Sei miliardi di bottiglie invendute

Sei miliardi eli bottiglie invendute Diventa sempre più preoccupante il problema dei surplus di vino Sei miliardi eli bottiglie invendute Nel mondo si producono ogni anno circa 350 milioni di ettolitri, ma non se ne bevono più di 300 - Le eccedenze provengono soprattutto dall'Europa Verde (Italia e Francia) - Da Roma l'Assise Internazionale propone drastiche misure di contenimento Sergio Miravalle ROMA — La vite nel mondo è' coltivata su quasi dieci milioni di ettari e il •grande vigneto Terra» rende ogni anno tra i 340 e i 370 milioni di ettolitri di vino. I consumi non superano però i 300 milioni di ettolitri: cosi ogni anno se ne avanzano circa 50 milioni. E' un .mare di vino» (che'proviene in gran parte dalla Cee), l'equivalente di 6 miliardi e mezzo di bottiglie, che non trova col locazione sul mercato e deve essere conservato o distillato, a costi sempre maggiori Questi dati sono emersi all'Assise internazionale, conclusasi ieri a Roma, cui hanno partecipato un migliaio di delegati, in rappresentanza di una cinquantina di vitivinicolture nazionali. La manifestazione, organizzata dall'Oiv (•Office International de la vigne et du vin», una sorta di Onu, che raggruppa 33 del principali Paesi produttori), ha concluso un anno di incontri dedicati ai temi enologici Oltre al momenti di festa (appuntamenti folcloristici, visite turistiche, udienze ufficiali da Cossiga e dal Papa) l'Assise romana ha visto un'ampia riflessione sui delicati temi vitivinicoli internazionali. Il mondo del vino, affronterà 11 Duemila con una serie di preoccupanti equilibri strutturali. Accanto ai Paesi tradizionalmente forti produttori (Italia e Francia si contendono ad ogni vendemmia il primato con oltre 70 milioni di ettolitri a testa) si sono consolidate realtà importanti come Spagna e Urss (35 milioni di ettolitri ciascuna) ed emergono nuove potenzialità (Usa .Stati del Sud America, Australia), mentre all'orizzonte si profilano altre vaste aree disponibili come quelle della Cina, Alla produzione di vino, sempre più articolata, corrisponde un consumo in calo proprio nel Paesi di antica tradizione (ad esempio In Italia si è scesi in 15 anni da 103 a 72 litri prò capite), solo in parte compensata dall'aumento delle esportazioni verso Stati non produttori: Giappone, Inghilterra, Paesi scandinavi ecc. •E' un fenòmeno in atto da tempo — ha commentato Mario Fregoni, docente di viticoltura a Piacenza e pre¬ sidente in carica dell'Oiv —, ma la forbice tra produzione e consumo si è allargata in questi ultimi anni e la dlfferenea rischia di divenire insostenibile: Le misure da applicare per invertire la tendenza sono molte: scoraggiare i nuovi impianti, ostacolare la corsa alle alte rese per ettaro, puntare sulla qualità e creare più occasioni di consuma A Roma è emerso come 1 maggiori problemi siano, in sostanza a carico della Cee (la produzione dei Dodici supera i 200 milioni di ettolitri). Cè un plano della Comunità che prevede l'estirpazione di vigneti in aree non vocate per circa centomila ettari. Ne ha parlato 11 ministro dell'Agricoltura Pandol- fi, ricordando che questo intervento è stato finora poco utilizzato per problemi burocratici e di procedure. 'Per quanto ci riguarda — ha aggiunto 11 ministro — abbiamo l'obiettivo di ridurre di almeno 10 milioni di ettolitri la nostra produzione di vino, utilizzando anche l'Orma delle estirpazioni che prevedono indennizzi da 9 a 12 milioni di lire per ettaro di vigneto». Bisogna quindi vendemmiare meno uva agendo nel contempo affinché le estirpazioni non colpiscano le zone di collina più difficili da coltivare, ma con alte rese qualitative, e si concentrino invece nelle aree di pianura irrigue, dove la vite ha sottratto spazio ad altre colture (almeno mezzo milione di ettari soltanto in Italia). «Per questo — ha ricordato Pregoni — occorre che la Cee e gli Stati nazionali si dotino di efficaci catasti vitivinicoli, uscendo dall'incertezza delle statistiche su carta, per determinare con esattezza le zone vocate in grado di produrre vini di qualità:

Persone citate: Cossiga, Mario Fregoni, Sergio Miravalle