Bozzi, doppia fedeltà alla politica e al diritto

Bozzi, doppia fedeltà alla politica e al diritto R presidente del pli nel ricordo di Zanone Bozzi, doppia fedeltà alla politica e al diritto DagU Stati Uniti dove si trova per la riunione del ministri della Nato, Valerlo Zanone ricorda 11 presidente del partito liberale Aldo Bozzi. Un grande liberale è scomparso, scompare con lui un protagonista della Costituente. Se ne va uno degli ultimi testimoni diretti dei fondamenti della democrazia, ed è come se la Repubblica dei nostri anni giovani prendesse ulteriore distanza dall'azione politica per entrare sempre più nei libri di storia Aldo Bozzi è stato deputato di Roma per quarant'anni e presidente del partito liberale dal. 1979. Da mesi non presiedeva più le riunioni. Si sapeva che era gravemente malato ma al telefono preferiva parlare d'altro, non rompere il filo del dialogo politico che è stato l'argomento della sua vita Era un uomo di di-. j gnità e di orgoglio, ironico e saggio. La sua dimora quotidiana era il Parlamento, di cui rimpiangeva le grandi battaglie nelle prime legislature e osservava con amarezza il graduale involgarire. Aldo Bozzi ha dato al liberalismo italiano un contributo che resterà inconfondibile, tutto imperniato sulla congiunzione fra la sfera della politica e la sfera del diritto. L'insegna¬ •t j mento costante che ci ha dato negli anni è stato quello di non separare mai nel, processo politico la forma dalla sostanza, la Costituzione scritta dalla Costituzione vivente. Nella guida del partito liberale, durante gli anni in cui Aldo Bozzi ne era presidente ed io segretario) ci ha uniti soprattutto la fedeltà ai principi della Costituzione, alla cui formazione Bozzi diede apporti notevoli e di cui restava convinto assertore. Egli era idealmente un superstite del gruppo dei grandi costituenti che da Ruini ad Einaudi, da Mortati a Calamandrei seppero fondere nella Costituzione repubblicana le tre grandi tradizioni di democrazia, quella liberale quella socialista e quella cristiana, e costruire • in, pochi mesi l'ordinamenti istituzionale pr dare vita ad un sistema articolato di pluralismo rappresentativo e di garanzie per il cittadino. Difensore strenuo dei principi costituzionali, ma anche osservatore attento delle mutate tendenze socioculturali e delle riforme necessarie per esprimerle, Bozzi si rivelò nella passata legislatura, quando dopo discussioni e contrasti accaniti si riuscì ad ot tenere la sua nomina a presidente della commis¬ sione bicamerale per le riforme istituzionali... Ci lavorò per oltre un anno, molte volte da solo, con la stessa passione creativa con cui aveva lavorato quarant'anni prima all'Assemblea Costituente. Alla fine, la commissione, approvò una sua relazione che emenda la Costizione del 1948 in decine di articoli e ne propone di fatto un testo nuovo, confermandone i principi. E' un documento coraggioso, trascurato da molti che parlano di riforme istituzionali a vanvera, e vagheggiano confusamente una seconda Repubblica di cui nulla si sa, fuorché ci farebbe probabilmente rimpiangere la prima Oggi che l'Italia parlamentare e politica si inchina di fronte al grande costituzionalista, il modo migliore di rendergli onore sarebbe quello di riprendere dal cassetto le riforme istituzionali proposte da Bozzi, e cominciare a discuterle. Agli amici che hanno imparato dal suo esempio e si manterranno fedeli alla sua fede liberale, piace pensare che i suoi quarant'anni di attività parlamentare si sono conclusi come erano iniziati, in una riflessione alta ed operosa sulle istituzioni della libertà. Valerlo Zanone

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