Il falco se ne va piangendo

Il falca se ne va# piangendo Una commovente cerimonia, nel Giardino delle rose, per l'addio a Weinberger Il falca se ne va# piangendo DAL DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHTNOTON — In una commovente cerimonia, nel Giardino delle rose della Casa Bianca, finiti 1 lavori del Gruppo di Programmazione Nucleare della Nato, Reagan ha ieri reso ufficiale la notizia che circolava ormai da giorni: dopo quasi 7 anni, Caspar Weinberger se ne va, lasciando 11 ministero della Difesa al direttore del Consiglio della Sicurezza Nazionale Frank Carlucci, che a sua volta lascia il proprio incarico al generale Colin Powell. il momento della partenza del potente ministro non è ancora fissato: dipenderà dalla rapidità del •si» del Congresso alla nomina del successore. Ma di fatto, le dimissioni di Weinberger, dovute alla cattiva salute della moglie e al suo dissenso sul dialogo con l'Urss, hanno chiuso un'epoca, quella del più massiccio riarmo in tempo di pace della storia americana, e ne hanno aperta un'altra, quella di un disarmo potenzialmente ancora superiore. Reagan ha paragonato il capo del Pentagono a Churchill - Shultz, la colomba del governo, ha dato il via al fragoroso applauso - Dalla riunione Nato un segnale al Congresso per la sollecita ratifica del trattato sugli euromissili n Presidente non si era mal staccato cosi a malincuore da uno dei suoi uomini. Ha predisposto l'addio a Weinberger come un regista hollywoodiano, facendogli trovare nel Giardino delle rose una enorme folla disposta in silenzio sulle sedie, formata dall'intero gabinetto, gli alti comandi militari, i leader del Congresso e le famiglie. Durante il nostalgico discorso, pieno di riferimenti al lunghi anni trascorsi insieme in California, lo ha persino paragonato a Churchill, .l'uomo della pace attraverso la difesa*. Quando l'ostico ministro, il superfalco, gli ha risposto, con le lacrime agli occhi, elogiando «la fermezza e l'ottimismo con cui il presidente ha fatto di nuovo grande la superpotenza*, Shultz si è alzato in piedi, imitato dagli astanti, dando 11 via a un applauso fragoroso. Nessun altro ministro è stato tanto onorato sotto il reaganismo. L'uscita di scena di Weinberger è avvenuta in un momento felice per Reagan. A Monterey, in California, la conferenza del Gruppo di Programmazione della Nato 6 terminata come sperava 11 Presidente: con una marcata approvazione del patto sullo smantellamento delle armi di teatro, «che manda al Congresso un messaggio preciso — ha detto Shultz — qvrllo d< ratificarlo in fretta*; e con un impegno, pur tra profondi contrasti, ad ammodernare ed espandere le armi nucleari tattiche, ossia 1 missili a cortissimo raggio, al di sotto dei 500 chilometri. Lord Carrington, il segretario della Nato, ha auspicato che questo sia l'inizio di negoziati col Patto di Varsavia sulla riduzione equilibrata delle forze convenzionali in Europa e sulla distruzione delle armi chimiche: •Rivedremo gli accordi di Monterey — ha dichiarato — tra sei mesi alla conferenza in Danimarca* (un preciso segnale a Washington arriva anche dal Belgio che, dopo l'Olanda, non sembra intenzionato a installare i Cruise dopo la firma del trattato sugli euromissili). Insieme con Weinberger, è giunto a Washington dalla California il ministro della Difesa Italiano Zanone, che ha partecipato ai lavori del Gruppo di Programmazione Nucleare. Zanone, che stamane sarà ricevuto da Reagan alla Casa Bianca prima di recarsi da Weinberger, con cui avrà anche una colazione di lavoro, ha visto ieri Shultz al dipartimento di Stato. Sull'agenda del ministro figurano, oltre al disarmo, la crisi del Golfo Persico e problemi come il terrorismo. Per Zanone è la prima visita ufficiale negli Stati Uniti: Shultz e Weinberger lo hanno aggiornato (e ne parleranno ancora) Bulle trattative di Ginevra e sulle prospettive del vertice Reagan-Gorbaciov il 7 dicembre prossimo. Il governo italiano sarà il primo a discutere del summit con il Presidente: una settimana dopo la sua conclusione, verrà a Washington Goria. Ennio Carette Washington. Il Presidente Reagan annuncia le dimissioni di Weinberger (al suo fianco) da ministro della Difesa (Ansa)