Onde e particelle

Onde e particelle Onde e particelle (Segue dalla prima pagina) sica in tutti quei problemi in cui le dimensioni che si vogliono esplorar»? sono dell'ordine delle dimensioni dell'atomo, cioè di un Angstrom (unità di lunghezza di dieci miliardesimi di centimetro che prende il nome da un fisico svedese). Agli strepitosi successi della meccanica quantistica nello spiegare una miriade di esperimenti e nel fare previsioni che si sono puntualmente verificate, fanno riscontro notevoli difficoltà concettuali connesse con quel dualismo onda/corpuscolo ricordato sopra. Tali difficoltà saranno risolte, secondo quella che è l'interpretazione più accettata della meccanica quantistica, dal già ricordato Niels Bolir che diventa il pontefice massimo dell'ortodossia quantlstica (il cosiddetto •spirito di Copenaghen»). Il canone fondamentale di questa ortodossia è centrato sull'abbandono del determinismo classico (in base al quale, date le condizioni iniziali del moto, è possibile determinare con tutta la precisione posizione e velocità o Impulso ad ogni istante successivo) in favore di un probabilismo In base al quale, al meglio, ad ogni Istante si può calcolare soltanto la probabilità che una particella si trovi In una data posizione con una data velocità. E' il concetto stesso di realtà oggettiva di un'entità microscopica che viene chiamato in causa dato che, secondo uno dei postulati fondamentali della meccanica quantistica, è la misura stessa, per esemplo della posizione di un elettrone, che forza il medesimo a manifestarsi in un dato punto dello spazio. Senza questa misura, dice appunto la meccanica quantistica, io so solo con che probabilità troverò l'elettrone in un punto piuttosto che in un altro. Questi aspetti (e altri su cui non abbiamo qui il tempo di soffermarci), sono quelli che. per tutta la sua vita. Einstein e con lui molti altri, non potè mai accettare ritenendo, contro l'opinione di Bohr e dell'ortodossia a lui facente capo, che fosse la nostra limitata conoscenza delle cose a porre questi limiti conoscitivi. Se, dice Einstein, noi potessimo conoscere tutte le variabili di un problema, anche quelle «nascoste», potremmo ripristinare il determinismo classico e tutto rientrerebbe nell'ordine tradizionale delle cose. Quindi, per Einstein, la meccanica quantistica è solo da considerarsi come un utilissimo strumento pratico di calcolo che dovrà essere superato da una futura teoria più completa mentre, per Bohr, questa è «la teorìa». Enrico Predazzi

Persone citate: Bohr, Einstein, Enrico Predazzi, Niels Bolir

Luoghi citati: Copenaghen