Fra Carosone e la De Sio canta Napoli Napoli saxofonica di Giuseppe Zaccaria
Fra Carosone e la De Sio canta Napoli Napoli saxofonica Fra Carosone e la De Sio canta Napoli Napoli saxofonica mondo, salivano le note delle trombe e dei sax. Il mandolino e il violino, rimasti disoccupati con gli americani. avrebbero aspettato un bel po'prima di farsi sentire». Timbri diversi, modi in apparenza lontani di riscoprire i suoni di Napoli, o di relnterpretarll. Eppure un filo comune esiste: ed è quello che adesso Eugenio Bennato e Carlo D'Angiò tentano di ritrovare sulla base del personali ricordi in una piacevole storia della nuova musica napoletana che l'editore Pirontl si appresta a pubblicare col titolo «A Sud di Mozart». Carlo D'Angiò, dopo aver riscoperto la tradizione del Sud con la «Nuova compagnia», dopo averla elaborata con .Musica Nova», adesso fa l'ingegnere all'Alfa Romeo, e anche questo può essere Interpretato come un piccolo segno dei tempi. .Lidea — spiega — è nata da un tentativo di descrivere, di raccontare esperienze cosi diverse, eppure unite da un' atmosfera comune». Non una storia, ma appunto un racconto che due musicisti napoletani fanno per la prima volta dall'interno. Dal primo incontro fra Renato Carosone, Peter Vari Wood e Gegè Di Giacomo (al batterista mancavano 1 legni del mestiere: «Vince* — chiese al cameriere del ri¬ storante — per caso tenisse na' guantiera, o piatto, tre bicchieri e nu' pare e' furchette?») ai trionfi discografici di Pino Daniele, dai vertiginosi «a solo» di Roberto Murolo, che imitava il trombone con la bocca, all'Impatto delle villanelle che la .Nuova compagnia» propose per la prima volta, al Petruzzelll di Bari, dinanzi a un pubblico prima scettlco.pol via via sempre piti entusiasta. Con molti ricordi di episodi vissuti direttamente, il libro è montato sul racconti di un personaggio immaginario solo a metà: il professor Salvatore Morfino (solo il nome di battesimo è inventato), già sessantottino, poi tardivo «ragazzo del '77», comunque autentico conoscitore di tutto quanto, in quegli anni, pedane e localetti di Napoli abbiano prodotto. E comunque, guai a chi, in una seconda edizione di questa storia della nuova musica napoletana, trascurasse 11 ruolo di personaggi che, fino a ieri pressoché sconosciuti, in questo libro vedono finalmente celebrata la loro vocazione di cantori. Autentici musicisti come Piscione, •Eugenio cu 'e lente», 1 gemelli Vezza, o la Mora del Sud, alla crescita della «new wave» partenopea hanno partecipato (gli autori garantiscono) quanto e forse più degli altri dai palchi, dai teatri, loro sui marciapiedi, dal localetti di quart'ordine o magari sulla Ferrovia Cu man a. Se davvero — come racconta la tradizione musicale napoletana — il giovane Mozart, esibendosi davanti al Re Borbone, convinse tutti che le dita scorrevano miracolose sulla tastiera grazie ad un magico anello, almeno un pezzettino di quell'amuleto, fra Santa Chiara e Santa Lucia, dev'essere rimasto. Giuseppe Zaccaria Eugenio Bennato e Carlo D'Angiò: «A Sud di Mozart», Pirontl, 148 pagine, lire 15 mila.
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