In duemila ad Asti con i cani a difendere «trifola libera» di Sergio Miravalle

Manifestazione di protesta cóntro i «consorzi volontari» Manifestazione di protesta cóntro i «consorzi volontari» In duemila adAstìion i cani a difendere «trifola libera» I cercatori di tartu ASTI — Chi si aspettava che ci fosse la distribuzione di prodotti al cittadini, come nelle altre manifestazioni agricole di protesta, è rimasto deluso. Frutta, vino e latte si possono anche regalare lungo le strade per attirare l'attenzione dell'opinione pubblica, ma i tartufi no. Sono troppo rari e preziosi, soprattutto in un'annata sinora più avara del solito. .E' piovuto poco, ma ora speriamo nella luna nuova*, dice Giovanni Pongo, di Castello d'Annone. Intanto 1 prezzi sono saliti a oltre 150 mila lire l'etto, per i pezzi migliori si superano le 2000 lire il grammo, cioè cinque volte più dell'argento. Quindi niente tartufi e i circa 300 * trifolao-, scesi ieri mattina ad Asti, hanno portato in piazza «solo, la loro rabbia. Accompagnati dai fedeli cani sono sfilati per le vie della città, sorpresa e divertita, innalzando cartelli e striscioni: .Viva la libera ricerca dei tartufi.; .No ai consorzi a scopo di lucro*; .11 fisco ci vuol far diventare tutti ragionieri*. Uno, in vena poetica, innalza con orgoglio il motto: .La trifola è l'oro dei poveri*. In prima fila ecco Mario Cerniti, un bimbo di sette anni, di Villafranca d'Asti, con al guinzaglio un cucciolo. Il piccolo uomo-sandwich ha una scritta sulla schiena: .Apprendista trifolao*. mentre il cartello sul petto interroga: .Quando noi due saremo grandi dove andremo a cercar tartufi?*. E' una domanda che si pongono con trepidazione gli oltre duemila .trifolao* del Piemonte. .La norma regionale che ha recepito la tufi piemontesi temono la tassazione de è stato detto dal palco allestito sotto i portici di piazza Alfieri —. Eppure il fisco ci vuole obbligare a tenere registri e fatture*. E' difficile, dunque, trovare chi dichiara di guadagnare molto con 1 tartufi. «Lo /accio per passione, per avere qualche trifola da mangiare a Natale con gli amici*, minimizza Tommaso Scioppo. magazziniere a Torino e cercatore nei weekend a Montemagno. Luigi Carelli, 73 anni, pensionato di Moncalvo, parla di piccole integrazioni del reddito, grazie alla fedelissima Sverza, una cagnetta trovata nelle campagne monferrine (ecco la ragione del nome) e che oggi, legge nazionale, consentendo l'istituzione dei consorzi volontari di raccolta, ha di fatto limitato la libera ricerca — spiega Angelo Corderò, segretario dell'Atam, l'associazione del cercatori astigiani e monferrinl (ha organizzato la manifestazione di protesta di ieri, con l'adesione di Chleri, Candii e dalle Langhe) —. Le migliori zone tartufigene vengono cintate e spuntano i cartelli di divieto di raccolta. Noi siamo contro questi consorzi istituiti non da coltivatori, ma gente che punta sui tartufi per speculazione*. .Nessuno di noi è diventato milionario alzandosi di notte per andare a trifole — i loro guadagni per il suo fiuto, vale almeno qualche milione. Le associazioni dei •tri/ciao» (su questo tema — messe da parte le polemiche sul nome da assegnare a tutti 1 tartufi piemontesi — l'Intesa tra monferrinl e albesi è ferrea), propongono un'unica tassa annuale a forfait, magari abbinata alle 60 mila lire che già pagano per la concessione regionale di raccolta. «Afa quei soldi dove vanno a finire? — si è domandato Pier Antonio Botto, presidente dell'Atam —. Dovrebbero finanziare la ricerca e il rimboschimento, favorire la messa a dimora di querce, tigli, pioppi, salici e altri alberi ad alta vocazione tartufigena per frenare il continuo calo di produzione. Noi tartufai siamo indispensabili per alimentare la florida economia turistica e gastronomica dell'Albesc e dell'Astigiano. Ma politici e amministratori che abbiamo interessato ci hanno finora fatto molte promesse e gustato volentieri qualche tartufo, i fatti però finora non si sono visti*. Pietro Caruso, direttore del servizio forestazloe di Alessandria (ha competenze sul Monferrato e l'Astigiano), ha tentato di spiegare che la Regione Piemonte è la prima ad aver deliberato in tema di tartufi, evitando cosi la recinzione selvaggia dei terreni. «/ soldi dei vostri tesserini finora non sono stati ancora spesi — ha aggiunto Caruso —, ma state tranquilli: andranno a favore dello sviluppo della tartuficoltura libera. 1 consorzi non riceveranno contributi*. Sergio Miravalle Pescara nte e il cane

Persone citate: Giovanni Pongo, Luigi Carelli, Pier Antonio Botto, Pietro Caruso

Luoghi citati: Alessandria, Asti, Moncalvo, Montemagno, Pescara, Piemonte, Torino, Villafranca D'asti