La vera storia di Slansky imprigionato e ucciso di Paolo Mieli
Lo storico Kaplan racconta la fine del segretario comunista cecoslovacco vittima dello sta£nismo nel 1951 Lo storico Kaplan racconta la fine del segretario comunista cecoslovacco vittima dello sta£nismo nel 1951 La vera storia di Slansky imprigionato e ucciso destalinizzazione, ben tre commissioni a distanza di qualche anno runa dall'altra lavorarono per conto del partito alla revisione del processo Slansky. Ma senza risultato. Slansky ha ottenuto solo una parziale riabilitazione giudiziaria nel 1963 ma ancor oggi il suo nome non figura tra quelli del martiri del socialismo Ingiustamente perseguitati Perché? E' quel che Dubeek durante la breve esperienza della primavera di Praga cercò di far scoprire a Karel Kaplan, uno storico boemo che aveva allora quarantanni ed era nel partito ricoprendo anche qualche incarico di rilievo fin da quando ne aveva diciotto. Kaplan fu nominato "ogretario della commissione per le riabilitazioni all'inizio del 1968 ma già nell'agosto di quell'anno 1 carri armati sovietici invasero la Cecoslovacchia; e il nostro fu «spostato» dapprima a far l'operaio, poi nel "72 fu PER Rudolf Slansky quel 1951 fu un anno davvero incredibile. In gennaio andò a Mosca come segretario del partito comunista cecoslovacco e fu accolto da Stalin con tutti gli onori. In luglio quando compi clnquant'annl 11 Comitato centrale del partito gli dedicò un mese di culto: il suo nome fu dato al più importanti impianti industriali i suol scritti e discorsi furono rilegati in lussuosi volumi fu il primo cittadino cecoslovacco a ricevere l'Ordine del socialismo. Ma già in settembre l'aria era cambiata: 11 partito lo criticò per «errori» e lo destituì dalla segreteria nominandolo vicepresidente del governo. Passarono tre mesi e, in dicembre, fu espulso e messo in prigione. Trascorse poi appena un anno e, al termine di un ridicolo processo, 11 3 dicembre del '52 fu Impiccato. Dopo 11 1956, in epoca di messo in prigione: non si sa come sarebbe continuata la sua odissea se nel "76 non fosse riuscito ad espatriare nella Germania federale. Ma in quel breve periodo alla guida della commissione per le riabilitazioni Kaplan aveva fatto in tempo a metter le mani sul documenti dell'affaire Slansky; documenti di enorme interesse, sul quali ha lavorato nel dieci anni successivi per riuscire finalmente a scrivere questa «Relazione sull'assassinio del segretario generale» che viene adesso pubblicata contemporaneamente In Germania e in Italia. E si deve esser grati oltre che all'editore Valerio Levi a Luciano Antonettl uno studioso comunista di cose cecoslovacche amico di Kaplan, per il fatto che questo interessantissimo testo sia cosi prontamente disponibile anche da noi A risultato delle fatiche di Kaplan non vengono fuori esplosive rivelazioni Ma non erano le rivelazioni 11 fine della ricerca. Del resto «La confessione» di Artur London, gli stessi precedenti libri di Kaplan sui processi politici a Praga, e un fondamentale saggio di Karel Bartosek pubblicato nel 1983 dalla rivista «Communisme. («Le proces politique en Tchécoslovaqule 19481954») oltre alla toccante rivisitazione del caso scritta una ventina d'anni fa dalla moglie di Slansky, contenevano già clima ed elementi principali di quel caso. Quel che ci dà ora Kaplan è il giorno per giorno, passaggio per passaggio, protagonista per protagonista (fino ai più oscuri, tutti descritti con minuzia e anche con qualche prezioso accenno a risvolti psicologici) dell'Intera vicenda. Risultato: una lettura avvincente, un documento unico, indispensabile per la conoscenza di quel terribili eventi Paolo Mieli Rudolf Slansky
Luoghi citati: Cecoslovacchia, Germania, Italia, Mosca, Praga
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