« Telefono giallo» grande colpo di una piccola rete di Ugo Buzzolan
« Telefono giallo» grande colpo di una pigola rete Chiude stasera una rubrìca di successo - Ma resta irrisolto il problema del rilancio di Raitre « Telefono giallo» grande colpo di una pigola rete Si chiude stasera con 11 sesto appuntamento -Telefono giallo», uriò del colpi messi a segno dalla .nuova» Raitre. La quale Raitre è da qualche tempo impegnata in un non facile, diseguale ma apprezzabile sforzo di ricerca di un assetto più allettante per conquistarsi una maggiore audience, e contemporaneamente per conservare una fisionomia di rete che sia non diciamo culturale — la parola cultura è in sospetto presso gli stessi intellettuali Rai — ma di netto 'distinguo» dalle altre due reti. C'è un nodo centrale ancora da risolvere alla base di lualsiasi rilancio di Raitre. Oggi la rete raggiunge appena e malamente 11 55-60 per cento dèi territorio nazionale. Dopo otto anni, è mal possibile che qualcuno cui spetta decidere — la commissione parlamentare, le Camere, il ministero delle Poste, il consiglio d'amministrazione Rai, o chi diavolo comanda — non riesca a pronunciarsi per l'estensione di una rete pubblica a tutto il patrio suolo, anche nelle zone dove dal '79 non arriva e dove invece nitidamente sono arrivate le private? A parte questo, che pure è fondamentale, è in atto una trasformazione del palinsesto. Alcune cose sono da se¬ gnare in negativo: l'imminente, brutale taglio di quella produzione regionale per cui la rete era stata creata, e, su tutt'altro piano. Iniziative di profilo piuttosto basso come l'ora del dilettante al lunedi, e pessimi telefilm, e l'assenza del teatro, e l'emarginazione della musica classica, e la soppressione ingiustificata dell'unica, vera, promettente apertura ad un cabaret tv di nuovo tipo quale era •Stiffelius». Per contro sono stati varati programmi intriganti e intelligenti come il controcontenitore domenicale «Va' pensiero», l'anticonformistico rotocalco •Samarcanda», e questo •Telefono giallo», una cronaca nera che è anche spettacolo. Prodotto da Leo Beghin, •Telefono giallo» ha trovato nel giornalista e scrittore Corrado Augias un conduttore impeccabile perché appassionato e competente della materia, e in Donatella Raffai un'abile «ricostruttrice* di casi enigmatici attraverso interviste e «ipotesi sceneggiate» da cui però è sempre stata estranea la tendenza al fantasioso e al melodrammatico. Ad ogni puntata, un giallo reale — in sospeso —che per certi versi supera la trama di un poliziesco: e ad ogni puntata, il tentativo di avvicinarsi alla verità e di sollecitare altre indagini. Stasera sul tappeto il caso di Massimo Carlotto, studente liceale nel '76 a Padova, attivista di 'Lotta continua», condannato a diciotto anni con processo indiziario per l'assassinio efferato di una giovane donna. • Telefono giallo» ritornerà nella tarda primavera '88, e ne siamo lieti. Lo spirito, il tono, gli intenti non vanno toccati. Tre consigli amichevoli, comunque: filtrare solo le telefonate di gente che — in massima sintesi — abbia qualcosa di concreto e di sensato da dire, cosi che il discorso sul caso non abbia a subire dispersioni e divagazioni; fare intervenire in studio solo ospiti che abbiano licenza di parola (se no si rischia di avere a che fare con inquirenti legati al segreto istruttorio, costretti a silenzi o ad acrobazie verbali, imbarazzati o immusoniti); e inserire tra la prima e la seconda parte un film giallo o nero che non superi i novanta minuti, altrimenti la tensione del programma decade, e una fetta di platea — legittimamente dopo mezzanotte — se ne va a dormire voltando le spalle al mistero. Ugo Buzzolan
Persone citate: Corrado Augias, Donatella Raffai, Leo Beghin, Massimo Carlotto
Luoghi citati: Padova
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