Natta giro di vite all'Unità di Paolo Mieli
giro di vite all'Unità Troppo aperto il dibattito: il vertice pei interviene giro di vite all'Unità Non pubblicata una lettera di Perna, durissima verso la segreteria - La «stretta» nasce dai timori per il prossimo comitato centrale - Respinta un'inserzione di dp sul referendum parlamentari comunisti che avevano votato a favore dell'autorizzazione a procedere nei confronti di alcuni loro colleglli socialisti «rei» d'aver pesantemente criticato la sentenza per il processo TobagL Di conseguenza, in linea col suo passato, Perna s'è pronunciato adesso per il «si» nel referendum sui magistrati E allora? Cosa conteneva di esplosivo la sua lettera? E' presto detto: un'analisi ferocemente critica della politica comunista dal congresso ad oggi, con pesanti rilievi sia a Natta che ad Occhietto, un'accusa neanche tanto larvata a tutti i dirigenti d'aver disatteso il deliberato congressuale, imputazioni di incertezze, sbandamenti e incoerenza nella gestione dei rapporti col psi, della questione ora di religione, nell'impostazione della campagna per 1 referendum. ROMA — Man mano che si avvicina il comitato centrale di novembre nel quale si avrà un animatissimo dibattito che potrebbe concludersi con un nuovo scossone al vertice comunista, Alessandro Natta e Achille Oc chetto cercano come possono di serrar le file. E di evitare un nuovo terremoto nella base che potrebbe rendere ingovernabile il prossimo comitato centrale. Prima vittima di quest'operazione è l'Unità. La scorsa settimana nel quotidiano del pei è accaduto un episodio interpretabile come un segnale di fine della stagione di glasnost 'che ha caratterizzato quest'ultimo anno di vita del giornale. Una trasparenza, riconosciuta anche dagli avversari, in omaggio alla quale sull'Unità sono state fino a ieri pubblicate, consenziente nella maggior parte dei casi il vertice del partito, tutte le prese di posizione del dibattito comunista. Anche le più severe contro il gruppo dirigente. All'origine dell'episodio che annuncia l'inversione di tendenza c'è la mancata pubblicazione di un articolo di Edoardo Perna, un leader storico del pei Romano, sessantanove anni iscritto al partito nel dicembre del '43 in piena Resistenza (dopo due anni di militanza nel osi), nel dopoguerra Perna ha ricoperto incarichi di primo piano al vertice del pei: dapprima segretario della federazione del Lazio, è stato membro della direzione nazionale dal 1972 al 1986, e per tutti gli Anni Settanta presidente del senatori. Amico Ìntimo di Paolo Bufallni, Perna è sempre stato un leader della destra interna- prima delle assise di Firenze (nell'inverno del 1986) fu il più autorevole firmatario della «lettera dei sette» (in compagnia di Napoleone Colajanni, Carlo Castellano, Ouido Fanti, Rosario Vili ari, Lanfranco Turcl e Carlo Galluzzo che criticava la prepa¬ razione del congresso; pagò quella firma con l'esclusione dalla direzione e il «pensionamento» alla guida di una commissione del comitato centrale; nel giugno scorso, al momento della protesta di Giorgio Napolitano e altri sessanta contro la nomina di Occhietto a vicesegretario, fu l'unico, assieme a Fanti, che votò anche contro Alessandro Natta. Sono anni dunque che Pema non fa mistero del suo disaccordo col vertice comunista. Ma quando una decina di giorni fa ha presentato all'Unità una sua lettera-articolo, il palazzo comunista ha comunque avuto una scossa. Non perché, come qualcuno aveva temuto, l'anziano leader avesse preso partito per 11 .no- nel referendum sulla responsabilità civile del giudice. Anzi: le sue posizioni in materia sono da sempre vicinissime a quelle di Craxl; tante che due anni fa polemizzò apertamente con i Paolo Mieli (Continua a pagina 2 in quinta colonna)
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