alla Ce e e al Giappone quanto già si sospettava, ossia che l'accordo di febbraio al Louvre per la stabilizzazione dei cambi è morto, e che la divisa Usa è tornata a fluttuare. Il governo americano non si è limitato una dichiarazione di guerra monetaria: ha aperto subito il fronte con una forte pressione sulle banche Usa, anche tramite la Riserva Federale, perché abbassassero il prime rate/come hanno fatto. In pratica, ha reagito al l'apertura della Germania, della Svizzera e di altri Paesi europei che hanno allargato il credito per alleviare la crisi del dollaro, con una misura che l'ha aggravata, E' però mancata completamente un'azione complementare, ossia il taglio del deficit del bilancio dello Stato chiesto anche dal più stretto alleato di Reagan, la

Persone citate: Alan Greenspan, Baker, Reagan, Thatcher