Anche la Germania uccide gli elfi

Anche la Germania uccide gli elfi ECOLOGIA IMPERFETTA NEL PIÙ' RICCO PAESE D'EUROPA Anche la Germania uccide gli elfi Grandi risorse e un diffuso amore per la natura dovrebbero farne un esempio per la conservazione - Invece anche qui mari eutrofizzatì, laghi e fiumi avvelenati, metà delle foreste colpite da pioggia acida - «In Prussia le cicogne si sono ridotte del 90 per cento» - Ma si moltiplicano le associazioni di ambientalisti e alcune grandi aziende provvedono Amburgo — Tira un vento {/elido sul grigio labirinto di acque basse, spassolate dalle raffiche, che si insinuano e ramificano tra terre e isole piatte, modificate ogni giorno dalle maree. Siamo sul Wattenmeer, verso l'Olanda. Qui la Germania si affaccia sul Mare del Nord con i traffici dei grandi porti fluviali, col turismo che d'estate richiama eserciti di coraggiosi bagnanti. Ma qui la Germania versa anche i suoi rifiuti, dai fosfati al mercurio, avvelenando un mare pescosissimo. Sogliole giganti, merluzzi, rombi, sono per un terno da buttar via perché deformati da bubboni, escrescenze, lacerazioni. La Germania Federale è un caso esemplare nell'Europa che tenta la strada dell'ecologia. Potenza industriale Arare del Nord soffre l'eutrofizzazione), di acque di fogna non depurate, di rifiuti industriali, primi quelli chimici. Altri rifiuti, i più nocivi, vengono esportati in Belgio. Altri ancora sono scaricati direttamente in mare da navi specializzate», mi dicono gli ecologisti del Dnr. Anche il suolo è meno rispettato di quanto si creda: ogni giorno 120 ettari di terreno fertile sono consumati da urbanizzazioni, autostrade, stabilimenti. A Dortmund un intero quartiere è stato abbandonato perché costruito su terreno franoso, una massa di detriti di miniere. Eppure le immagini che si colgono dall'esterno sono spesso degne di ammirazione. Un lungo viaggio da Amburgo alla Frisia orientale (prati interminabili, vacche nere e bianche), alla Bassa Sassonia, alla Ruhr, alla Foresta Nera, al Wùrttemberg, dà sensazioni riposanti attraverso paesaggi romantici e ben ordinati, lungo strade e autostrade dalle verdi sponde ricche di alberi. Persino l'area della Ruhr offre parchi opulenti, oasi d'uccelli, città e cittadine ben curate nell'arredo come negli spazi pubblici, nell'armonia complessiva un po' grigia e monotona. Visito una miniera di carbone a Herten, non lontana da Essen: tenere aiuole e alberi attorno ai pozzi, un carrello colmo di gerani ancora in fiore, la ricerca quasi patetica di un idillio verdeggiante. Dove l'arte del paesaggio e la tutela dell'ambiente non si scontrano con interessi aziendali o con decisioni pubbliche per opere ritenute indispensabili, è evidente l'influsso di una vecchia-tradizione mei rapporta^ con la natura. Ha te sue radici nei miti e nel le leggende degli elfi, delle ondine, sempre collocati in mondi di selve e di acque. I culti religiosi della foresta e dei campi si trasferiscono oggi nella cultura del paesaggio e della conservazione, largamente condivisa. In Germania i movimenti di tutela ebbero origine ai primi del secolo scorso. Nel 1830 un gruppo di difensori del paesaggio ottenne il vincolo sulla montagnola rocciosa e boscosa del Drachenfels, dominante un'ansa del Reno. La prima autorità governativa per la conservazione della natura fu istituita in Prussia nel 1906. Oggi sono centinaia le associazioni per l'ambiente pulito, per molto avanzata, disponibilità di grandi risorse pubbliche e private, alto livello tecnico-scientifico, efficienza degli apparati statali e locali, diffuso amore della natura, sembrano indicarla come un possibile Paese pilota. Pesticidi «Invece il caso tedesco è meno brillante di quanto si pensi», mi dice Helmut Roescheisen, segretario del Dnr o Deutscher Naturschutzring che coordina 85 associazioni di ambientalisti, con due milioni e mezzo di soci. «Nelle regioni del Nord, la vecchia Prussia, le cicogne si sono ridotte del 90 per cento e questa è un'indicazione carica di significati. Sull'intero territorio federale, il 50 per cen¬ to delle foreste è colpito dalle piogge acide. Dove l'agricoltura industrializzata e gli allevamenti sono più densi, le falde acquifere contengono residui di nitrati, di pesticidi e di diserbanti in misura superiore quattro volte al tollerabile». La proverbiale disciplina dei tedeschi e la severità nel far rispettare le leggi sembrano indebolirsi quando l'ecologia mette in gioco forti interessi economici. «Vitelli e suini sono ingrassati col contributo di ormoni e antibiotici usati