I pensosi studenti di Maggie di Mario Ciriello

LA VITA GRAMA DEGLI UNIVERSITARI INGLESI LA VITA GRAMA DEGLI UNIVERSITARI INGLESI Ipensosi studen ti di Maggie Addio alle contestazioni, addio ai piaceri intellettuali e, per la paura dell'Aids, anche a quelli sessuali - Vivono con l'ossessione della laurea, tra esami sempre più severi e aiuti finanziari sempre più magri - Studiano fin troppo, ma leggono un libro solo se può essere utile - Vedono negli «yuppies» il loro modello umano DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Li si potrebbe chiamare i .figli di Maggie: Avevano dieci anni, quando la signora andò, per la prima volta, al potere: ne hanno adesso diciotto e affrontano l'ultima tappa della loro educazione, la più, importante, nei college e nelle università. Sono giovani diversi dai loro coetanei in altri Paesi. Ovunque gli studenti hanno ripudiato i valori degli Anni 60 e 70; ovunque si sono fatti più seri e più pensosi; ovunque sono divenuti adulti prima del tempo. Ma qui tutto ha avuto maggior ampiezza e maggior intensità. Questi •figli di Maggie, già vedono la vita non come una sfida eccitante, ma arcigna, impietosa. Perché? Sarah Dodd, segretario generale dell'Assrtciazione Studenti dell'università di Manchester, spiega: «Questi ragazzi sono cresciuti durante tempi difficili, di radicali trasformazioni economiche. Hanno sentito parlare sempre di di8occupazione, sanno che dovranno lottare per trovare un impiego, se lo troveranno. Questo clima, questi affanni hanno influenzato profondamente il loro pensiero. Arrivano all'università decisi a prendere una robusta laurea, perché soltanto cosi qualcuno offrirà loro un lavoro». E' una visione realistica, matura, certo più sana delle infantili, pericolose chimere di vent'anni fa. Ma il .mercato del lavoro» non è l'unica fonte di ansie, altre ombre oscurano il quadro privandolo delle sue più gioiose tradizioni goliardiche. L'accesso agli atenei è arduo, è una scalata che già comincia a impaurire a 1516 anni; la vita universitaria è grama, un'acrobatica battaglia per sbarcare il lunario; gli studi sono severi, talvolta fin troppo. Tali sono le preoccupazioni per il futuro che, fatalmente, i giovani diventano concorrenti scettici e duri nella ricerca di buone sistemazioni post-universitarie. La cultura è raramente fine a sé stessa, è un ponte, una pista verso la sicurezza finanziarla. Il pianeta università non è più il prolungamento di una giovinezza spensierata o un'oasi di piaceri, intellettuali e spirituali, bensì l'austero atrio della vita. Si. è vero, c'è maggior realismo, ma ad un prezzo: la perdita , Oxford. Srudenti passeg di quasi ogni irrequietezza ideologica, di molti di quei fermenti che avevano sempie animato e arricchito l'effervescente cultura goliardica. Un docente scrive: «Lo studente di oggi non ha nulla in comune con i suoi predecessori a Padova, a Bologna, a Heidelberg o in Inghilterra stessa. E neppure con quelli che sconvolsero i campus americani durante il Vietnam. Non pensa alla politica e neppure alle donne. Pensa solo al job». giano accanto alla celebre unino scarso interesse per le esplorazioni erotiche. 2) Perché, con la serietà che li distingue, seguono meticolosamente tutte le istruzioni delle autorità per difendersi dal male. (Una curiosità. A Birmingham, l'Associazione Studenti combatte l'Aids indicando varie forme di quello che viene definito noncoital sex>. Un'osservatrice riferisce: «La brutale valanga delle preoccupazioni economiche ha travolto tante cose. Fra esse, le smanie sessuali». Fenomeni simili si lianno in molti Paesi, in Germania, ad esempio, dove la comunità studentesca è una moltitudine il cui grigiore è interrotto soltanto dalle chiazze .'verdi, degli ecologisti. Ma, in Germania, i cancelli dell'università sono o aperti o semiaperti, men¬ versità: «Questi ragazzi sono cretre qui il giovane deve superare esami e selezioni. E' un ingresso difficilissimo, più che mai adesso, dopo ì -tagli» di Maggie al finanziamenti statali, con conseguente declino nel numero dei posti. Non basta. La severità degli esami favorisce gli allievi che provengono dalle scuole migliori, quindi l figli della borghesia. Philip Thody, docente a Leeds. afferma: «Il livello accademico è salito, ma è salita altresì l'uniformità». Maggie ha tagliato anche i vari aiuti finanziari agli studenti, aiuti giudicati da tutti adesso troppo avari, troppo magri: e ha modificato persino certe norme che permettevano loro di raccogliere alcuni modesti sussidi socia/i durante le vacanze. I goliardi non sono mai stati ricchi, ma erano tempi di¬ 50 ANNI FA M sciuti in tempi difficili» versi: e oggi questi universitari inglesi costituiscono un'isola di povertà in una nazione sempre più benestante. Per sopravvivere, ricorrono a piccoli prestiti bancari, ma, così facendo, scivolano spesso in un giro vizioso di affanni finanziari. Vivono con due assilli: gli esami e le lettere del Bank Manager. so, in massa, quindi a prezzi inferiori, beni di ogni genere, che vengono quindi spartiti fra le varie Unions goliardiche. Lo studente paga, ma meno che se comprasse da un negozio. Sono, però, palliativi. Le difficoltà restano: e non soltanto per i giovani, ma anche per i genitori che, se ansiosi di assistere, devono accettare gli inevitabili sacrifici finanziari. Studiano fin troppo. Più di un esperto osserva: «81 chiudono nella prigione degli studi prima per entrare all'università indi per uscirne». Più si avvicinano alla laurea, più cedono al panico; alla paura di non brillare e, quindi, di non essere in testa alla fila tra i candidati ai posti migliori. «Al terzo anno, la ricerca di un impiego domina ogni pensiero, narra Sarah Dodd, segretario generale dell'Associazione Studenti a Manchester. I laureandi non risparmiano sforzi per attrarre l'attenzione delle aziende, investono tutto nel proprio curriculum vitae. vedono ovunque concorrenti, persino negli amici. L'atmosfera si ammorba». E' un'evoluzione o un'involuzione? C'è chi approva questi mutamenti e applaude alla vista di migliaia di studenti seri, operosi, volonterosi. «Meno male, dicono. E' finita l'epoca degli scaldabanchi, dei fanatici e degli eterni fanciulli». Non hanno tutti i torti. Eppure, la scena immalinconisce. Vi è qualcosa di triste in questi giovani che leggono un libro soltanto se può essere utile, non per diletto, per curiosità; che vedono negli yuppies, grigi ma benestanti, il loro modello umano; che si adagiano in un ovattato conformismo; che, spesso, sono già vecchi prima di festeggiare il ventesimo genetliaco. Edtoard N'eviti, Emeritus Professor of Economics all'University College di Swansea, nel Galles, dipinge con equanimità le luci e le ombre di questo ritratto. «Lo studente non cerca più di evadere dalla realtà, l'affronta: e questo è un bene. Ma, come sempre succede, ogni vantaggio ha i suoi svantaggi, ogni progresso porta regressi. Con tutti i loro difetti, i vecchi tempi avevano colore, brio, impulsività, avventatezza, un senso dell'avventura, cose che sono parte natuiale ed essenziale della giovinezza. Le abbiamo perse. Siamo tutti più poveri». Mario Ciriello E PACIFISTA

Persone citate: Heidelberg, Philip Thody, Sarah Dodd