TORNA IL PADRE DEL ROMANZO di Carlo Carena

TORNA IL PADRE DEL ROMANZO TORNA IL PADRE DEL ROMANZO i Sorge un'alba assolata sul desetto ai bordi del mate. Dalle alture sovrastanti si affaccia una banda di predoni e scopre giù lungo la riva uno spettacolo imprevedibile: una nave oscilla .solitaria agli ormeggi con tutto il suo carico, e la spiaggia è tutta un groviglio di uomini appena trucidati, alcuni gii morti, altri' ancora agonizzanti, intomo ai resti di un banchetto fulmineamente intetrotto: le tavole sono coperte di cibi e di coppe rovesciate; sotto, il cadavere, di qualcuno che vi aveva cercato rifugio e giace ora là dilaniato da una scure o colpito da una freccia: «Il destino aveva voluto sparpagliare in quel piccolo spazio le cose più disparate, insozzando il vino col sangue, facendo subentrare la battaglia al banchetto e mescolando uccisioni e bevute, libagioni e stragi». Non si riusciva a comprendere il significato di tuttofò, perché c'erano 11 le vittime, ma non . compariva da nessuna parte il vincitore... * ★ . Questo quadro di mirabile Suggestione e d'intrigante misteriosità non è il soggetto di una tela seicentesca o la descrizione di un sogno freudiano o l'attacco di una pellicola western. Si apre cosi il più lungo, il più famoso, il più archetipico dei romanzi antichi: quelle Storie etiopiche che, scritte probabilmente in gioventù, verso la fine del IV Secolo, dà un vescovo nativo della Siria di nome Eliodoro, noto, sostenitore e diffusore del celibato ecclesiastico, han no attraversato le ere con grande fortuna, ispirando Cervantes novelliere, il Tasso per Clorinda e approdando ora ai Cassici Greci Utet: Le Etiopiche, con traduzione < cure di Aristide Colonna. Forse noi non regalerem mo più nemmeno all'esperto Colonna, per averle tradotte, le rendite di un'abbazia, .quali si cbBeWKoéV tempo lWtyfel per il suo francese impagabile; né impareremmo Le Etiopiche a memoria come fece il giovane Racine dopoché il sa crescano di Port-Royal gliene aveva sequestrate e bruciate due copie di fila. Non avrem mo tanta devozione, e tanta memoria, per un libro cosi corposo e in sostanza mediocre; ma la curiosità di affrontarlo e di affrontare con esso le origini del romanzo non dovrebbe mancarci. Potremmo anche arrivare alla conclusione che lo schema dei Promessi sfasi non si differenzia in nulla da quello delle Etiopiche; che queste sfiorano spesso Paolo e Virginia;;* che le letterature europee del Seicento devono più a Eliodoro e agli altri Quattro Grandi del romanzo greco (Cantone, Achille Tazio, Senofonte Efèsio e Longo Sofista) che non a scrittori e ad opere più reputati e grandi davvero. Eliodoro è il più abile della cinquina. Quell'apertura sulla spiaggia egiziana immerge immediatamente nel folto della narrazione romanzesca, cui fa da antecedente già tutto un intrico di peripezie che varrebbe da solo un altro romanzo e che occupa poi una bella fetta anche di questo: la regina d'Etiopia ha dato alla luce una bimba stranamente bianca di pelle per aver posato gli occhi, all'atto del parco, su un quadro raffigurante l'ignuda Andromeda liberata da Perseo; temendo di essere accusata d'adulterio dal marito, abbandona la piccola, e Caridea finisce a Delfi nel santuario di Apollo, dove viene educata nel culto del dio. li incontra il nobile e bel Tcagcnc, un amore fulmineo. I due partono per l'Egitto; tempesta al largo di Creta e assalto di pirati, cattura dei passeggeri e sbarco alle foci del Nilo: ove riprende il racconto appena iniziato. In Egitto, invaso dagli Etiopi, i due protagonisti, dopo essere stati separati l'uno dall'altro, vendono fatti prigionieri e destinati a morte: ma poco prima del momento fatale Caridea è riconosciuta dalla madre, e i travagliati amanti ^^'spriSiriùi.'ntlifeSro.'.diiMtroe -frg-lc-acdamazioni -dei Mori— La diffusione del libro dovette essere notevole, tante sono le sue tracce su papiri scoperti anche nelle più piccole città egiziane e le illustrazioni che ne danno i ma- saia. Una borghesia di media cultura vi trovava l'irresponsabilità e la giustizia del Caso, l'appagamento della fantasia nei, viaggi esoda o nei cadaveri parlanti, e dd sentimentalismo con venature erotiche nell'amore dd due giovani e in numerosi episodi collaterali: una matrigna — novella Fedra — che s'innamora dd pudico figliastro; una principessa barbara — novella Medea — che s'innamora dd greco Tcagcnc; e ancor più in quell'aria calda e molle, nella natura intensa di sensazioni eh'è la cornice dd romanzo. * * C'è una sensualità forte ed esplicita nd Satyricon di Petronio, ma ce n'è una nascosta e più sottile in queste storie d'illibati ragazzi, onesta e naturale ma più insidiosa. Quella Calliroe che sogna il lontano Tcagcnc e gli promette di morire se lo saprà morto, «e così dicendo si getta bocconi sul letto e stringendosi ad esso lo abbraccia singhiozzando e gemendo profondamente, finché, per il dolore eccessivo, una specie di nebbia e di vertigine, insinuandosi in lei e offuscando la facoltà razionale dettammo, la trascinò insensibilmente nel sonno», salva ndla sua solitudine solo le apparenze e la verginità. L'aveva intuito il navigato sacrestano Lancclot, ch'era meglio non stesse nelle mani di studenti imberbi. Qualche don Rodrigo che insidia la protagonista e qualche padre Cristoforo che la protegge acutizza non già il problema della genesi di tutt'altro capolavoro a un millennio e mezzo di distanza, ma di queste costanti della macchina romanzesca. O della vita. Anche se, senza porsi problematiche manzoniane di vero o di verosimile, qualcuno già fra gli antichi (Polibio, Storie XII, \ se si toglie a. una storia lave-, riti, ciò che resta è un raccónto inutile. L'austero Persio (Satire 1, 134) non avrebbe mai letto un romanzo di mattina, ma solo durante la sic sta' Carlo Carena

Luoghi citati: Egitto, Etiopia, Siria, Virginia