«Il segreto? L'aerodinamica»

«B segreto? L'aerodinamica» «B segreto? L'aerodinamica» Il tecnico inglese Postlethwaite spiega come Maranello è riuscita a tornare competitiva in F. 1 DAL NOSTRO INVIATO 8UZUKA — Doveva essere un inglese l'uomo della riscossa Ferrari. Ed inglese è stato, ma non quello designato. John Barnard non ha alcun rapporto con la vittoria di domenica. Forse ha dato qualche consiglio, ma il capo progettista assunto nel novembre 'SS aveva detto chiaramente che la vettura con cui Gerhard Berger ha trionfato sulla pista di Suzuka, nella tana della Honda, non era un frutto del suo ingegno. E, arni, aveva espresso severe critiche, Il telaio della .Fl-87. in effetti era stato disegnato dal tecnico — guarda caso — austriaco Manfred Brunner, dimissionario in luglio per divergerne proprio con Barnard. Il vero artefice del successo è un altro personaggio, sempre •mode in England*. approdato a Maranello nel 1981, dopo esperienze positive- nei team Wolf e Hesketh. Si tratta di Harwey Postlethwaite, 43 anni, sposato con due figli, ingegnere meccanico specializzato nei materiali compositi e nell'aerodinamica. Lo chiamano 'Postalmarket* oppure, confidenzialmente, .HP. Ha la passione per il windsurf e per le vetture da corsa. Rispetto a Barnard, il tecnico inglese ha una sensibilità superiore. Si è integrato meglio nell'ambiente, ha capito la mentalità. E soprattutto non è arrivato alla Ferrari come salvatore della patria, ma con il ruolo di apprendista alle dipendenze di Forghieri, animato da una passione per la scuderia di Maranello che rasenta l'amore. Questo, non significa che Postlethwaite sia un uomo dal carattere docile e remissivo. Anzi, da Forghieri ha preso una buona dose di irascibilità, a volte è duro e scontroso, in altre occasioni gentile e disponibile. Si è trovato in pista, lui che è soprattuto un tecnico da laboratorio, quando Enzo Ferrari, in luglio, con una bella letterina d'accompagnamento spedi Barnard a Guildford con il compito di preparare l'auto per il futuro, quella che correrà nel 1989 con il motore aspirato. . •Un compito difficile — dice Harwey, toccandosi la fronte come per asciugarsi il sudore — ma appagante. Abbiamo lavorato a fondo e un notevole aiuto ci è stato offerto dal poter disporre finalmente di una nostra galleria del vento attiva. Si è potuta affinare l'aerodinamica e con questo il telaio è diventato competitivo. Non ci sono grandi segreti, solo piccoli ma determinanti ritocchi». Ma come è possibile che una monoposto considerata sbagliata all'inizio della stagione ora sia vincente? «Le vetture di Formula 1 sono strani animali. I parametri da prendere in considerazione sono molti. Sembrano sottigliezze ma è con un utilizzo adeguato dei mezzi a disposizione che si ottengono i risultati. Un'aerodinamica efficace consente al pilota di guidare meglio. Inoltre, se si riesce a scaricare la pressione dell'aria si è più veloci e si consuma di meno». Facciamo un esempio pratico. «Ebbene, se noi usiamo un alettone di grandi dimensioni, la vettura rimane frenata e richiede ingenti potenze di motore. Aumenta la richiesta di carburante. Nello stesso tempo se si risparmia benzina si possono avere più cavalli in caso di necessita». Quindi l'aerodinamica è determinante. «Non soltanto quella. Oggi senza un elettronica valida non si fa nulla, A livello di impianti, con la collaborazione della Magneti MarelliWeber per l'iniezione e la telemetria del dati, abbiamo compiuto passi da giganti. Ora sappiamo tutto del motore, possiamo intervenire, prevenire. Domenica i gas di scarico nelle turbine della vettura di Berger erano troppo freddi. Lo abbiamo notato nel giro di allineamento dai dati che ricevevamo ed abbiamo potuto fare le regolazioni necessarie prima della partenza. Qualche tempo fa questo si faceva empiricamente e si pagava con rotture ripetute». Quindi adesso tutto diventerà più facile. «Non è assolutamente detto — risponde il tecnico —. Ci sono anche gli altri, ogni giorno si scopre qualcosa di nuovo. A Maranello comunque abbiamo ed abbiamo sempre avuto quello che ci serve per stare al passo e forse anche per sopravanzare gli avversari. Dobbiamo solo impegnarci a fondo in tutti 1 settori, compreso quello del motore». Sarà possibile un bis nella gara conclusiva ad Adelaide? «Perché no? La McLaren in Giappone era fortissima, ma io penso che sarebbe stato possibile batterla anche se Frost non avesse avuto del guai. c cn

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