Alfonsìn: pagheremo i debiti

Alfonsi»: pagheremo i debiti «Ma non soffocate l'Argentina con il peso degli interessi» Alfonsi»: pagheremo i debiti «E9 in gioco la nostra democrazia, ha detto, se qualcuno non ci aiuta» - Aperte due linee di credito dopo la visita a Buenos Aires della delegazione della Confindustria DAL NOSTRO INVIATO BUENOS AIRES — Pagherete 1 vostri debiti? «/ debiti — ha risposto il presidente della Repubblica Argentina, Raul Alfonsi!» — devono estere pagati ma gli interessi non devono essere tali da mettere in difficoltà il Paese come si sta facendo. Alla fine della seconda guerra mondiale il Piano Marshall ha salvato la democrazia in Europa. Qualcosa deve essere fatto anche per l'America Latina (n.d.r. negli ultimi tre anni questi Paesi hanno sborsato, per i loro debiti, 150 miliardi di soli interessi)». Il problema è stato affrontato ieri nell'incontro con la delegazione della Confindustria guidata da Mandelli e Rosolino Orlando, e Al- fonsin non ha nascosto le sue preoccupazioni per il forte debito con l'estero (54 miliardi di dollari) e l'inflazione selvaggia (oltre il 130% neii'87). Due grossi problemi che devono avere assoluta priorità nelle decisioni del governo e che vanno risolti nel minor tempo possibile. Ha aggiunto: -E' una situazione difficilissima, che comprime ogni giorno di piti il tenore di vita, dalla quale è difficile uscire senea ulteriori sacrifici e senza una serie di decise misure: politica di apertura, sia pure graduale, delle frontiere; maggiore liberalizzazione; miglioramento nell'efficienza dei servizi pubblici. Oggi — ha affermato — in Argentina si vive in libertà e il popolo applaude sia Al fonsin sia la giovane democrazia. Afa se qualcuno non ci aiuta a risolvere i nostri problemi, e non in tempi lunghi, presto in questo Paese non ci saranno più né Alfonstn né la democrazia-. Ed ha concluso: • Voi italiani ci avete aiutato moltissimo. Quando mi ritirerò e scriverò le mie memorie, un capitolo sarà dedicato all'Italia.. La delegazione della Confindustria in Argentina ha, in sostanza, avuto successo. I risultati, oltre ai numerosi contratti conclusi dagli imprenditori italiani presenti, sono principalmente due e sono stati illustrati, insieme al nostro ministro del Commercio Estero, Renato Ruggiero (a Buenos Aires per la preparazione della visita di Alfonsin in Italia), nella sede della nostra ambasciata. Primo: la linea di credito di 270 milioni di dollari (circa 350 miliardi di lire), concessa dal governo italiano per aiutare l'industria minore argentina nell'acquisto di macchinari ad un tasso irrisorio e con rimborso a 20 anni, non ha sino ad ora funzionato per i tempi troppo lunghi nella concessione dei crediti da parte dell'Argentina. E' stato quindi deciso di trasformarla in un vero e proprio prestito dello Stato italiano alla Banca di Sviluppo Argentina alle stesse condizioni di tassi e di durata. La banca locale fornisce cosi, in tempi assai più brevi, i fondi necessari agli operatori ad un tasso più elevato, comunque sempre di favore, con scadenza non più ventennale ma da cinque a sette anni e con la garanzia del Tesoro argentino. In questo modo, non solo diventa tutto più immediato, ma l'ammontare dell'intera linea di credito può essere usato più volte, con evidenti benefici per gli operatori argentini che acquistano i macchinari e quelli italiani che II vendono. Secondo risultato; l'annuncio, dato da Ruggiero, di un accordo fra i due Paesi per una seconda linea di credito di 100 milioni di dollari (130 miliardi di lire) fra banca e banca, con applicazione di tassi commerciali. La Sace (Sezione autonoma del credito all'esportazione) garantisce l'Imprenditore italiano assicurando l'operazione al cento per cento, con sconti sul premio di assicurazione del 40%. Come giudica l'Argentina ministro Ruggiero? •£' un Paese che guarda con enormi attese all'Italia e la visita della Confindustria ha avuto una grande importanza, perché pone la realtà produttiva italiana a disposizione del potenziale di sviluppo argentino, sia per le industrie minori, sia nel settore dei grandi progetti: Il ministro ha ricordato i principali già in discussione che potrebbero avere esito positivo: quelli dell'Eni per un impianto neuquen, nel Sud del Paese, per l'utilizzo di gas e derivati; della Selenia per i radar; dell'Aeritalia per la costruzione di aerei, civili e militari, insieme a società aeronautiche argentine e brasiliane; della Tele t tra Italtel-Slemens Ote per la telematica. E Mandelli, che ha guidato i numerosi incontri, non tutti facili: 'L'interesse per questo Paese è grande, ma vogliamo vedere ciò che faranno. Una cosa è certa: se quattro anni fa fossimo venuti qui a parlare di liberalizzazione come abbiamo fatto in questi giorni, ci avrebbero lapidato. Oggi invece si comincia a discuterne, la veduta dei problemi sembra essere più chiara, anche se ancora a livello di intenzioni. Un successo comunque è stato ottenuto, e non è poco: lo sblocco del funzionamento della linea di credito grazie anche alla stampa argentina e alla televisione che ci hanno seguiti nelle nostre richieste criticando l'immobilismo del governo. In pochi giorni — ha concluso Mandelli — abbiamo ottenuto ciò che sarebbe stato difficile ottenere in anni, se non fossimo venuti qui ad esporre le nostre perplessità: Renzo Villare I GRANDI DEBITI DEL SUD AMERICA 4 ne <ln mlHardl <" dollari) '06 54

Persone citate: Alfonsi, Alfonsin, Mandelli, Raul Alfonsi, Renato Ruggiero, Renzo Villare, Rosolino Orlando