Parmigiano, isola felice di Gianfranco Quaglia

Parmigiano, isola felice Il «re dei formaggi» non conosce crisi e non teme i concorrenti Parmigiano, isola felice «Abbiamo avuto un grosso rilancio l'anno scorso con Cernobil», dice il direttore del Consorzio: «La gente comperava il nostro grana perché lo sapeva genuino» - Da due anni prezzi stabili REGGIO EMILIA — E' la punta di diamante del settore lattlero-caseario, resiste alle importazioni dei prodotti similari e attacca con l'export. La sua produzione è in costante aumento e — fatto ancora f'J°pttJf interessante — 1 prezzi al consunto' sono abbastanza stabili. Il Parmigiano Reggiano va forte sulle tavole italiane e si sta imponendo su quelle straniere, soprattutto in Svizzera e Germania Federale. Qualche problema con gli Stati Uniti, che dall'anno scorso hanno messo in atto misure protezionistiche. Ma tutto sommato al Consorzio del Parmigiano Reggiano, che ha sede a Reggio Emilia, sono abbastanza soddisfatti. •Anche l'87 — dice il direttore Luigi Verrini — sta segnando un andamento positivo nelle vendite. L'annata non si è ancora conclusa ma abbiamo già registrato un più due per cento nella produzione, che lo scorso anno si attestò sugli 893 mila quintali. Per fine '87 avremo raggiunto gli 896 mila quintalU. Nel bimestre aprile-maggio dell'86 i consumi hanno avuto un balzo del 13,5% e del 24% in giugno-luglio, rispetto agli analoghi periodi dell'anno precedente. In questo periodo non si registrano questi aumenti eccezionali, ma l'onda favorevole sta continuando. Alla base del successo che gratifica le circa mille aziende specializzate -distribuite In cinque province (Reggio Emilia, Parma, Modena, Mantova e Bologna) c'è un'inversione di tendenza del consumatore che si orienta verso prodotti di alta qualità •E' una crescita che parte da un consumo esigente — dice Verrini — già manifestato lo scorso anno dopo i fatti di Cernobil. Allora il Parmigiano Reggiano fu considerato "sicuro" perché prodotto prima della nube. La fedeltà ai consumi è continuata anche nell'87». I grossi risultati sono stati ottenuti sul mercato Interno, se si considera che soltanto il 5-6% del formaggio prende la via dell'e¬ stero. Il consumo pro-capite in Italia è di circa tre chili, ma secondo i tecnici c'è ancora spazio per estenderlo, dopo la notevole conquista del CentroNord. E 1 prezzi? La media delle rilevazioni compiute nei 40 mila punti vendita indica j che sono stabili (circa 19.600 lire il chilo) con un aumento rispetto all'86 di 800-000 lire a favore dei produttori. Le quotazioni costituiscono un altro elemento che gioca a favore del «re del formaggi»: 11 prezzo al consumo è rimasto invariato rispetto all'anno scorso, ed è addirittura inferiore a quello dell'85, quando costava 20.200 lire. La concorrenza straniera? Risponde Verrini: «Per il momento il Parmigiano Reggiano tiene bene anche se arrivano sul mercato italiano formaggi "grana" che costano due-tremila lire in meno il chilo rispetto al nostro. La Francia, il Belgio, l'Olanda e la Germania, dopo le misure Cee per ridurre le eccedenze della produzione di latte, si stanno attrezzando per invadere l'Italia con prodotti similari di trasformazione^. La confusione che può creare la presenza di un «grana» a minor costo fra 1 consumatori Italiani è evidente. Contro l'insidia dello, concorrenza, produttori e distributori si organizzano e concentrano l'offerta. Un esempio viene dal Consorzio lattiero-caseario (presidente Leo Costa, sede a Carpi in provincia di Modena) che agisce nell'«area bianca» della cooperazione. Dice Costa: 'Abbiamo il prodotto migliore del mondo, ma ancora oggi la quantità di grana che entra dalle nostre frontiere è maggiore di quella che esportiamo. E allora noi cerchiamo di salvaguardare la tipicità per far distinguere chiaramente il formaggio italiano da quello straniero'. Il consorzio ha raggiunto cinquemila punti vendita (boutlques dei formaggi e supermercati con il taglio fresco) sotto il marchio «antica formaggeria». Gianfranco Quaglia

Persone citate: Leo Costa, Luigi Verrini, Parmigiano, Verrini