clandestina-, mente», informa il dottor Ackermann, biologo di Osnabruck, nel pressi del Dummersee, lago malato, malato d'inquinamento. Fiumi e canali portano al mare un enorme carico di detersivi e residui agricoli (anche il e larga 700. «Abbiamo cominciato 10 anni fa a organizzare lo scarico secondo il progettò di parca Sugli strati di materiale sterile è stato steso un manto di terra. Abbiamo piantato finora 280 mila alberi, di quaranta specie diverse» mi dice il direttore della AG-Lippe. Vedo aceri, querce, acacie, abeti, salici disposti attorno ai 14 stagni in cui si pescano carpe da due chili. I sentieri pedonali si sviluppano per 10 chilometri. L'opera di bonifica e di recupero ambientale appare più difficile nelle regioni agricole, dove inquinamenti fortissimi sono causati dal modo stesso di produrre. «Le irrorazioni di pesticidi fatte da aerei speciali si ripetono anche sedici volte l'anno. Nelle falde acquifere si arriva a 1 grammo di sostanze chimiche per litro, venti volte la dose ammessa», mi dice il biologo Ackermann, accompagnandomi nella zona di Vechta (Bassa Sassonia) dove si ha la più forte concentrazione di colture su scala industriale e di allevamenti. Attorno a Vechta, si ingrassano 700 mila maiali e milioni di polli. «Un solo allevamento ospita 15 mila maiali. Produce 150 mila litri di urina al giorno, più il resto. Tutto finisce nei campi e nei canali». Nell'aria il puzzo è tremendo, ma è il paesaggio è ben curato, non si vede alcun segno disgustoso. Case degli allevamenti e stabilimenti in cui i maiali ingrassano ammassati su due piani, sono avvolti da alberi, siepi di rododendri, giardini fioriti. Visito una fattoria: due belle case di legno, con facciate dipinte e iscrizioni gotiche, un *J gran""'cortili? perfèttamente"' ■punto m'gUyrdtnO-con top- ■ peto verde é'fiori. Quando il proprietario apre la porta ed accende la luce, un coro altissimo di grugniti feroci rivela la presenza di centinaia di maiali, stipati in piccole celle. Affiora la tentazione di giudizi e confronti sommari. Va subito respinta perché queste note non pretendono di offrire un quadro dello stato dell'ambiente in Germania, meritevole di ben altre indagini. Mi limito a sottolineare la sua complessità e alcune contraddizioni, però su un fondo invidiabile di ordine e di conservazione della natura, almeno nei suol valori estetici. Mario Fazio le scienze naturali, dell'architettura del paesaggio, per la difesa della flora e della fauna. Agricoltura e industria tentano un'alleanza con l'ecologia. Alleanza raramente santa e pura ma perseguita dalle aziende piti avanzate con indubbi risultati formali e con incrollabile fiducia nelle loro tecnologie. Ne ho una prova visitando il colossale impianto di incenerimento della Renania-Vestfalia, regione che produce il 40 per cento di tutti i rifiuti «speciali» della Germania. Oltre 10 milioni e mezzo di tonnellate, di cui un milione e 6S0 'altamente pericolosi». «Lo smaltimento costa in media 350 marchi a tonnellata, pagati da chi produce l rifiuti. L'impianto è diviso in due sezioni, una per 1 rifiuti industriali e una per quelli domestici. I gas di scarico vanno alle caldaie e il vapore alimenta i generatori di elettricità. Produciamo 150 milioni di kWh l'anno», dice il direttore tecnico, alto, magro e dritto, cortesemente autoritario. E i 200 nuovi gas tossici prodotti dalla combustione? E la diossina diffusa nell'atmosfera? «I nostri forni eliminano tutto a temperature tra 900 e 1200 gradi centigradi». Riciclare «Il vero progresso tecnologico non sta nel bruciare i residui delle industrie ma nel produrre con meno rifiuti, da riciclare col minimo spreco», osserva Helmut. Il tecnico del ministero dell'Ambiente del Land Renania-Vestfalia esprime invece un programma preciso che tori aggiunti ai 15 esistenti nella regione: «Intanto.'provvediamo al censimento di tutte le discariche, probabilmente 15 mila». Il territorio del Land, vasto quanto Valle d'Aosta-Piemonte-Liguria, ha ben 17 milioni di abitanti con una densità altissima di case, fabbriche, miniere, montagne di residui. In passato il paesaggio era infernale. Il lavoro di bonifica e di trasformazione è in corso, con risultati di grande interesse. Mi accompagnano sulla collina Hoppenbruch, formata da 30 milioni di tonnellate di rifiuti e detriti delle miniere di carbone. L'azienda AG-Lippe, che ha miniere e centrali termoelettriche, trasforma in parco la collina alte 70 m, lunga 1500

Persone citate: Ackermann, Deutscher Naturschutzring, Frisia, Helmut Roescheisen, Land, Mario Fazio